di Gianfranco Stabile
Marcello Feola, avvocato salernitano originario di Campora, è il nuovo Commissario del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni. Abbiamo parlato con lui dei suoi progetti su una vasta e variegata area di 80 comuni ed oltre 200mila abitanti.

La sua nomina pone fine ad un periodo di incertezza. Soddisfatto?
Dobbiamo fare delle iniziative utili a tutti per essere soddisfatti, di per se la nomina non basta. Mi dirò soddisfatto se riuscirò ad imprimere un cambio di rotta all’Ente ed al territorio.
Quali sono le sfide che il Parco pone al Commissario Marcello Feola?
Sono tante. Esigenza di dare fiducia all’attività dell’Ente. C’è una diffusa indifferenza della popolazione che lo avverte come limite e non risorsa. Sburocratizzare. Eliminare il doppio regime autorizzativo per i nulla osta, ossia Parco più Soprintendenza, portando tutto in capo al parco con valenza ambientale e paesaggistica. È richiesta per una modifica legislativa a Roma, c’è già una proposta di legge da parte Fratelli d’Italia.
Quali sono i punti di forza e di debolezza di questa vasta area tra mare e monti?
Sul piano della debolezza senz’altro l’emigrazione delle giovani menti: le migliori risorse purtroppo vanno via. Mancano poi aggregazioni sociali, soprattutto nelle aree interne. Bisogna trovare il modo di rivitalizzarle. Pensiamo all’importanza di generare posti di lavoro nelle attività agricole. E di percorsi enogastronomici che integrino mare e monti.
Problematica cinghiali, agricoltori e cittadini chiedono soluzioni. Ha qualche proposta da porre in essere nell’immediato? Cosa glie ne pare delle recenti aperture che il Governo di Roma ha fatto sulla cattura e caccia anche fuori stagione?
Il problema cinghiali è uno dei problemi principali che ha influito sull’abbandono delle attività agricole. Dobbiamo però dire che queste attività devono uscire dalla logica familiare. Bisogna sostenerle nella produzione di qualità del mercato nazionale e internazionale con il riconoscimento del brand Cilento. Prodotti genuini, aria pura, mare cristallino devono essere riconosciuti ma non strumentalizzati o mal utilizzati. La concorrenza nazionale ed internazionale ci chiede di crescere adeguatamente per competere.
Le aree interne e la zona costiera del Parco sono storicamente in contrasto. Ne è un esempio la linea ALTA VELOCITA’. Come fare per superare questo dualismo spesso dannoso per entrambi?
Le prospettive sono diverse. L’alta velocità divide perché la fascia costiera si sente penalizzata per i turisti mentre per il Vallo di Diano si prefigura principalmente una grande opportunità per implementare la propria vocazione commerciale con aree metropolitane del centro/nord. È una scelta non semplice, una competizione anche naturale tra i territori. La scelta non compete certo al Parco ma alle Ferrovie, ed è naturale una compensazione da parte di ferrovie nei confronti del territorio che sarà “scartato”.
Ha già fatto una prima ricognizione amministrativa dell’Ente? Ritiene la struttura andrebbe rinforzata? Se si dove? Amministrativi? Forestali?
Dobbiamo rafforzare la capacità progettuale. L’ente se non ha capacità di progettazione ed elaborazione di idee rimane fuori dalla grande partita del PNRR. Questo è per me il primo tema. Intercettare risorse, che non significa risolvere problemi automaticamente. Perché dagli anni ’90 in poi abbiamo speso miliardi di euro senza crescita, come dimostra lo spopolamento. Dunque acquisire risorse da spendere bene, che si traducano in PIL, qualità della spesa.
Cosa deve fare il Parco per seguire il modello turistico di successo di parchi come le 5 Terre?
Concentrarsi sul brand, il marchio. Prodotto di qualità. L’offerta turistica, non sempre è stata all’altezza di un territorio che vanta i Templi di Paestum, Acciaroli, la Certosa di San Lorenzo, il monte Cervati, Velia e tanto altro ancora. Tutto questo patrimonio variegato non può tradursi in turismo delle seconde case, mordi e fuggi, ristretto a pochi mesi l’anno.
Infine qual è il suo messaggio diretto ai residenti degli 80 comuni della comunità del Parco?
Ai residenti dico di crederci di nuovo. Credere nelle potenzialità dell’Ente e delle nostre risorse. Voglio poi lanciare un messaggio all’associazionismo, al volontariato, al no profit, alle pro loco… ci credo molto, ci sono tanti giovani talentuosi animati di buona volontà che non si vedono coinvolti nei processi decisionali. Io li invito a credere in noi, a farsi avanti, troveranno le porte aperte.

Sono interessato a conoscere,per una lettura approfondita,il bilancio degli ultimi tre esercizi del Parco.Ove sono reperibili in tempi brevi.Grazie.