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Giovani Partigiani del Vallo di Diano: il ricordo dell’Anpi locale

di Elia Rinaldi

Il 4 novembre rappresenta non solo la commemorazione della fine della prima guerra mondiale, ma anche un momento di riflessione su tutti coloro che hanno servito l’Italia con coraggio e dignità. Tra questi, un posto speciale spetta ai giovani del Vallo di Diano che, durante la Seconda guerra mondiale, scelsero di non piegarsi alla dittatura e di lottare per la libertà.

“Questi ragazzi non combatterono per conquista o ideali di potere, ma per un profondo senso di giustizia e democrazia”, ricordano gli iscritti alla sezione “Vallo di Diano e Tanagro” dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Storie di coraggio e sacrificio

Domenico Caggiano nacque a Caggiano nel 1923 e cadde a Giaveno, in provincia di Torino, il 29 novembre 1944. Dopo l’armistizio, aderì alla Brigata “Gallo” della Resistenza piemontese. Durante un rastrellamento, fu fucilato insieme ad altri 16 partigiani. Aveva appena 20 anni.

Paolo Arenare, appartenente alla Guardia di Finanza, fu ucciso durante il servizio di guardia notturna il 10 settembre 1944 a Santa Maria Maggiore, in provincia di Verbania. Dopo aver partecipato alla liberazione di Ossola con la sua compagnia, cadde sotto il fuoco dell’insurrezione alle prime ore del mattino. Aveva 31 anni.

Angelo Giorciari nacque a Sanza e aveva scelto di servire nella Regia Aeronautica. Cadde durante le Quattro Giornate di Napoli, il 30 settembre 1943. Dopo l’armistizio, partecipò alla rivolta popolare contro i tedeschi nel borgo di Capodimonte. Fu arrestato dopo aver soccorso civili in pericolo e venne fucilato nel Real Bosco insieme ad altri insorti. Aveva 24 anni.

Giovanni Marmo venne catturato dalla XVII Brigata Garibaldi “Teppa” e cadde nel Casentino, in provincia di Arezzo, il 16 aprile 1944. Nato a Sala Consilina nel 1924, dopo l’armistizio si rifugiò in Toscana e si unì al gruppo di Licio Nencetti. Durante l’estate fu rastrellato e fucilato il primo giorno di luglio insieme ad altri partigiani.

Raffaele Giallorezo faceva parte della Divisione Alpina Giustizia e Libertà “Sergio Toja”. Nato ad Auletta nel 1919, fu arrestato dalle Brigate Nere e fucilato il 10 marzo 1945 a Ponte Chisone, insieme ad altri resistenti.

Pasquale Lammuardo combatteva nei Boschi di Barbania, in provincia di Torino, dove cadde il 15 settembre 1944. Nato a Buonabitacolo nel 1922, morì durante un rastrellamento nazifascista legato all’operazione “Strasburgo”, nell’ambito dell’eccidio di Boschi di Barbania.

Antonio Montella era componente della Sormarca del Bosco, in provincia di Cuneo, e cadde il 22 luglio 1944. Nato a San Pietro al Tanagro nel 1909, dopo l’armistizio entrò nelle file della Resistenza piemontese. Fu giustiziato a Sommavera del Bosco a soli 35 anni.

Questi giovani rappresentano l’anima di una generazione che rifiutò il compromesso con il totalitarismo, scegliendo la strada della libertà. “Persone che senza armi, con la sola fedeltà alla coscienza, contribuirono anch’essi alla Liberazione e alla rinascita democratica dell’Italia”, concludono i rappresentanti dell’Anpi “Vallo di Diano e Tanagro”.

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