Di Antonio Sica
“A un certo punto bisogna lasciare spazio ai giovani”: sembrano parole ovvie e scontate ma quanti -in politica e non solo- sono capaci non soltanto di pronunciarle ma anche di metterle in pratica? Michele Caggiano lo ha fatto.
È un giorno molto molto triste. Non solo per Pertosa e per il Vallo di Diano e non solo a livello istituzionale, per tutto quello che Michele Caggiano ha rappresentato come sindaco e come amministratore. Lo è anche e soprattutto a livello umano e personale, per chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere Michele. La sua scomparsa ci lascia tutti un pò più soli.
Questo “pezzo” non può che essere anche molto personale. Perché lui era così, e avrebbe voluto così. Dava importanza ai rapporti tra le persone e non ai ruoli. L’intervista che condivido con voi oggi l’ho realizzata a Polla, quando Michele decise che era il momento di farsi da parte e di non ricandidarsi in alcun modo alle elezioni amministrative di Pertosa, per lasciare spazio ai giovani. Allora non potevo saperlo, ma le sue parole oggi possono essere considerate un vero e proprio “testamento” politico. Con tutta la sua umanità dentro, perché Michele era così.
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Come scrissi in quella occasione, di certo non c’è stato -e difficilmente ci sarà- un altro sindaco così nel Vallo di Diano: sempre pronto a prendere le parti del popolo, assumendo anche posizioni scomode nei confronti di partiti e apparati.
Michele è infatti stato spesso visto dalla politica come un “Masaniello” incontrollabile, da prendere con le molle e, magari, da lasciare un po’ in disparte. Perché a lui “dividere la torta” non ha mai interessato, e uno così in politica rappresenta una incognita per il sistema, ed è difficile da gestire. Senza peli sulla lingua, mai banale quando ha avuto qualcosa da dire, non ha mai cercato la luce dei riflettori, ma per la sua gente c’è sempre stato. Ed è stato in ogni momento pronto a scendere in campo per difendere il territorio, anche se non sempre ha avuto la sensazione “che tutti remassero nella stessa direzione”.

Con Michele abbiamo fatto decine e decine di interviste, nel corso di quasi vent’anni. Abbiamo parlato di Pertosa e delle Grotte, ma anche di territorio, di famiglia, di precariato, di scuola, di giovani e di anziani, di speranze e delusioni. Puntuamente, le cose più belle erano quelle che non finivano nell’intervista, le parole scambiate a microfoni spenti, per il piacere di farlo. Lezioni di vita. Quando ti salutavi con Michele, ti sentivi più ricco dentro.
Alla fine sono rimasto in debito di una intervista, voleva parlare della Fondazione MidA. La rimandai pensando che avremmo avuto tempo, ma poi quel tempo non c’è stato. Lui ci rimase un po’ male, forse consapevole che il suo tempo scorreva più veloce. Ma poi, l’ultima volta che ci siamo visti -si inaugurava il campetto di calcetto di Auletta- ci scherzò sopra, su quella intervista rimandata: con il sorriso, il calore, la disponibilità e l’amicizia di sempre. Ne trovate testimonianza nel prossimo video: anche in questa, che in realtà è la sua ultima intervista pubblica, non mancano parole di fiducia per i giovani e di affetto per il territorio.
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Questo e molto altro era Michele Caggiano. Non ce ne sono altri come lui, e mancherà a tutti. Già mi manca, sapere che c’era rendeva il mondo migliore. Ma il suo esempio e la sua umanità lasciano qualcosa a ciascuno di noi. Alla famiglia le più sentite condoglianze mie personali, insieme a quelle di tutta la squadra di Vallo Più.
Complimenti vivissimi ad Antonio Sica per la bella testimonianza su un caro concittadino del territorio di recente scomparso. La tua intervista ce lo fa rivivere e soprattutto conoscere ancora meglio, specie in un momento in vui il Vallo di Diano avrebbe più intenso bisogno di Uomini, come l’amico Michele Caggiano.