Di Giuseppe Geppino D’Amico

A meno di un mese dal 20 settembre, termine entro il quale il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca dovrà firmare il decreto di indizione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio e del Presidente della Regione, i due schieramenti principali – Centrosinistra e Centrodestra – ancora non hanno scelto il candidato alla presidenza. Mentre nel Centrodestra c’è la conferma della coalizione dei partiti che sostengono il governo nazionale, più incerto appare il percorso del Centrosinistra. Molto dipende dalla scelta del candidato presidente: il nome indicato dai vertici nazionali del Pd e dei 5 Stelle, l’ex presidente della Camera Roberto Fico, non scalda i cuori di tutti e crea incertezze sia nel Pd – dove al favore espresso dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che lo ha proposto insieme al Campo largo, si contrappongono le riserve di De Luca – sia nei rapporti con Italia Viva e Azione. Se Italia Viva appare orientata a sostenere comunque il candidato del Centrosinistra, diversa è la posizione di Carlo Calenda, pronto a guardare al Centrodestra qualora il nome fosse quello di Giosy Romano (responsabile della Zes per il Sud), un profilo moderato e non di partito.
Nel frattempo, il 28 luglio scorso, è arrivata un’autocandidatura: quella di Stefano Bandecchi, segretario nazionale di Alternativa Popolare, sindaco e presidente della Provincia di Terni, deciso a scendere in campo in Campania con la lista autonoma Dimensione Bandecchi. Lo stesso Bandecchi ha parlato di “un progetto nuovo e rivoluzionario, una sfida diretta che rompe gli schemi della politica tradizionale, dimostratasi insufficiente e inadeguata”. Difficile, però, immaginare per lui reali chance di successo, considerata anche la provenienza da un’altra regione. In attesa della fumata bianca dai due poli con il fatidico “Candidatum habemus”, non mancano le scaramucce interne.
Centrodestra diviso tra nomi e polemiche
Nel Centrodestra ogni partito propone un proprio nome, anche se la scelta finale spetta ai vertici nazionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati. Il segretario regionale di Forza Italia Fulvio Martusciello, dopo avere ritirato la propria candidatura a seguito di un’inchiesta che ha coinvolto una sua collaboratrice a Bruxelles, sostiene che per vincere serva un candidato “laico e moderato, meglio se donna”, pur senza escludere proprio Giosy Romano, che piace anche a Calenda.

Fratelli d’Italia spinge per Edmondo Cirielli, la Lega per Gianpiero Zinzi, mentre Noi Moderati propongono Mara Carfagna.
La scelta definitiva potrebbe arrivare la prossima settimana. Intanto a Salerno ha fatto discutere l’iniziativa del consigliere comunale Dante Santoro (Lega), che ha lanciato i “comizi a domicilio”, pubblicizzando la possibilità per i cittadini di invitarlo direttamente a casa propria.
La vicesegretaria regionale di Forza Italia Amelia Forte ha duramente criticato: “Ho visto un post di un candidato della Lega a Salerno che offre comizi a domicilio come si offrono enciclopedie o Folletti. Ma che immagine ha il partito a Salerno se candida questi soggetti?”.
La replica di Santoro non si è fatta attendere: “La mia è una campagna d’ascolto per presentare il programma ai cittadini. E’ o’ popolo ca’ o’ vuole”.
Centrosinistra tra veti e nuove candidature
Non meno complessa è la situazione nel Centrosinistra. Oltre alla scelta del candidato presidente, resta da definire la forma della coalizione. Dopo l’ostracismo di De Luca verso Roberto Fico, sembrava profilarsi un accordo: stop al commissariamento del Pd regionale, congresso con Piero De Luca candidato unico alla segreteria e presentazione delle liste A testa alta e Campania Libera in cambio dell’appoggio alla candidatura Fico.

Negli ultimi giorni, però, i colonnelli campani della segretaria Schlein, Marco Sarracino e Sandro Ruotolo, hanno manifestato l’intenzione di sostenere il Campo largo senza i deluchiani. Ruotolo, inoltre, ha annunciato la propria candidatura alla segreteria regionale del Pd, in alternativa a Piero De Luca, rimettendo tutto in discussione.
Ulteriori tensioni derivano dai rapporti con i partiti minori (Psi, Italia Viva e Centristi di Clemente Mastella), e dallo scontro diretto tra lo stesso Mastella e De Luca sul fronte finanziamenti: la Regione ha chiesto al Comune di Benevento la restituzione di 1,5 milioni di euro di un finanziamento da 5 milioni, questione ora in mano alla magistratura ordinaria.
Il caso Caputo e le strategie future
A complicare lo scenario c’è anche la posizione dell’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, che avrebbe lasciato Italia Viva per avvicinarsi a Forza Italia. Caputo non ha smentito del tutto, ma si è detto rammaricato “nel vedere una politica che troppo spesso sembra trasformarsi in una partita a Subbuteo: ci si concentra su nomi, sigle e schieramenti come se si stessero scambiando figurine”. Ha poi precisato: “Quanto al futuro, molto dipenderà da ciò che accadrà nelle prossime settimane, a partire dalla definizione dei programmi e dalla individuazione degli uomini chiamati a realizzarli”.
E De Luca?
Il tradizionale appuntamento televisivo del venerdì non si è tenuto, ma il silenzio del presidente uscente non durerà a lungo.