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Polla, presentato il libro di Gerardo Cafaro dedicato a Paolo Carucci

Nuova iniziativa culturale dell’Università Popolare della Terza Età di Polla. Presentato a Polla, nell’Auditorium “Laudato Si” della Parrocchia di Cristo Re, il libro “Paolo Carucci, Un medico tra grotte, palafitte e cocci” scritto da Gerardo Cafaro e pubblicato dalle Edizioni Voce Amica di Caggiano. Dopo i saluti di Carmen Stabile (Presidente Università Popolare della Terza Età – Polla Giovanni Corleto (Presidente del Consiglio Comunale di Polla), di Massimo Loviso e Modesto Lamattina (sindaci, rispettivamente, di Polla e Caggiano), hanno dialogato con l’Autore Marco Ambrogi (Direttore del Museo Civico di Caggiano), Geppino D’Amico (Giornalista), Angelo Morrone (Presidente del Centro Anziani di Caggiano).

Gerardo Cafaro

Paolo Carucci nacque a Caggiano, in provincia di Salerno, il 14 agosto 1842, da Gennaro e da Grazia Lamattina. Insegnante ed appassionato della storia della sua terra natale, è noto per aver scoperto le Grotte di Frole e dello Zachito ed aver esplorato per primo le Grotte dell’Angelo. Dopo i primi studi in paese, si trasferì a Napoli dove continuò a studiare fino a laurearsi anche in medicina con il massimo dei voti e sposò Grabriella della nobile famiglia Roberti. Non esercitò mai la professione medica: preferì insegnare nelle scuole superiori della città. Nel 1871 diede vita a La Rivista Partenopea, un periodico bimestrale di lettere e scienze. Era solito trascorrere le vacanze a Caggiano dove, oltre a visitare gratuitamente i compaesani ammalati più indigenti, compiva lunghe passeggiate alla ricerca di reperti antichi abbandonati nelle campagne. Proprio grazie ai suoi studi individuò in  Ursento e negli  Ursentini  l’origine del suo paese natale, scoprì le Grotte di Frole e Zachito e per primo esplorò le Grotte dell’Angelo che descrisse in “La Grotta preistorica di Pertosa” (Napoli, 1907).

Nel corso delle sue ricerche Paolo Carucci rinvenne numerosissimi resti di insediamenti umani preistorici ed ossa di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. La ricca raccolta di reperti accumulata nel corso degli anni, per sua disposizione testamentaria fu donata nel 1932 al Museo provinciale di Salerno. Essa era costituita da parte dei reperti provenienti dagli scavi e dalle esplorazioni condotte tra il 1896 e il 1898 nella Grotta dell’Angelo (il resto è al Museo preistorico etnografico di Roma) e da recuperi effettuati in quegli anni nell’agro di Caggiano, nonché dal materiale rinvenuto nel deposito di una stipe votiva esterna, appena fuori della grotta, trovata nel 1907 (Stab. Tipo-Stereotipico F. Di Gennaro e A. Morano, Napoli 1907), con una documentazione amplissima dall’età appenninica all’epoca romana. A meno di cento anni dalla prima edizione de «La Grotta preistorica di Pertosa», nel 1985 fu pubblicata una seconda con prefazione del prof. Gaetano Lamattina identica alla prima nella stesura e nel formato; e questo per iniziativa e volere plebiscitario del sindaco di Pertosa Michele De Lauso. Il libro onora soprattutto la piccola e graziosa cittadina di Pertosa, e, di riflesso, poi, Caggiano patria dell’autore. Gaetano Lamattina così scriveva: “Il privilegio che mi è stato dato di stilare questa «Premessa» è per me motivo di orgoglio, sia perché il Carucci è mio parente e concittadino, sia perché il libro da lui scritto sulla «Grotta di Pertosa», dopo lunghi sofferti studi e ricerche, esplorazioni e scavi, sempre a sue spese, ritorna a splendere, dopo circa sessant’anni dalla sua morte, di quella luce che gli venne negata in vita ad opera di alcuni prepotenti galantuomini della sua terra.

Di Paolo Carucci va ricordata un’altra pubblicazione dedicata alla vita di Vincenzo Lupo e Giuseppe Abbamonte, due giovani avvocati di Caggiano che furono tra i protagonisti della Repubblica Napoletana del 1799. In particolare, Giuseppe Abbamonte (Presidente della Commissione Legislativa della Repubblica del 1799) riuscì a sfuggire alla reazione borbonica riparando in Piemonte, mentre Vincenzo Lupo fu afforcato a Napoli, in Piazza Mercato, il 20 agosto 1799 insieme a Eleonora Pimentel de Fonseca. Caggiano ha ricordato i due martiri con altrettante targhe marmoree: quella per Vincenzo Lupo è collocata sul muro del castello, quelle per Giuseppe Abbamonte dinanzi alla casa di famiglia. Indubbiamente il libro di Gerardo Cafaro colma un vuoto nella storia di Caggiano dove, nonostante il ruolo importante svolto da Paolo Carucci in vita, in paese pochi ne conoscevano i meriti.

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