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TAR: la Campania può uscire dal Piano di rientro. Scontro aperto tra Regione e Governo

La sentenza del TAR Campania ribalta uno dei capitoli più complessi della sanità regionale degli ultimi quindici anni: il tribunale amministrativo ha infatti annullato il “no” del Ministero della Salute allo sblocco del Piano di rientro, dando ragione alla Regione Campania e riconoscendo che i parametri per l’uscita sono stati raggiunti.

Una decisione dal forte valore tecnico, ma anche politico: la Campania, dal 2007 in regime di rientro e commissariata dal 2009 al 2019, viene dichiarata in condizione di tornare pienamente autonoma nella gestione della sanità. Il Ministero ha già annunciato ricorso al Consiglio di Stato.

La sentenza

Secondo il TAR, la Campania ha conseguito e mantenuto l’equilibrio di bilancio e ha raggiunto la “soglia minima” richiesta per ciascun macro-livello dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Il decreto ministeriale che respingeva l’uscita viene dunque annullato. Il Tar contesta al Ministero di aver posto l’accento solo su alcuni indicatori – come il ritardo negli screening oncologici o la carenza di posti nelle residenze per anziani – ritenendo però che questi elementi non mutino il giudizio complessivo, perché nel quadro generale la Regione presenta i requisiti minimi necessari.

In sintesi, per il tribunale: “Il ricorso va accolto e va conseguentemente annullato il diniego del Ministero della Salute”.

La lettura politica

La decisione arriva in un momento particolarmente delicato, con un confronto politico serrato tra Vincenzo De Luca, i vertici del Governo e le forze parlamentari campane. “Da settimane – scrive Il Mattino – le trattative romane e il dibattito interno alle coalizioni avevano rimesso il tema dei LEA e del Piano di rientro al centro dello scontro politico”. Il TAR interviene proprio su questo terreno, riconoscendo che la Regione ha diritto a uscire dal regime vincolato: un passaggio che, se confermato dal Consiglio di Stato, cambierebbe radicalmente la gestione sanitaria dei prossimi anni.

Le reazioni: De Luca esulta, il Governo annuncia battaglia

Il presidente della Regione esprime soddisfazione immediata: “Una notizia straordinaria per la sanità campana. Avevamo fatto ricorso contro un diniego senza alcun motivo, usato in maniera strumentale. Ha vinto l’interesse delle nostre famiglie“, dichiara Vincenzo De Luca, che da oltre due anni rivendica il diritto a uscire dal Piano.

Il governatore ricorda inoltre che la Campania, pur avendo un bilancio positivo dal 2019, è rimasta nel piano di rientro “per discriminazione”, con effetti pesanti su investimenti, personale e strutture convenzionate.

Di segno opposto la reazione del Ministero della Salute: “L’equilibrio di bilancio non basta. La Campania è ancora inadempiente su aspetti rilevanti, dalla rete sociosanitaria agli screening oncologici.

Per questo presenteremo ricorso al Consiglio di Stato”, si legge nella nota del dicastero guidato da Orazio Schillaci.

Il Governo sottolinea che il nuovo Sistema di garanzia dei LEA è solo uno dei parametri da valutare e che la Regione non avrebbe centrato tutti gli obiettivi richiesti.

Cosa può cambiare

Gli effetti della sentenza – se confermati – sarebbero molto concreti:

  • caduta dei tetti di spesa per il personale sanitario;
  • possibilità di nuove assunzioni;
  • maggiore libertà nell’impiego delle risorse di bilancio;
  • ampliamento delle prestazioni erogabili oltre i limiti minimi fissati dal Piano;
  • incremento degli interventi extra-LEA e dei servizi destinati a popolazione fragile e anziani;
  • margini più ampi per contrastare il fenomeno della migrazione sanitaria.

Secondo gli analisti, la fine del Piano di rientro potrebbe incidere anche sulle liste d’attesa, permettendo alle Asl di ricorrere con più facilità a prestazioni aggiuntive e ore straordinarie.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Il Ministero della Salute ha già chiarito che presenterà impugnativa contro la sentenza. Il confronto istituzionale torna dunque sul terreno giuridico. Fino alla decisione definitiva, la situazione resta in equilibrio: la sentenza del TAR segna un punto pesante a favore della Campania, ma l’ultima parola spetterà ai giudici di secondo grado.

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