Una nuova e approfondita campagna di ricerche archeologiche ha portato alla luce importanti testimonianze che arricchiscono il quadro delle frequentazioni umane nelle Grotte dell’Angelo, tra età ellenistica e primo periodo romano-imperiale. Gli scavi, condotti lungo il tratto d’ingresso della cavità, hanno permesso di individuare materiali che attestano pratiche cultuali attive per circa cinque secoli.

Gli archeologi hanno recuperato numerose lucerne in terracotta, spesso finemente decorate e databili alla prima età imperiale, insieme a monete di epoca ellenistica e romana e piccoli ornamenti personali. La disposizione dei reperti suggerisce che l’area vicino all’ingresso fosse adibita a luogo di culto, frequentato da gruppi locali o da viaggiatori attratti dal forte simbolismo dell’ambiente sotterraneo.
Accanto ai materiali di età storica, gli scavi hanno rivelato nuove palificazioni lignee e un piano di calpestio risalente al Bronzo finale, collegati al villaggio palafitticolo protostorico già noto nella zona. Le acque del fiume sotterraneo hanno conservato parti della struttura originaria, che doveva estendersi verso l’area prossima alla superficie. Le nuove evidenze ampliano così una sequenza di frequentazioni che oggi copre oltre 8.000 anni.
Per la prima volta, il cantiere è stato aperto al mondo della scuola grazie al progetto di Formazione Scuola-Lavoro promosso dalla Fondazione MIdA in collaborazione con Eduiren (Gruppo Iren). Gli studenti hanno potuto seguire da vicino le attività scientifiche, partecipando a un’esperienza unica nel panorama europeo.
“I risultati di questa campagna confermano l’enorme valore scientifico delle Grotte di Pertosa-Auletta”, afferma Maria Rosaria Carfagna, presidente della Fondazione MIdA, ribadendo l’importanza di garantire continuità alle ricerche in un contesto ipogeo complesso, attraversato da un corso d’acqua ancora attivo. Carfagna ha inoltre ringraziato Iren per il sostegno al progetto.
Alle attività hanno preso parte anche l’Istituto Centrale per l’Archeologia del Ministero della Cultura, nell’ambito dei programmi dedicati allo studio dei contesti confinati. La campagna rientra nella concessione triennale 2025-2027 affidata alla Fondazione MIdA dal MIC, in collaborazione con ICA-MIC, la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, il Centro di ricerca speleo-archeologica “Enzo dei Medici” e con il supporto del Gruppo IREN.
Le prossime fasi prevedono ulteriori scavi, analisi specialistiche e la completa documentazione scientifica dei reperti, con l’obiettivo di restituire una storia sempre più approfondita del complesso ipogeo e delle comunità che lo hanno frequentato nel corso dei millenni.



Grande attrazione del territorio. Deve essere molto migliorata l’accessibilità al sito senz’altro possibile attraverso la ferrovia Sicignano-Lagonegro che potrebbe essere riconsiderata grazie alle novità tecnologiche e non solo presentate dal video che segue:
https://youtu.be/Up7Ov_fcx_U?si=cqs_D3gdalSygWoy