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Da Padula a Lione: Francesco Ferrigno e Nicola Cestaro portano il gusto certosino sul podio internazionale

di Elia Rinaldi

“Sembra lontana, Lione. Soprattutto da qui, dove il verde è ancora quello fitto e umido della terra incontaminata, dove le pietre antiche della Certosa di San Lorenzo sembrano sussurrare storie di altri tempi, e dove le mani lavorano senza rumore, con la pazienza di chi conosce il valore del silenzio. Eppure, oggi, quella distanza si è accorciata. Non per magia, ma per merito. Un passo dopo l’altro, senza scorciatoie, senza rumore”. Così Francesco Ferrigno e Nicola Cestaro, due giovani di Padula, sono arrivati fino alla capitale mondiale della gastronomia, portando con sé un liquore che ha il sapore della memoria e il coraggio della visione.

Nicola Cestaro e Francesco Ferrigno

Il Silentium, questo il nome dell’antico elisir certosino prodotto dalla loro microimpresa, 1306, ha conquistato il palato della giuria al Concorso Internazionale 2025 di Lione, distinguendosi tra migliaia di prodotti provenienti da tutto il mondo. Un riconoscimento che non si limita al gusto, ma che premia l’anima di un progetto nato in un luogo che troppi continuano a definire “vuoto”. Francesco e Nicola, invece, in quel vuoto hanno riconosciuto una pienezza: di memoria, di bellezza, di possibilità.

Nata durante gli anni incerti della pandemia, 1306 è una realtà imprenditoriale che ha scelto la lentezza come forma di resistenza. Lontano dalle logiche del profitto immediato, i due fondatori hanno deciso di restare. Di osservare il loro territorio con occhi nuovi, raccogliendo l’eredità silenziosa dei monaci certosini che per secoli, proprio a Padula, hanno vissuto in armonia con la natura, studiando le piante e traendone rimedi, sapere, spirito.

Il nome stesso dell’azienda è un manifesto. 1306 non è solo una data, l’anno in cui fu fondata la Certosa di San Lorenzo, ma un simbolo di radici profonde e di visione lunga. Un invito a ripercorrere i sentieri di una sapienza antica, reinterpretandola con strumenti moderni e rispetto assoluto per la materia prima e per i luoghi che la generano.

Il Silentium, primo prodotto della linea, incarna questa filosofia. Un liquore artigianale alle erbe che non si limita a raccontare gusti: racconta un tempo, un’idea, un modo di stare al mondo. Ogni sorso è una stratificazione di aromi lavorati con cura, senza fretta. Un equilibrio delicato che riflette la dedizione con cui nasce ogni bottiglia.

Ma più del successo internazionale, è il percorso a rendere straordinaria questa storia. Perché creare qualcosa dove nulla è semplice non è solo un atto imprenditoriale: è una dichiarazione di intenti. È scegliere, ogni giorno, di restare. Di credere che anche dai margini si può costruire qualcosa che parli al mondo. E se a qualcuno potrà sembrare un’impresa improbabile, chi ha camminato accanto a Francesco e Nicola, anche solo per un tratto, sa che ogni passo ha “costruito un ponte”.

Da Padula a Lione, oggi, non c’è solo una distanza geografica superata. C’è una visione che prende forma. Un mondo che resiste, silenzioso ma tenace. Un mondo che vale ancora la pena “custodire e coltivare”.

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