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Salerno, l’appello della rete civica: “Serve subito un Garante per i detenuti”

di Elia Rinaldi

Dopo mesi di confronto, studio e mobilitazione, la rete civica nata attorno all’assemblea NO DDL 1660 – Salerno, composta da associazioni, collettivi studenteschi, enti territoriali e cittadine e cittadini attivi, ha annunciato la consegna di un appello formale per l’istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. L’iniziativa si terrà venerdì 11 aprile alle 10:30 presso la sede della Provincia di Salerno.

La richiesta si fonda sull’articolo 68bis dello Statuto del Comune di Salerno, che prevede la possibilità di istituire questa figura di garanzia. Il Garante, infatti, ha il compito di vigilare sulla corretta applicazione della normativa penitenziaria, tutelando i diritti dei detenuti e inoltrando alle autorità competenti le loro istanze e richieste.

L’assenza di questa figura pesa da anni sul territorio salernitano e appare oggi ancora più intollerabile, alla luce dei gravi episodi avvenuti all’interno del carcere di Fuorni, tra cui l’ennesima morte prematura. “Le criticità della casa circondariale ‘Antonio Caputo’ sono numerose e strutturali: sovraffollamento, carenze sanitarie, attività rieducative scarse o inefficaci, condizioni fatiscenti e un numero preoccupante di episodi di autolesionismo e suicidi”. A denunciarlo sono stati, tra gli altri, l’associazione Antigone e il Garante regionale Samuele Ciambriello nella Relazione annuale 2023, elaborata in collaborazione con l’Osservatorio regionale sulla vita detentiva.

L’appello è frutto di un lungo percorso partecipato: incontri pubblici, l’ispezione parlamentare del 22 novembre 2024, confronti con esperti e familiari delle persone detenute. Oltre alla consegna formale dell’appello, è stata avviata anche una petizione online su Change.org, rivolta alla cittadinanza, con l’obiettivo di raccogliere firme da presentare alle istituzioni per rafforzare la richiesta.

L’assemblea e le realtà firmatarie invitano giornalisti, media locali e operatori dell’informazione a partecipare all’incontro pubblico dell’11 aprile. Sarà un’occasione per illustrare dati, racconti e proposte concrete, nella convinzione che il rispetto dei diritti umani non si sospende con la privazione della libertà.

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