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La storia del salese John Martin, il mitico trombettiere di Custer, approda sul Corriere con Walter Veltroni

di Giuseppe Geppino D’Amico

La storia di John Martin, il mitico trombettiere del Generale Custer approda sul Corriere della Sera in un articolo di Walter Veltroni.

Giovanni Crisostimo Martini, questo il suo nome, era nato a Sala Consilina. Alberto Sordi voleva fare un film su di lui.

Torna alla ribalta la vicenda di John Martin, il mitico trombettiere che fu l’unico superstite della battaglia di Little Big Horn che costò la vita al generale Custer ed al suo esercito. A scriverne è stato Walter Veltroni in un lungo articolo pubblicato sul sito della Corriere della Sera (Corriere.it). La vicenda stava per diventare un film per merito di Alberto Sordi che, scrive Veltroni, era molto divertito al punto da scrivere un soggetto un inedito conservato negli archivi della Fondazione Alberto Sordi. Veltroni scrive correttamente che Giovanni Martini era nato a Sala Consilina e non a Roma come scriveva l’Albertone nazionale.

Scrive Walter Veltroni nel suo articolo: “Di Giovanni Martini, come realmente si chiamava, nato a Sala Consilina, lo affascinava la faccia tosta, quella che si dice lo avesse portato ad essere colpito da un pugno di Garibaldi perché aveva venduto il di lui cavallo bianco, quella che lo aveva spinto a emigrare verso l’America inseguito dai parenti di una ragazza messa incinta, quella che lo aveva portato ad arruolarsi con il generale Custer, a combattere contro gli indiani, ad essere catturato e poi rilasciato perché entrato nelle grazie di una delle mogli di Toro seduto”.

La vicenda suscitò molta attenzione tra gli appassionati di storia negli anni ’90 quando a contendersi la nasciota di John Martin erano un comune della Liguria, Apricale (in provincia di Imperia), Castelbolognere e addirittura Roma. In particolare, sui cartelli indicativi di Apricale  c’era scritto “Paese di John Martin”. I cartelli furono rimossi dopo che Giuseppe Colitti (attento studioso della storia e delle tradizioni del Vallo di Diano) e Michele Esposito (solerte funzionario del Comune di Sala Consilina) riuscirono a rinvenire negli archivi del Comune il certificato di nascita di Giovanni Crisostomo Martini, Successivamente della vicenda si occupò un altro storico di Sala Consilina, Pasquale Patrocelli.

Vallopiù pubblica di seguito la ricostruzione che ne fece in un lungo articolo nel febbraio 2003 Geppino D’Amico grazie alle ricerche di Giuseppe Colitti e Michele Esposito.

Dal Vallo di Diano a Little Big Horn – La storia John Martin, un eroe per caso

Era di Sala Consilina il trombettiere del generale Custer.

Ora non dovrebbero esserci più dubbi: era nato effettivamente a Sala Consilina, nel Vallo di Diano in provincia di Salerno, John Martin,  il trombettiere italiano entrato nella storia americana per essere stato l’ultimo soldato ad avere parlato con il generale George Armstrong Custer, il comandante del 7° Cavalleria, prima della battaglia di Little Big Horn che il 25 giugno 1876 si concluse con la clamorosa vittoria degli indiani di Cavallo Pazzo e Toro Seduto e, di conseguenza, con  la morte di tutti i soldati del reggimento. Finora a contendersi i natali del mitico trombettiere erano stati i comuni di Castelbolognese, Apricale (in provincia di Imperia) e, addirittura, Roma. Invece, le ricerche condotte da due storici di Sala Consilina, nel 1996 Giuseppe Colitti e, più recentemente, Pasquale Petrocelli, hanno fugato tutti i dubbi sulla reale provenienza di John Martin.

