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Aliano, paese dei calanchi e di Carlo Levi

di GEPPINO D’AMICO

Le splendide foto dei calanchi di Aliano, scattate con la consueta maestria da Gianfranco Stabile, riportano alla mente Aliano, piccolo ma suggestivo paese in provincia di Matera, al centro di un territorio argilloso che ha dato vita ai calanchi, straordinarie forme di erosione del territorio.

Questi solchi, disposti in maniera parallela o a ventaglio, si sono creati per effetto dell’erosione delle acque superficiali sui pendii argillosi, per cui il territorio in questa zona risulta quindi brullo e ricco di argilla bianca, scosceso e caratterizzato da precipizi e valli scavate dall’erosione delle acque.

CALANCHI DI ALIANO (MT)

Il medico-scrittore-pittore torinese Carlo Levi, autore del celeberrimo romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli” (pubblicato nel 1945 e ristampato in varie lingue) così li descrive: “…Questa strana e scoscesa configurazione del terreno fa di Gagliano (Aliano, n.d.r.) una specie di fortezza naturale, da cui non si esce che per vie obbligate…Ed ogni intorno altra argilla bianca senz’alberi e senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare… e da ogni parte non c’erano che precipizi di argilla bianca, su cui le case stavano come librate nell’aria… era un susseguirsi digradante di monticelli, di buche, di coni di erosione rigati dall’acqua, di grotte naturali, di piagge, fossi, collinette di argilla, come se la terra intera fosse morta…”.

CARLO LEVI
autoritratto

Torinese, di famiglia ebrea; laureato in medicina, compagno di strada di Piero Gobetti (fondatore di “Giustizia e Libertà”), allievo in pittura di Casorati e Modigliani, Carlo Levi nel 1924 partecipò con due sue opere alla Biennale.

Dopo varie vicissitudini e alcuni arresti nel 1935 fu inviato al confino prima a Grassano e poi ad Aliano, piccolo borgo in provincia di Matera, da lui definita ”terra oscura e senza redenzione, dove il male non è morale ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose”, la terra dove “Cristo non è disceso perché si è fermato a Eboli”.

Ad Aliano Levi rimase otto mesi e da allora il suo legame con quella terra è diventato indissolubile al punto che egli stesso decise di esservi sepolto alla sua morte, avvenuta a Roma il 4 gennaio 1975. La sua tomba, molto spartana, si trova all’ingresso del cimitero su uno strapiombo dove Levi si recava per dipingere.

Ancora oggi ad Aliano tutto parla di lui: la casa dove soggiornò, il Museo storico e un Parco letterario grazie al quale è possibile effettuare visite guidate, seguire gli eventi e le attività legate al folclore e alla gastronomia locale. Ed è qui che, dopo aver conosciuto la gente, le condizioni precarie in cui vivevano, la loro povertà, i loro tenori di vita, l’artista piemontese
ambienta il libro” Cristo si è fermato ad Eboli” il romanzo che diede voce alla società contadina più povera del Sud Italia.

Oggi Aliano offre la possibilità di visitare i luoghi mirabilmente descritti da Carlo Levi e di percorrere a piedi 5 itinerari di varia difficoltà, adatti a tutti coloro che vogliono scoprire la magia di Carlo Levi e al silenzio dei Calanchi. È il percorso che ha particolarmente attratto Gianfranco Stabile, testimoniato dalle foto pubblicate sul nostro magazine.

Non va dimenticato il tema del rapporto instaurato da Carlo Levi, dal confino in poi, con la Basilicata e la città di Matera, sotto il profilo sia artistico che politico-culturale, e il tema, ancora oggi attualissimo, dello “Stato delle autonomie” per Levi e oltre Levi. Questo perché Levi intrecciò importanti relazioni con personaggi rilevanti dell’intellettualità lucana a partire dal rapporto con il poeta Rocco Scotellaro, il giovane sindaco di Tricarico: fu un rapporto privilegiato di cui sono concrete testimonianze, nel Museo Nazionale di Matera (Palazzo Lanfranchi), importanti opere pittoriche leviane, come il celebre “telero” Lucania ’61.

CALANCHI DI ALIANO (MT)

Non meno importante fu il rapporto di stima e amicizia dello scrittore torinese con il nostro conterraneo Giovanni Russo, giornalista prima al Mondo di Pannunzio e poi storico inviato speciale del Corriere della Sera. Nel 2012 pubblicò il volume “Levi segreto”, in cui sono raccolti una serie di scritti apparsi su giornali e riviste e viene trattata la complessa vicenda artistica, giornalistica e politica di Levi nel trentennio in cui durò il loro sodalizio.

In questo libro Giovanni Russo ricorda anche gli incontri romani con Carlo Levi che andava a trovare spesso nel suo studio di Villa Strohl Fern dove i due amici rievocavano il mondo a cui si era ispirato, cioè l’Italia Meridionale, che nel libro il giornalista commenta così: “Se l’Italia Meridionale contadina è amministrata così male rispetto al resto dell’Italia, ciò dipende proprio dal fatto che nelle regioni e nei comuni è stata al potere una classe di Luigini (Levi teorizzava una netta distinzione tra Luigini e
Contadini, n.d.r.) che erano tali e quali a quelli che Levi ha descritto nel libro
”.

Giovanni Russo fu uno dei primi lettori del libro “Cristo si è fermato ad Eboli”, e così ricorderà le prime impressioni che ne trasse: “Aprii gli occhi su un mondo in cui ero vissuto senza vedere, che mi aveva circondato dall’infanzia senza che mi accorgessi dei suoi valori; era il mondo in cui affondavano le radici migliori della società lucana; era il mondo contadino. C’era una distinzione molto netta allora tra i borghesi, anche intellettuali, e i contadini. Il Cristo, pur vivendo io in Lucania, fu una rivelazione. Fu la scoperta della realtà, non un messaggio mitologico o politico, come poi è diventato”. Giovanni Russo fu tra i primi a difendere Carlo Levi dalle accuse dei “Luigini” lucani che ritenevano il libro un’offesa per il Sud e rimproveravano al medico-scrittore- pittore di avere mitizzato i contadini e demonizzato i borghesi. Certo, rispetto ai tempi di Carlo e Giovanni Levi la situazione è migliorata ma, come affermava il meridionalista Manlio Rossi Doria, “è ancora l’osso, aspettiamo la polpa”.

Ingresso di ALIANO (MT)
CARLO LEVI ad ALIANO (MT)
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