Nella circoscrizione di Salerno la mappa dei seggi si ricompone intorno a nove nomi: sono loro, in base alle preferenze riportate dal portale ufficiale della Regione, gli eletti al Consiglio regionale.

Al primo posto, e primo degli eletti, c’è Luca Cascone di A Testa Alta: con 20.877 preferenze trascina la sua lista e si conferma il referente più votato del collegio, capace di parlare a un elettorato trasversale che va oltre i confini di partito.

Ma è Corrado Matera il primo eletto del Pd, campione di preferenze: entra con 19.621 voti, mentre Francesco Picarone segue con 13.174 consensi. Insieme superano quota 32mila voti personali, segno di una presenza diffusa nei diversi comprensori della provincia.

Sul versante del centrosinistra ma fuori dal perimetro strettamente Pd si colloca Andrea Volpe, candidato di Avanti Campania, che con 17.305 preferenze conquista l’elezione e si conferma uno dei protagonisti della competizione. A rappresentare il campo progressista c’è anche Giovanni Maria Cuofano, in lista con “Roberto Fico Presidente”, che con 4.979 voti si assicura uno dei seggi attribuiti alla coalizione.

Dall’altra parte dello schieramento, il centrodestra si divide i restanti seggi. Giuseppe Fabbricatore, in lista “Giorgia Meloni per Cirielli – Fratelli d’Italia”, entra in Consiglio con 13.836 preferenze, risultando il più votato del fronte meloniano. Con lui, per la stessa area politica ma con simboli diversi, vengono eletti Mimì Minella della Lega – Cirielli Presidente, che totalizza 5.941 voti, e Sebastiano Odierna, candidato di “Cirielli Presidente per la Campania – Moderati e Riformisti”, che con 3.183 preferenze conquista uno dei seggi in quota civica/centrista della coalizione.

Completa il quadro del centrodestra il forzista Roberto Celano, esponente del Ppe Forza Italia Berlusconi, che con 8.650 voti si ritaglia uno spazio significativo nella graduatoria e porta in Consiglio la rappresentanza azzurra del territorio.

Il risultato finale offre così l’immagine di un collegio in cui il voto personale pesa moltissimo, ma deve fare i conti con gli equilibri tra liste e coalizioni. Ne è prova il caso di Tommaso Pellegrino (Casa Riformista per la Campania), quarto per numero di preferenze complessive con oltre 15mila voti ma non eletto, a conferma di come, nel meccanismo del sistema regionale, non basti una dote robusta di consensi individuali se non è accompagnata dalla forza complessiva della lista e della coalizione di appartenenza.