di Giuseppe D’Amico
“Oggi di vivo non c’è che l’acqua”. Sono le parole conclusive del saggio “Marcellianum e il suo Battistero” (edito dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana della Città del Vaticano) con il quale nel 1958 lo storico e archeologo pollese Vittorio Bracco svelava la natura dello straordinario Battistero, sede della prima Diocesi del nostro territorio. Lo stesso Bracco così scriveva: “Ho dovuto stroncare una fitta vegetazione, addensatasi al centro dell’edificio al punto da costituire una zona di tenebra, ed è riemersa, luminosa, una vasca, alimentata dalla sorgiva, la quale ci consente di precisare senza esitazioni la natura del monumento; ma, cosa anche più importante, troviamo qui riuniti i vari elementi desunti dalla lettura di Cassiodoro…. Quasi certamente fu chiamato così in onore di Papa Marcello che nel corso del suo breve pontificato (308-309) riprese il programma di dare una organica sistemazione religiosa al territorio, interrotta dalla feroce persecuzione di Diocleziano. Papa Marcello istituì nuove diocesi, nominò altri vescovi e favorì la costruzione di un battistero per ogni diocesi. Questo significa che la diocesi che porta il suo nome fu tra le prime ad essere istituita ed il battistero uno dei primi ad essere edificato, verosimilmente nel primo decennio del IV secolo”.

i 4 evangelisti
Oggi, vale a dire poco meno di 70 anni dopo, il Battistero di San Giovanni in Fonte rischia seriamente di andare a…fondo per carenza di acqua.
A lanciare l’all’arme è la dott.ssa Monica Rosciano dell’Azienda “La Fonte”, attigua al Battistero, con una lettera inviata al Consorzio di Bonifica integrale del Vallo di Diano e Tanagro; alla Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino; alla Regione Campania . Sedz. Tutela delle acque; alla Comunità Montana Vallo di Diano; ai Comuni di Sala Consilina e Padula e alla Parrocchia Sant’Alfonso di Padula ai quali chiede di organizzare un tavolo tecnico per discutere del problema.
La decisione nasce dalla constatazione dei livelli dell’acqua presso la sorgente all’interno del Battistero per cui richiede agli Enti destinatari della missiva un tavolo tecnico per valutare la situazione. “Tali livelli sono, forse, ancora più critici di quelli che già qualche anno si erano verificati e anche in vario modo erano stati segnalati, ma pare, purtroppo, senza alcuna azione migliorativa successiva. L’attuale situazione pone a me, sia come cittadina di questo territorio che come titolare insieme alle mie sorelle dell’azienda agricola ‘La Fonte’ da decenni operativa accanto al sito in oggetto, alcuni interrogativi quali: la portata della sorgente è la stessa di quando è stato ideato il progetto di prelievo delle acque da parte del Consorzio di bonifica? Quali sono i dati raccolti nel tempo dalla sonda che misura il livello al di sotto del quale fermare l’emungimento? Con quale frequenza gli episodi sotto livello si sono manifestati nel corso degli anni? Quali sono i millimetri di pioggia e di neve caduti nel corso degli anni sul nostro territorio? A partire da queste informazioni, ritengo, occorra ragionare tutti insieme, enti pubblici e privati interessati, ed è il motivo per il quale ho chiesto questo incontro, sul numero di utenti e di ettari irrigabili e sugli altri usi che questa sorgente può soddisfare senza porre a rischio l’ecosistema fluviale e la struttura del Battistero Paleocristiano di Marcellianum”. Per dovere di cronaca va ricordato che nel 2010, a seguito di un esame della carte militari, il Battistero fu attribuito al Comune di Padula.
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Il primo a raccogliere il grido d’allarme di Monica Rosciano è stato il Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, Angelo Paladino, il quale condivide la preoccupazione evidenziata in merito alla riduzione del livello della Sorgente di San Giovanni in Fonte e sollecita “ogni opportuno intervento, di Vostra competenza, al fine di assicurare un adeguato livello idrico della fonte. Tanto, soprattutto, per scongiurare qualsiasi pregiudizio al Battistero, tutelarne l’integrità e la dignitosa fruizione”.
Per Paladino “il rischio dissesto è reale a causa del dissennato emungimento di acque consentito dal Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e Tanagro”. Ricorda, inoltre, “che negli anni scorsi fu sistemato un sensore in grado di dare l’allarme in caso di carenza di acqua determinata da eccessive captazioni e oggi ho personalmente verificato che tale sensore è spento”.
Ha, quindi, ricordato che quando era Assessore provinciale all’Ambiente, la Provincia finanziò una serie di lavori per mettere in sicurezza il monumento anche a seguito di un ritrovamento in zona di una necropoli romana e che da allora più nulla è stato fatto. Infine, ha annunciato che della vicenda interesserà personalmente il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Naturalmente, considerata l’importanza dello storico monumento seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda.

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