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La poetica di Francesco Micocci premiata al concorso “Voglio dirti grazie”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Francesco Micocci

Importante riconoscimento per Francesco Micocci al concorso di poesia “Voglio dirti grazie”, indetto dalle “Edizioni Il Saggio”: tra centinaia di concorrenti provenienti da tutta Italia e anche da altri paesi europei è stato premiato per la lirica “A Te che sei il Dono della Vita” valutata meritevole del quinto posto.

Nel ricevere il premio (la cerimonia si è svolta la settimana scorsa ad Agropoli),  Francesco Micocci  dopo avere rivolto un sentito ringraziamento agli organizzatori del concorso, in particolare a  Luisa Cantalupo e Peppe Barra, ha espresso la propria soddisfazione  per un riconoscimento che “rappresenta non solo un ottimo risultato, ma soprattutto un incoraggiamento a continuare a coltivare la mia passione per la scrittura, che resta sempre viva e autentica”.

Originario del Salento, Francesco Micocci vive con la famiglia a Campagna; dal 2008 lavora presso la principale azienda mondiale di consulenza informatica e nutre da sempre un amore per la lettura e la scrittura.

La poesia vincitrice fa parte della silloge “Melodia in Parole”, un’edizione celebrativa stampata in occasione della presidenza del Rotary Club Campagna Valle del Sele per i soci e gli amici del Distretto Rotary 2101 Campania e del Club che l’autore guiderà fino al 20 giugno 2026. Le poesie di Micocci sono brevi, intense, sorprendenti ed emozionanti. Possono essere definite così per la lievità di espressione e la profondità di pensiero. La sua poetica si concentra su oggetti semplici e domestici o anche su elementi naturalistici che pure accarezza con parole sussurrate e sguardo commosso.  Ma poi subito il suo pensiero va oltre l’apparenza esteriore per coglierne significati più alti. Ed ecco che l’attenzione si sposta verso il suo mondo interiore, su sentimenti personali e universali, dove le cose diventano simboli di reminiscenza e di conoscenza.

Una dimensione, questa, vicina alla poetica del fanciullino pascoliano che guarda il mondo intorno a sé con occhi stupiti e dà un nome alle cose ricorrendo all’immaginazione. Ma se il fanciullino che è in ognuno di noi di solito scompare andando avanti negli anni, non così avviene nel poeta perché conserva il dono dello stupore e della immaginazione.  Ed è proprio questo che gli fa scoprire il senso “altro” delle umili cose e decifrare i segni della realtà. Ed è un continuo esercitarsi a leggere nel grande libro della natura, che era stata una delle prerogative dell’uomo medievale. E così la pipa si trasfigura in una “compagna di pensieri profondi, di intuizioni e di sogni” che si intrecciano nel suo “fumo di vita”. Oppure la penna stilografica che scorrendo con il suo inchiostro fa opera di creazione dando vita a storie di vita. Perfino il computer si trasfigura in un’astronave nell’infinito spazio cibernetico, nel quale naviga senza limiti e senza confini. E che dire della luna trasfigurata in una bella donna che sorride in una fase crescente, e che balla con leggiadria. Anche il cagnolino di casa è visto come “vera essenza dell’amore, sempre brillante”.

 Un posto a sé occupa la poesia “Il dono della vita” che è un cantico d’amore per la donna della sua vita: “Sei la dolce melodia nei giorni di pioggia, // La luce che guida nella notte più scura. // Con te al mio fianco, l’intorno è un giardino, // dove ogni fiore profuma, di amore divino”.

Ma cos’è la poesia per Francesco Micocci? Ce lo dice lui stesso nell’ultima lirica, intitolata proprio «La poesia»: “Nel silenzio della mente, tra respiri profondi, // una poesia si dipinge sulla scena. // Versi che danzano come foglie sulla brezza, // “Una Melodia in Parole”, come recita il titolo della silloge.

Con i suoi versi l’Autore esplora l’universo delle emozioni senza orario né paura. È un modo per esprimere tutto ciò che il cuore sente.

Sono versi che rivelano un vivere con gli occhi aperti e consapevoli su tutto ciò che lo circonda. E in questo modo si sente in armonia con il creato e parte dell’universo.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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