Di Giuseppe Geppino D’Amico
Per iniziativa del sen. Pierferdinando Casini si è svolta presso il Senato una giornata di studi dedicata a Pier Giorgio Frassati, un “santo moderno, vicino agli ultimi ed esempio per i giovani. Un uomo che ha unito la passione per la fede all’impegno politico e sociale per realizzare una società più giusta” che sarà canonizzato santo il prossimo agosto a Roma nel corso delle Giornate mondiali della Gioventù. A tracciare il profilo di Pier Giorgio Frassati sono stati i nipoti, Wanda e Jas Gawronski, figli di una sorella del prossimo Santo. “L’importanza di Piergiorgio è nella sua santità diversa, che si esprime non soltanto nelle parrocchie ma all’aperto, nelle campagne, nelle contrade.
Pier Giorgio Frassati, foto tratta dal sito www.sentierifrassati.org
Aveva il dono di trasmettere la fede a chiunque lo incontrasse. Il suo principale interesse era verso i poveri, frequentava più loro che le parrocchie, li aiutava sempre. Anche in punto di morte il suo pensiero fu quello di andare a consegnare le medicine ai bisognosi” ha affermato il nipote Jas, giornalista ed ex parlamentare. “Per questo -ha aggiunto Wanda- nostro zio è conosciuto dai giovani di tutto il mondo, più all’estero che in Italia. Dall’Australia agli Stati Uniti ci sono associazioni con il suo nome” ed ha poi ricordato che “nostra madre Luciana, sorella di Pier Giorgio, ha fatto riaprire il processo di canonizzazione e l’ha portato avanti. E la figura fondamentale di Papa Wojtyła che aveva definito il giovane torinese «l’uomo delle 8 beatitudini”. Da parte sua il sen. Casini ha ricordato l’ambiente nel quale Pier Giorgio Frassati era nato e vissuto: “In una Torino che si andava trasformando in metropoli ricca di industrie e soggetta a massicce immigrazioni operaie, dove santità, anticlericalismo e agitazioni convivevano, Piergiorgio decise di entrare subito in contatto con le fragilità altrui, dedicandosi alle opere assistenziali a favore di poveri e diseredati”. L’impegno del giovane Frassati, iniziato al liceo, era proseguito con intensità durante gli anni dell’Università all’interno di diverse associazioni cattoliche, la società di Vincenzo de’ Paoli, la FUCI, l’Azione cattolica, fino all’approdo nel 1920 nel Partito popolare di don Luigi Sturzo.Per il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, oggi Frassati è assimilabile ai santi sociali della Torino dell’800, personalità dalla “santità talmente ordinaria da essere per questo straordinaria”.Nella sua figura convivono le virtù teologali:fede, speranza e, in particolare, carità, manifestata nei confronti degli altri. Fu soprattutto un forte”. Don Paolo Asolan, preside dell’Istituto pastorale della Pontificia università lateranense ha ricordato che “Frassati era soprannominato dagli amici ‘il senatore’ per la sua autorità morale.

Nella Torino di quegli anni difficili erano presenti anche altri due intellettuali, Gobetti e Gramsci. Non abbiamo testimonianza di rapporti diretti ma le idee circolavano, sappiamo che Frassati andava al circolo lavoratori dell’Oltrestura anche nel biennio rosso. Pur rimanendo nell’area cattolica era affascinato dagli ideali di promozione delle classi operaie”. La notizia della canonizzazione era stata annunciata da Papa Francesco il16 novembre scorso, parlando alla delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani ricevuta in udienza per celebrarne il 20° anniversario, unitamente alla canonizzazione dei un altro giovane, Carlo Acutis. Queste le parole del Papa: “Vi affido al Beato Pier Giorgio Frassati. Lo conoscete? Io da bambino avevo sentito parlare di lui, perché il mio papà era membro dell’Azione Cattolica. È un giovane come voi, che ha testimoniato con la vita la gioia del Vangelo. Vi invito a conoscerlo e imitare la sua coerenza e il suo coraggio, la sua gioia”. Pier Giorgio Frassati nacque nel 1901 a Torino da una famiglia della ricca borghesia: la madre, Adelaide Ametis, era un’affermata pittrice, mentre suo padre era Alfredo Frassati, noto giornalista e direttore del quotidiano “La Stampa”, che sarebbe divenuto Senatore del Regno nel 1913. Cresciuto nella casa familiare di Pollone (Biella), Piergiorgio si appassionò presto alle montagne, dove organizzava frequenti escursioni e sciate con gli amici, oltre a recarsi spesso in pellegrinaggio a piedi dalla “sua” Madonna ad Oropa. “Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne – scriveva ad un amico – e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la Grandezza del Creatore”. L’impegno sociale e politico, che fra l’altro vide Pier Giorgio schierarsi apertamente e senza timori contro il regime fascista, si svolse principalmente tra le fila del Partito Popolare italiano, fondato da don Luigi Sturzo nel 1919.

