Search

Al via il Primo Concorso Letterario “Felicetta Confessore”: ecco come partecipare

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Al via il “I Concorso Letterario Felicetta Confessore”. È l’ultimo evento in ordine di tempo nato in casa “Ritratti di territorio” e rientra nell’ambito delle iniziative collegate alla decima edizione del premio annuale che si svolge nel mese di settembre. Nunzia Gargano, Maria Pepe e Barbara Ruggiero sono già al lavoro. Più consapevoli di quando lanciarono l’iniziativa nel 2014. Oggi, che ne è passata di acqua sotto i ponti, sono ancora più motivate. Il Concorso è nato per tutelare il messaggio di Felicetta Confessore, prima docente, poi dirigente scolastica, ma soprattutto appassionata di letteratura. Una vita, la sua, trascorsa tra coraggio, lotta e consapevolezza, senza mai abbandonare l’umanità che dovrebbe contraddistinguere le gesta di ognuno.

Partecipare al concorso è semplice. C’è tempo fino al 31 maggio prossimo. Possono partecipare tutti: under e over 18. Basta leggere con attenzione il bando al link di seguito: https://www.ritrattiditerritorio.it/i-concorso-letterario-felicetta-confessore/

Infoline: press@ritrattiditerritorio.it; ritrattiditerritorio@gmail.com oppure +39 3282645144 – +39 3291031454 (solo whatsapp)

***

Felicetta Confessore

Felicetta Confessore è nata a Pagani il 22 agosto del 1954 ed è morta il 25 aprile del 2018. Era laureata in filosofia. È stata prima insegnante e poi dirigente scolastica; gli ultimi anni nel liceo scientifico del suo paese che aveva frequentato da studentessa. Tra le sue grandi passioni c’era l’amore per letteratura. Amava leggere, leggere tanto. Per lei i libri erano una sorta di terapia per combattere le brutture del mondo, erano la serenità, il viaggio, la compagnia, il ritrovarsi con sé stessa dopo una giornata difficile, il modo per alimentare la sua resilienza. E quando riusciva a trovare l’occasione per discutere con altri dei romanzi o dei racconti che leggeva era pura felicità. Il medico del reparto dell’ospedale dove è stata a lungo ricoverata, ogni mattina le chiedeva notizie sui libri che leggeva, e consigli sui quelli da leggere. Nell’ultimo periodo della sua vita aveva dato vita, insieme ad alcune sue amiche, ad un gruppo di lettura. Sceglievano i romanzi da leggere e da discutere assieme. Per lei erano appuntamenti importanti ai quali si dedicava con impegno e determinazione. Un giorno a Ravello ha partecipato ad un evento con lo scrittore israeliano David Grossman, alla fine ha fatto di tutto per incontrarlo e per ringraziarlo dei bei momenti che le aveva regalato, durante la sua degenza in ospedale, la lettura del suo romanzo “A un cerbiatto somiglia il mio amore”. Ha tenuto un diario sotto forma di lettere a sua figlia Martina in cui non mancano mai riferimenti ai libri che le erano piaciuti e a quelli che le consigliava di leggere. Sempre con leggerezza e semplicità. Quando, costretta dalla malattia, ha dovuto girare per molti ospedali si è sempre rammaricata che non ci fossero sale accoglienti. Per Lei sarebbe stato bello che nei luoghi di sofferenza, i pazienti venissero accolti in sale con una biblioteca, magari piccola, che rendesse il dolore più sopportabile.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close