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Zone montane: l’appello di ANCI Campania per difendere i piccoli Comuni del Sud

La montagna non può essere ridotta a una questione di altitudine o pendenza. È il messaggio che arriva da ANCI Campania, e in particolare dal Coordinamento dei Piccoli Comuni guidato da Stefano Pisani, che esprime forte preoccupazione per i criteri introdotti dalla Legge 12 settembre 2025, n. 131 (“Disposizioni per le zone montane”).

La norma affida a un prossimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri la definizione della nuova classificazione dei Comuni montani, basata esclusivamente su parametri fisici come quota e inclinazione del territorio. Una scelta che, secondo Pisani, rischia di alterare profondamente la mappa della montanità italiana, penalizzando centinaia di comunità che, pur non sorgendo ad alte quote, condividono le difficoltà tipiche delle aree interne: isolamento, spopolamento, carenza di servizi e fragilità infrastrutturale.

«Una lettura rigida di questi parametri – spiega Pisani – finirebbe per escludere ingiustamente molti Comuni dell’Appennino meridionale e in particolare quelli della Campania interna. Sono territori che affrontano le stesse sfide della montagna, ma rischiano di essere cancellati dalle politiche di sostegno. Servono criteri più realistici, coerenti con le effettive condizioni di svantaggio».

ANCI Campania chiede dunque al Governo di rivedere i criteri di classificazione, elaborando parametri più equilibrati nel decreto attuativo. L’associazione propone di mantenere il criterio storico del “totalmente montano”, integrandolo con indicatori socio-economici e infrastrutturali capaci di misurare in modo più aderente le difficoltà reali dei territori, senza snaturare il riconoscimento giuridico della montanità.

«Non possiamo permettere – sottolinea Pisani – che una legge nata per sostenere la montagna finisca per svuotare di risorse proprio le comunità che da secoli ne custodiscono identità e resilienza. La montagna del Sud non può essere sacrificata su una scala altimetrica: è un patrimonio di persone, culture e territori che meritano pari dignità e pari opportunità».

Il Coordinamento ANCI Piccoli Comuni Campania auspica infine che il D.P.C.M. venga elaborato in pieno confronto con le autonomie locali e che le simulazioni sull’impatto dei nuovi criteri siano rese pubbliche prima dell’approvazione definitiva, nel segno della trasparenza, della concertazione e della coesione territoriale.

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