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La Giustizia secondo De Marsico. Un convegno a Roma del C.N.F. a testimonianza dell’attualità del suo Magistero.

Alfredo De Marsico con avvocati foro di Sala Consilina Rivellese, Cappelli ecc

di GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

“Alfredo De Marsico e i Garanti, attuali e futuri, della sua preziosa eredità”. Questo il tema del convegno organizzato dal Consiglio Nazionale Forense e dall’Associazione Italia Stato di Diritto che si terrà domani (17 marzo – inizio ore 14,30) a Roma presso la sede del Consiglio Nazionale Forense (Sala Aurora – Palazzo Boncompagni Corcos – in Via del Governo Vecchio).

Questo il programma del convegno:
Introduce e modera: Guido Camera, Presidente Italia Stato di Diritto; ne parlano: Maria Masi, Presidente del Consiglio Nazionale Forense; Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura e Franco Coppi, Avvocato, Giurista.

Sarà possibile seguire i lavori del convegno in streaming sui canali del Consiglio Nazionale Forense e sul sito:

www.italiastatodidiritto.it

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Il tema del convegno è la migliore testimonianza di quanto sia attuale l’esempio che Alfredo De Marsico ha lasciato nel mondo dell’Avvocatura. Il grande giurista di Sala Consilina non ha mai mancato di esprimere il proprio parere, spesso critico, nei confronti dei vari tentativi di riforma della Giustizia.

In particolare, merita di essere ricordato l’intervento pronunciato il 26 febbraio del 1977 in occasione della inaugurazione del nuovo Palazzo di Giustizia di Sant’Angelo dei Lombardi quando criticò apertamente la riforma a cui stava lavorando l’allora ministro Francesco Paolo Bonifacio, Senatore e già Presidente della Corte Costituzionale, presente alla cerimonia.

Riportiamo di seguito alcuni passaggi dell’intervento di De Marsico perché, anche alla luce della riforma Severino-Birritteri che ha portato alla chiusura di 27 tribunali considerati minori, è di straordinaria attualità. Dopo avere ricordato che proprio a Sant’Angelo dei Lombardi aveva discusso (nel febbraio 1910, a meno di 22 anni) la prima causa di Tribunale, avendo come avversario Enrico De Nicola, De Marsico, così proseguiva:

“…Una piccola cittadina, Sant’Angelo dei Lombardi, consacra all’avvenire il nuovo Palazzo di Giustizia. E’ una speranza la cui fiammella arde, vibra, nel fondo di questa vita, che è piena di amarezze per il nostro Paese. E bisogna fissare il significato profondo di una data come questa. Prendo il discorso da punto dove, mi pare, sia stato condotto da tutti gli oratori. Quale è la possibilità di sopravvivenza? Dove attinge questa possibilità il Tribunale di cui oggi si inaugura il nuovo edificio? Poiché non possiamo velare ai nostri occhi il problema si agita, e proprio qui occorre fissare il significato di questi Tribunali di montagna, di piccioli centri. Non sono soltanto ambienti nei quali si amministra la Giustizia: sono centri di cultura, sono scuole di educazione collettiva. Sopprimete il Tribunale in una zona non favorita dai beni ella terra e dalle iniziative economiche, e vi avrete spento una fiamma.

I Magistrati e gli Avvocati sono rappresentati da una cultura varia, che si richiama all’Umanesimo. Oggi un nuovo stile s’impone all’eloquenza giudiziaria, ma la funzione dell’operatore del diritto non cessa di essere quella di chi può essere chiamato ad approfondire i tempi più diversi e più ardui; sotto lo stimolo di una rivendicazione da compiere, di una pretesa da affermare, bisogna acquisire conoscenza dei problemi più diversi. E’ in Sant’Angelo dei Lombardi, come in Ariano Irpino, come nella mia natia Sala Consilina, paese non meno piccolo di questo dove oggi ho l’onore di parlare, gli Avvocati rappresentano i depositari delle sintesi viventi, di una cultura poliedrica, di un’attitudine al sapere, di un’attitudine a convincere attraverso le cognizioni che essi raggiungono, che sono tante tappe e tante quote di elevazione alla cultura.

D’altra parte, il Tribunale è una scuola, come io dicevo, di giustizia quando giustizia si rende, è il migliore insegnamento che si possa prodigar del rispetto che si deve alle leggi della vita collettiva ed al diritto al silenzio. Il problema topografico non manca di accampare le sue esigenze; e chi si ponga sott’occhio la carta topografica della circoscrizione del Tribunale di Sant’Angelo non può sollevare gli occhi, se non con la convinzione che sopprimere un Tribunale come questo, sarebbe come lo sbaraglio ed il marasma delle comunicazioni tra paesi che dovrebbero attraversare, coprire distanze enormi per raggiungere il centro di giustizia, le loro case, le loro botteghe, i loro studi”.

Quello che è successo dopo è ben noto. Ma, si sa, l’opinione dei Grandi spesso non viene ascoltata. Ed è quello che è successo nel 2013 con la chiusura di ben 27 tribunali con tutto quello che ne è derivato e che De Marsico aveva previsto se all’indomani del suo intervento a Sant’Angelo dei Lombardi in una lettera alla moglie così scriveva:

Ho preso a criticare le riforme che proprio ieri, (siamo nel febbraio del 1977), a quanto riferiscono i giornali, il Ministro (Bonifacio, N.d.R.) ha proposto al Consiglio dei Ministri per la soppressione dei Pretori e la istituzione dei giudici onorari. L’ho criticato senza riguardi, ed ho concluso che l’Italia è nelle orribili condizioni attuali per i provvedimenti catastrofici che i Governi, l’uno dopo l’altro, hanno emanati sebbene di ciascuno fossero prevedibili le conseguenze: queste riforme abbatterebbero gli ultimi pilastri contro il caos, infiacchiti dallo scuotimento di tutti gli edifici dello Stato, ma ancora esistenti. Ha risposto lui, prodigandosi in complimenti, ma eludendo il problema, come sempre, ed ha ricominciato a fumare la pipa… Non ho mancato di dire che non sentivo ragioni per soffocare il mio pensiero su problemi che interessano la Patria. Posso assicurarti non solo del consenso di tutti ma del compiacimento di coloro che erano in grado di valutare la sostanza delle questioni”.

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