Search

Via D’Amelio: a Sala Consilina i racconti di 4 donne coraggiose e la lettura del Maestro D’Arco

Di Angela Freda

L’anniversario della strage di via D’Amelio è stato per Sala Consilina l’occasione per approfondire con estrema sensibilità il tema della legalità e della sua importanza nelle azioni quotidiane. Il tutto è stato reso possibile grazie all’iniziativa messa in campo dal Maestro Enzo D’Arco che, con la “Cantina delle Arti”, insieme a Tonino Santarsiere, consigliere comunale con delega al centro storico, e con Mariarosaria Spolzino e Tonino Spinelli di “Libera”, ha portato in piazzetta Santa Maria lo spettacolo di lettura interpretata “Verso via D’Amelio: i 57 giorni”, incentrata sulle memorie del Giudice Paolo Borsellino nei giorni che intercorsero tra le stragi di Capaci e di via D’Amelio appunto. Una serata in cui, all’emozionante lettura del Maestro D’Arco, sono seguite le testimonianze di vita di quattro donne familiari di vittime innocenti di mafie. Si tratta di Luciana Di Mauro, Carmela Sermino, Emanuela Sannino, e Piera Montella.

Ognuna di loro ha avuto modo di raccontare il proprio terribile “incontro” con la drammatica violenza della mafia e tutto ciò che ne è scaturito. Particolarmente toccante il racconto di Lucia Di Mauro, vedova di Gaetano Montanino, una guardia giurata uccisa 14 anni fa, all’età di 45 anni, da un commando criminale nel corso di una rapina. Lucia ha elaborato il proprio lutto con una sensibilità straordinaria, arrivando ad incontrare l’assassino di suo marito e a perdonarlo. Successivamente ha deciso di accompagnarlo nel suo percorso di riscatto, prendendosi cura anche della sua famiglia e dei suoi figli.

Al termine della serata, alla quale hanno preso parte tanti cittadini, amministratori locali e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, sono stati consegnati agli ospiti, all’associazione R.E.S.T.A., rappresentata da Carmen De Fina e Giuseppe Luisi, e alla “Cantina delle Arti”, degli attestati di merito, un libro su Sala Consilina ed un segnalibro realizzato rigorosamente a mano dall’artigiana salese Daniela Izzo.

“Il luogo dell’evento, non facilmente raggiungibile, è stato scelto dagli organizzatori per il suo valore simbolico, – spiega Santarsiere – Per partire e ripartire da quel luogo attraverso il valore della cultura e in questo caso del teatro sociale di Enzo D’Arco e della sua “Cantina”. Per dare un forte segnale, infatti, abbiamo voluto anche curare particolarmente l’area scelta, effettuando numerosi sopralluoghi, pianificando la pulizia del posto e delle vie d’accesso, sistemando le panchine  che erano rovinate e che sono state ripristinate con tinteggiatura e sostituzione delle parti rotte. In ultimo – termina Santarsiere – abbiamo voluto svitare le panchine presenti nella piazzetta, girandole verso il palco per permettere una migliore visione agli spettatori, ma anche e soprattutto per invitare simbolicamente a non voltarsi mai dall’altra parte ma ad essere partecipi e attenti, a non accettare silenziosamente soprusi ed ingiustizie. Il giorno dopo le panchine sono state sistemate di nuovo nella loro posizione originaria per permettere di godere di uno dei panorami più belli del Vallo visti da Sala Consilina.”

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close