Di Angela Freda
La musica è melodia, ma è anche un insieme di piccoli segni sparsi su un pentagramma che solo insieme possono dar vita alla magia. Ma la musica è anche cura, medicina impalpabile per la quale non è prevista ricetta o prescrizione. E ieri, di tutto ciò, si è avuta prova durante lo spettacolo dei piccoli alunni della classi terze del plesso della scuola primaria di Fonti a Sala Consilina. I bambini, coadiuvati e guidati dalle loro insegnanti, hanno partecipato alla “Settimana della Musica”, un evento che rientra nel progetto “Movimento Suono Voce” e che vede coinvolte tante classi della scuola dell’infanzia e primaria dell’Istituto Comprensivo “Camera”.
Spettacoli musicali sono previsti ogni giorno a seconda della classi coinvolte, ma ieri lo spettacolo dei 30 alunni delle terze elementari di Fonti aveva una marcia in più: il suo nome è Lua. Lua frequenta la classe terza, ha la Sindrome di Rett e adora la musica. Ieri è stata parte attiva di uno spettacolo altamente inclusivo pensato e realizzato dalle insegnati in modo da poterla coinvolgere in uno degli ambiti che lei adora di più: la musica appunto. Lua ed i suoi compagni hanno incantato tutti i presenti con canti e coreografie capaci di far vibrare le corde del cuore facendo una dolce coccola all’anima.
Dal “Cerchio della Vita” a “Singing in the Rain”, passando per “Azzurro” ed altri classici della canzone italiana, lo spettacolo musicale ha coinvolto tutti: sul palco ed in platea. “Non riesco ad esprimere la gioia e le emozioni che ho provato, ha commentato Agnese, mamma di Lua, a margine dell’evento.
Non mi aspettavo uno spettacolo in cui Lua fosse partecipe esattamente come tutti gli altri. Per la mia esperienza posso affermare che non è facile raggiungere questi risultati di inclusività se non si ha una grande sensibilità.
Il mio ringraziamento va alla Dirigente Antonella Vairo, a tutte le insegnanti che insieme hanno dato vita a questo spettacolo, alle famiglie capaci di educare al rispetto e all’inclusione, ma soprattutto ai bambini che hanno dimostrato quanto sia facile per loro abbattere le barriere, guardare con occhi limpidi e sgombri e sentirsi tutti uguali e speciali allo stesso tempo”.