Dopo l’appello dei Vescovi della Campania a “ribaltare la definizione delle aree interne”, superando una visione puramente quantitativa per abbracciarne il valore umano, culturale e storico, la risposta concreta del territorio non si fa attendere. La voce di Federcepicostruzioni, attraverso il suo presidente nazionale Antonio Lombardi, rilancia con forza la necessità di una strategia nazionale per il futuro dei borghi, partendo proprio dalla Campania e dal suo polmone verde, il Cilento.
L’Italia dei piccoli comuni è infatti una risorsa straordinaria, custode di identità, tradizioni e paesaggi di inestimabile bellezza. Questa ricchezza, tuttavia, è minacciata da fenomeni come lo spopolamento, la rarefazione dei servizi essenziali e la cronica carenza di opportunità lavorative, che rischiano di cancellare intere comunità e il loro patrimonio unico. Secondo Lombardi, non sono sufficienti bonus o misure emergenziali; serve una visione strategica di lungo periodo che riconosca questi luoghi come centri di eccellenza per una nuova qualità della vita.
La proposta lanciata da Federcepicostruzioni è duplice. Da un lato, si invita i Comuni del Cilento a discutere e approvare ordini del giorno che sottolineino l’urgenza di queste scelte, creando un fronte comune di richiesta verso Governo e Regione. Dall’altro, si avanza un piano operativo che punta sulla rigenerazione come motore di sviluppo sostenibile. Il cuore della proposta è l’avvio di progetti pilota in tre borghi campione del Cilento, veri e propri laboratori a cielo aperto per una nuova filosofia di intervento.
L’obiettivo è dimostrare i benefici di una strategia integrata che coniughi il recupero del patrimonio edilizio storico con l’efficientamento energetico, la creazione di abitazioni green e il riuso di edifici pubblici dismessi. Ma una vera rinascita non può prescindere dal potenziamento delle infrastrutture, sia materiali come strade e reti idriche, sia immateriali, come i servizi alla persona e la connettività digitale.
La visione va oltre il semplice restauro. Si punta a costruire un branding dei borghi che parta dalla loro identità più autentica, fatta di storia, cultura e enogastronomia, da promuovere in collaborazione con enti turistici e culturali. Eventi e festival potrebbero diventare volani per attrarre visitatori e, soprattutto, investitori, innescando un circolo virtuoso di economia e occupazione.
Questa scommessa sul futuro delle aree interne richiede un coinvolgimento corale: Comuni, Regione, imprese, professionisti, operatori turistici e associazioni sono chiamati a fare rete. Solo un partenariato forte e coeso, che sappia attrarre e utilizzare strategicamente le risorse del PNRR e dei Fondi UE, può invertire la rotta. Rigenerare i paesi, conclude Lombardi, significa oggi più che mai rigenerare l’intero Paese, restituendo dignità e futuro a quei territori che ne sono il cuore più autentico.