Tale impegno era una diretta conseguenza del suo modo di sentirsi cristiano: non gli era sufficiente aiutare i poveri, andare nelle loro misere soffitte, nei tuguri dove la malattia e la fame si confondevano nel dolore, non gli bastava portare ai diseredati una parola di conforto, carbone, viveri, medicinali e denari: voleva dare una soluzione a quei problemi di miseria e di abbandono e la politica gli parve la via idonea per fare pressione là dove si decideva la giustizia. Una concezione della politica, dunque, con le parole di Paolo VI, come “la più alta forma di carità”. Partecipò a diverse congregazioni ed associazioni cattoliche: Azione Cattolica, FUCI, Milites Mariae, e fu anche terziario domenicano, con il nome di Girolamo, in memoria di Fra’ Girolamo Savonarola. Una poliomelite fulminante, contratta nelle case dove si recava a prestare il suo aiuto ai poveri, lo condusse alla morte dopo un’agonia di sei giorni, nella sua casa di Torino, la mattina del 4 luglio 1925. Fu beatificato il 20 maggio 1990 da Papa Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro, a Roma, in presenza di migliaia di giovani. Da allora i suoi resti mortali sono conservati, miracolosamente incorrotti, nella cattedrale San Giovanni Battista di Torino.

Di recente è stato pubblicato un libro, “Pier Giorgio Frassati e i suoi sentieri”, edito da Effatà Scritto da Antonello Sica,nel dicembre scorso è stato presentato a Sala Consilina e, successivamente, a Padula. Lo stesso Sica è stato il promotore dei Sentieri Frassati coordinandone la realizzazione con il CAI, la Giovane Montagna, l’Azione Cattolica Italiana, gli universitari della FUCI e gli scout dell’AGESCI. Il primo sentiero fu realizzato proprio nel Vallo di Diano con partenza dal Battistero di San Giovanni In Fonti per poi svilupparsi lungo i monti della Maddalena fino ad arrivare alla Cappella della Madonna di Sito Alto, a Sala Consilina. Da allora ne sono stati realizzati in tutto 22, uno in ogni regione e provincia autonoma d’Italia.

Nel Vallo di Diano si parla di Pier Giorgio Frassati fin dalla sua morte in quanto la madre del giovane, Adelaide Ametis, fece dono a una Parrocchia di Sala Consilina, dove era attiva una sezione dell’Azione Cattolica, di una copia del quadro di Pier Giorgio realizzato dal pittore Alberto Falchetti (custodita a Pollone nella villa Ametis-Frassati). L’opera, su tela, fu fatta riprodurre appositamente in una pluralità di esemplari da donare ai vari Circoli di Azione Cattolica sparsi per l’Italia che le comunicavano di aver intitolato a Pier Giorgio la loro associazione. Nel Vallo di Diano c’è un altro esemplare del quadro nella parrocchia del Sacro Cuore di Prato Perillo. Inoltre, nel 1993 il parroco di Arena Bianca, mons. Antonio Pascale, in occasione del 50esimo del suo sacerdozio fece collocare nella chiesa l’immagine di Pier Giorgio Frassati su una enorme vetrata.