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Un convegno a Polla per celebrare la 45^ Giornata per la vita

Di Geppino Giuseppe D’Amico

“La morte non è mai una soluzione. Per una cultura della vita”. Questo il tema dell’incontro organizzato da “Punto famiglia” e dal “Forum Sociosanitario” che si è tenuto nell’aula magna “Giosi Roccamonte” dell’Ospedale “Luigi Curto” di Polla alla vigilia della 45^ Giornata per la vita.

Dopo i saluti di Pasquale Vastola, direttore sanitario del Presidio Ospedaliero, di Massimo Loviso, sindaco di Polla (“è importante approfondire tali tematiche”), e di Padre Carlo Basile, cappellano dell’Ospedale (“vogliamo scoprire la bellezza e la grandezza della vita. Qui sto sperimentando la situazione familiare di questo ospedale”), ha introdotto i lavori Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, il quale ha sostenuto che il tema del convegno “è un argomento eticamente sensibile sul quale occorre è bene riflettere. Siamo tornati agli anni ’60 con l’esaltazione dei principi individuali che affossano quelli collettivi”.

La giornalista Giovanna Abbagnara, direttrice di Punto Famiglia, moderatrice dell’incontro, ha percorso in rapida sintesi la storia della giornata della vita, “istituita nel 1978 in risposta alla legge 194 sull’interruzione della gravidanza. Oggi la donna è sola per cui bisogna recuperare l’unità tra la mamma e il bambino la cui vita è tale fin dal primo istante”.

Sul tema “Dignità giuridica del concepito e maternità infranta” ha relazionato il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, Domenico Airoma, il quale dopo avere sostenuto che il tema non ha nulla di confessionale ha posto un interrogativo ben preciso: “Il concepito chi è? Un tubero? Un ortaggio? La scienza ci dice che è un uomo e come tale ha dignità di uomo; gli spetta la tutela che spetta a qualsiasi uomo… Il diritto dovrebbe riconoscere il vizio della modernità”. Ricordando poi la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha sostenuto che “purtroppo, ci sono limiti facilmente aggirabili per cui si pone il problema del concepito che non viene considerato persona rispetto alla gestante perché il tema viene affrontato guardando solo alla donna”. Ha poi ricordato il giudice Rosario Livatino, ucciso a soli 28 anni dalla mafia nel 1990 e proclamato Beato e Martire dalla Chiesa Cattolica: “Mi ha insegnato molte cose. Per Lui nessun uomo è luce a se stesso. Ci sono segnali di speranza per far rinascere la Cultura della Vita. È possibile che il diritto alla vita prevalga”.

A seguire l’intervento di Aldo Bova, ortopedico, Presidente nazionale del Forum delle Associazioni: “Siamo 13 associazioni costituite in Forum con una rete che va dalle Alpi alla Sicilia e siamo impegnati in un grande lavoro culturale”. In merito all’argomento dell’incontro ha sostenuto che “l’uomo è nato per stare insieme; il corredo genetico di una persona è nello zigote. La vita è un dono della natura…Oggi si elogia solo chi produce dimenticando che la persona umana ha la sua dignità ed è per questo che dobbiamo pensare alla dignità delle persone”.

La 45esima giornata per la vita quest’anno si celebra il 5 febbraio. Nel messaggio diffuso alla vigilia i Vescovi hanno inseriro un auspicio preciso: “La Giornata per la vita rinnovi l’adesione dei cattolici al ‘Vangelo della vita’, l’impegno a smascherare la ‘cultura di morte’, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse”.

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