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Con-Tatto (VIDEO)-Elezioni regionali, tra rinunce e incertezze servirebbe un… Guazzaloca!

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Giorgio Guazzaloca, chi era costui? Era un imprenditore, neofita della politica, eletto a sorpresa sindaco di Bologna nel 1999. Da allora, quando i partiti non riescono a trovare un candidato forte pensano a lui: “Ci vorrebbe un Guazzaloca”. Il discorso potrebbe riproporsi anche per le prossime elezioni regionali in Campania in quanto Centrodestra e Centrosinistra non riescono a trovare un candidato che metta tutti d’accordo. Probabilmente, oggi è difficile trovare un Guazzaloca per cui ai due schieramenti non resta che rivolgersi direttamente ad Atèna, riconosciuta dai Greci come la dea della saggezza, della giustizia, della strategia militare e, quindi, della politica. Ad Atèna si potrebbe chiedere: “Salvaci, o Dea, dai nostri scandaletti quotidiani e donaci candidati credibili”.

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Salerno chiama, Napoli risponde. Se nella nostra provincia a seguito della decadenza di Franco Alfieri da sindaco di Capaccio nonché presidente della Provincia, perché coinvolto in una delicata vicenda giudiziaria, il 6 aprile prossimo sindaci e consiglieri comunali saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente, a Napoli è scoppiato il caso Martusciello. Europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello era uno dei tre candidati del Centrodestra alla presidenza della Regione Campania, ma dopo l’arresto della sua storica collaboratrice, Lucia Simeone, avvenuto nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla magistratura del Belgio per presunte tangenti, ha annunciato la rinuncia alla candidatura a Palazzo Santa Lucia. Questa la sua dichiarazione: “La mia priorità è offrire a Forza Italia un percorso sereno verso le elezioni regionali. Ritengo doveroso contribuire a preservare il partito da ogni possibile elemento di attacco o strumentalizzazione chiarendo che non rientro tra i possibili candidati alla presidenza della Regione Campania”.

Va precisato che Martusciello, allo stato, non risulta indagato ma la sua posizione potrebbe cambiare anche perché l’avvocato che difende l’indagata, ha dichiarato: “Lei era una mera esecutrice di ordini, svolgeva il ruolo di segretaria”. La Simeoni sarebbe sospettata, in concorso con altri, di aver corrotto una quindicina di ex ed attuali eurodeputati per favorire gli interessi del colosso cinese dell’elettronica Huawei in Europa. Con la rinuncia di Martusciello restano in piedi le candidature del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia) e Gianpiero Zinzi (Segretario regionale della Lega), anche se si torna a parlare del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il solo in grado di mettere tutti d’accordo.

Situazione in alto mare anche nel Centrosinistra dove continua a tenere banco la ricandidatura di De Luca. Tutto dipende dalla decisione che sarà assunta il 9 aprile dalla Corte Costituzionale, chiamata a decidere sul ricorso del Governo. Decisione che interessa anche il leghista veneto Luca Zaia che il terzo mandato lo sta già espletando e punta al quarto.

Chi si aspettava qualche novità dal congresso nazionale del PSI che si è concluso ieri a Napoli con la rielezione per acclamazione del segretario uscente, Enzo Maraio,  sarà rimasto deluso perché Elly Schlein e Vincenzo De Luca sono intervenuti ma in momenti diversi evitando accuratamente un incontro faccia a faccia. Le loro posizioni restano immutate. La segretaria del Pdha citato “l’esperienza positiva e condivisa di Napoli dove tutte le forze politiche di centrosinistra hanno costruito un progetto lasciando fuori tutti i personalismi”. Modello Napoli che ha portato alla elezione a sindaco di Gaetano Manfredi.  La Schlein ha chiuso il suo intervento con un messaggio diretto al governatore Vincenzo De Luca: “La posizione del Pd è chiara: stiamo già lavorando per costruire il futuro insieme a tutte le altre forze che vorranno contribuire a farlo, a partire dall’esperienza di governo positiva che è andata avanti fino a qui”. Come dire? Caro De Luca, hai operato bene ma devi farti da parte.

Dallo stesso palco, Vincenzo De Luca ha ribadito ancora una volta che “il futuro della Campania lo decideranno i campani e non Roma. Le forze di centrosinistra hanno iniziato a vivere un momento di crisi drammatica da quando si sono ridotte all’autoreferenzialità, al mercato delle candidature a prescindere dai problemi dei territori, dalla partecipazione dei cittadini. Io sono fra quelli che non diranno mai che l’alternativa è il campo largo, che è una espressione inventata dai radical chic del Pd. Si parla di centrosinistra, di alleanze, di coalizione politica, non di campo largo. Basterebbe questo per dire che l’alternativa di governo è ancora lontana in questo Paese”. Ma De Luca non si è fermato qui perché, come dicevano i Latini, “in cauda venenum” (il veleno sta nella coda). Uscendo dalla sala del congresso, al vice segretario del Psi, Salvatore Oddo, che gli consigliava di candidarsi alla segreteria nazionale del Pd piuttosto che alla guida della Regione Campania, De Luca ha risposto senza incertezze: “Ora ci penso”. Una provocazione o un avvertimento? Difficile dirlo.

Per saperne di più bisognerà attendere la prima decade di aprile quando in soli tre giorni si avranno due verdetti importanti: il 6 aprile, come già ricordato all’inizio, si vota per la presidenza della Provincia e il candidato del Centrosinistra, che parte favorito, è un fedelissimo di De Luca, il sindaco di Salerno Enzo Napoli. Dovrà vedersela con il sindaco di Montesano sulla Marcellana, Giuseppe Rinaldi, candidato del Centrodestra. Maggiore incertezza c’è invece per la sentenza della Consulta sul terzo mandato che, come già anticipato dovrebbe arrivare il 9 aprile o qualche giorno dopo. Non ci resta che attendere.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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