Dalle ricerche effettuate da Giuseppe Colitti negli archivi parrocchiali di Sala Consilina risulta che John Martin, alias Giovan Crisostimo Martino era un projetto, cioè un bambino non riconosciuto dal padre e abbandonato per necessità dalla madre presso la ruota degli esposti, che a Sala era situata accanto alla Chiesa della SS. Annunziata, quando aveva un mese o poco più. Preso in consegna dalla ricevitrice dei projetti, Maria D’Amelio, il piccolo trovatello fu portato in municipio  per la registrazione. Al sindaco di Sala, Fedele Alliegro, la donna dichiarò che al momento del ritrovamento “il bambino era avvolto in una (coperta) di tela bianca lacera con cuffietta usata, senza alcun segno o marchio sul corpo”. Dal certificato di battesimo rinvenuto dopo lunghe ricerche da Giuseppe Colitti risulta che il bambino fu battezzato il 28 gennaio 1852 come Giovan Crisostimo Martino; quindi, l’ufficiale di stato civile lo affidò alla balia Mariantonia di Gregorio, moglie di tale Francesco Botta. Nel 1873 Giovan Crisostimo, seguendo l’esempio di tanti altri giovani (soprattutto contadini, braccianti e qualche artigiano) decise di partire per gli Stati Uniti e, dopo lo sbarco ad Ellis Island, si fermò a New York dove trovò lavoro prima come manovale e poi come operaio. Il 1° giugno del 1874, sperando forse di ottenere in poco tempo la cittadinanza americana, il giovane emigrato si arruolò nell’esercito americano: “Nell’atto di giuramento sottoscritto dinanzi al tenente Edward Hunter –afferma Giuseppe Colitti- egli dichiara di avere ventidue anni e di essere nato a Sala Conzolina. Ora basta un piccolo calcolo: sottraendo dalla data relativa all’anno di arruolamento (1874) i ventidue anni dichiarati, arriviamo diritto al 1852, anno in cui risulta stilato il documento di nascita presso il municipio di Sala Consilina. A questo punto non ci possono essere più dubbi di sorta e possiamo sostenere con certezza che il documento rinvenuto a Sala Consilina riguarda proprio il nostro John Martin-Giovanni Martino. Del resto, l’americanizzazione del nome si spiega con il fatto che in quel periodo molti nostri connazionali decidevano di cambiare la propria identità in quanto gli italiani non erano molto amati”.

Per dovere di cronaca, va ricordato che un altro documento molto importante, rinvenuto recentemente da un altro ricercatore salese, Pasquale Petrocelli, ha consentito di conoscere il nome del padre naturale di Giovan Crisostimo: si tratta di una dichiarazione spontanea resa dinanzi al sindaco del comune di Sala Consilina, Francescantonio Bove, e registrata come atto n. 269 dell’11 novembre 1862, con la quale un contadino di nome Giuseppe Maria Perrone fu Andrea afferma di essere il padre del bambino projetto Giovan Crisostimo Martino.

Nell’esercito americano John Martin rimarrà per trent’anni e fin dall’inizio, poiché sapeva suonare la tromba, gli fu affidato il compito di trombettiere e fu assegnato al 7° Reggimento Cavalleria col quale nel 1874 partecipò alla spedizione governativa nelle Colline Nere (Black Hills). Prese parte anche a molte fasi della guerra contro gli indiani e nel memorabile 25 giugno del 1876 si trovò al fianco del generale George Armstrong Custer come ordinanza (trombettiere porta ordini). Quando il generale si rese conto che gli indiani erano molto più numerosi di quanto aveva immaginato ordinò a John Martin di portare un messaggio con la richiesta di rinforzi e munizioni al capitano Frederick Benteen che si trovava nelle retrovie.Fu proprio l’incarico ricevuto a salvargli la vita in quanto proprio mentre correva per consegnare il messaggio, il suo reparto veniva totalmente massacrato dagli indiani. Dopo la tragica vicenda di Little Big Horn, sempre con il 7° Cavalleria, John Martin prese parte ad altre operazioni militari contro gli indiani fino al 1887. Nel 1888 fu promosso sergente e trasferito al 3° Artiglieria-batteria G.

Il 31 gennaio del 1879 fu ascoltato in qualità di testimone dalla Commissione d’Inchiesta governativa, riunita a Chicago dal 13 gennaio all’11 febbraio presso il Quartier Generale della Divisione Militare del Missouri, nel dibattimento che doveva accertare il comportamento e le eventuali responsabilità del maggiore Marcus A. Reno, accusato di non essere intervenuto con tempestività in difesa di Custer a Little Big Horn. 

Il 7 gennaio 1904 l’ex trombettiere fu congedato dall’Esercito con il grado di Primo Sergente Maggiore. Tornato alla vita civile trovò nuova occupazione come bigliettaio della Metropolitana di New York. Morì di broncopolmonite, il 24 dicembre 1922, a Brooklyn e fu sepolto nel Cipress Cemetery di Brooklyn, lasciando la moglie Julia Higgins (una donna di origine irlandese che aveva spostato il 7 ottobre del 1879) e otto figli.

Per il ruolo svolto suo malgrado a Little Big Horn, John Martin fu uno dei militari più intervistati dai giornalisti che dovevano necessariamente rivolgersi a lui per avere notizie dirette sui fatti che avevano causato l’annientamento del reparto guidato dal generale Custer. John Martin, quindi, può essere iscritto a pieno titolo nel lungo elenco degli eroi per caso di cui è piena la storia del mondo.

Il link all’articolo del Corriere di Walter Veltroni.

Alberto Sordi, l’amore per gli Usa e il western scritto (mai girato) sul trombettiere del generale Custer

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