Search

Michele Di Candia: “Difendere i punti nascita di Polla e Sapri è una battaglia di civiltà”

L’Ospedale “Luigi Curto” di Polla

Il dibattito sui punti nascita a rischio chiusura in Campania coinvolge direttamente il Vallo di Diano e il Golfo di Policastro. Dopo le dichiarazioni del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, arriva l’intervento del sindaco di Teggiano, Michele Di Candia, in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASL Salerno. Di Candia richiama l’attenzione su dati oggettivi, disparità di trattamento e il valore strategico dei presidi sanitari di Polla e Sapri, nel cuore delle aree interne salernitane.

La sicurezza non si misura solo con i numeri

“Nel punto nascita dell’Ospedale di Polla – spiega Di Candia – ci troviamo di fronte a una realtà che va ben oltre la mera conta dei parti annui, che comunque nel 2024 sono stati 366, in netta ripresa. In vent’anni: zero decessi materni e neonatali, nessun contenzioso medico-legale, tasso di tagli cesarei ridotto al 20%, ben al di sotto della media nazionale. Sono dati, non opinioni”. E aggiunge: “Chi mette in discussione la sicurezza di questo reparto senza considerare questi elementi commette un grave errore, anche sul piano etico. È offensivo insinuare che chi opera con meno di 500 parti annui non sia “allenato”. Così facendo si offende l’intera comunità professionale”.

Polla e Sapri: aree interne ma non “disagiate”? Una contraddizione!

L’Ospedale di Sapri

Il sindaco di Teggiano sottolinea anche una evidente disparità territoriale: “A Vallo della Lucania, con numeri inferiori a quelli di Polla, è stata concessa una deroga come area disagiata. Va benissimo la deroga a Vallo, ma allora perché a Polla invece no? Non è forse un’area interna, lontana dai grandi centri, con un bacino di utenza complesso e montano?”. Stesso discorso per Sapri, presidio fondamentale per il Golfo di Policastro e le aree confinanti. “È paradossale – prosegue Di Candia – che si riconosca ufficialmente che Polla e Sapri siano in area interna e poi non si riconosca loro lo status di zona disagiata. È un corto circuito che penalizza le comunità”.

Michele Di Candia

L’allarme delle partorienti e l’appello al Governo

Secondo Di Candia, il continuo ripetersi del “rischio chiusura” ha già prodotto un effetto negativo tangibile: “Sempre più partorienti scelgono di andare fuori regione – osserva Di Candia – rivolgendosi a Lagonegro o Potenza, perchè una gravidanza dura 9 mesi e in quel periodo non sanno cosa potrà accadere ai punti nascita di Polla e Sapri. È un danno sanitario, ma anche sociale ed economico”. Da qui un appello deciso alle istituzioni: “La Regione Campania deve continuare a difendere i territori e fare tutto il possibile per ottenere le deroghe necessarie. Ma è al Governo nazionale che rivolgiamo l’appello più forte: non si può subordinare l’uscita dal Piano di Rientro alla chiusura dei punti nascita. Sarebbe un prezzo troppo alto per le nostre comunità”.

Lo sguardo all’11 aprile

Come annunciato dal presidente De Luca, il prossimo 11 aprile a Roma il Ministero della Salute discuterà proprio dell’uscita della Campania dal Piano di Rientro. “In quella sede – conclude Di Candia – si parlerà anche dei punti nascita. Chiediamo che i dati reali, l’esperienza clinica e le esigenze delle aree interne siano al centro del confronto”. E rilancia: “Difendere i reparti di Polla e Sapri non è una battaglia politica, ma una battaglia di civiltà, di giustizia, di attenzione per chi vive nelle aree interne. Se si parla di sicurezza, si valutino i dati. Se si parla di efficienza -conclude Di Candia- si riconosca l’eccellenza silenziosa che ogni giorno, con pochi mezzi e tanto cuore, questi ospedali garantiscono”.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close