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Acqua del Vallo di Diano a rischio: senza pianificazione l’agricoltura non ha futuro

di Elia Rinaldi

Un pericolo incombe sul futuro dell’agricoltura nel Vallo di Diano. Oggi il territorio può contare su risorse idriche abbondanti, sufficienti non solo per l’uso potabile, ma anche per l’irrigazione delle coltivazioni. Tuttavia, i cambiamenti climatici e le trasformazioni in atto fanno temere che, nei prossimi decenni, la distribuzione dell’acqua dovrà inevitabilmente cambiare.

«Le acque classificate come potabili – spiega il direttore generale del Consorzio di bonifica integrale Vallo di Diano e Tanagro, Mariano Alliegrosaranno destinate quasi esclusivamente al consumo umano. Se non pianifichiamo alternative per il comparto agricolo, rischiamo di trovarci di fronte a una carenza idrica drammatica per le coltivazioni».

Per scongiurare questo scenario, il Consorzio sta già lavorando su più fronti: dalla riduzione delle perdite della rete idrica alla promozione di sistemi di irrigazione innovativi e a basso consumo, come la microirrigazione, la fertirrigazione e l’irrigazione a goccia, capaci di sostituire i vecchi metodi ad alto dispendio d’acqua.

Ma il nodo principale resta quello dell’accumulo delle risorse. «Dobbiamo capire – continua Alliegro – se esistono le condizioni per realizzare bacini di accumulo, in grado di garantire scorte d’acqua da utilizzare nei periodi di siccità e salvaguardare così l’agricoltura».

Direttore generale del Consorzio di bonifica integrale Vallo di Diano e Tanagro, Mariano Alliegro

Tra le ipotesi più discusse c’è quella della diga di Casalbuono, che però incontra l’opposizione di una parte della popolazione. Alliegro, da parte sua, invita a non fermarsi alle contrapposizioni preventive: «La diga è un’ipotesi, non una certezza. Solo al termine degli studi tecnici e dei progetti potremo dire se è fattibile. Non bisogna ostacolare la fase di analisi: spetterà poi alla politica e al territorio decidere. E comunque esistono anche altre soluzioni, magari di dimensioni diverse, ma che hanno pari valore. L’importante è immaginare un Vallo di Diano capace di raccogliere e conservare acqua, perché da questo dipende la sopravvivenza della nostra agricoltura».

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