Di Vincenzo Vitiello*

Immaginate di ricevere una telefonata improvvisa: una voce familiare, spezzata dall’ansia, vi chiede aiuto. È vostro nipote, vostro figlio, un caro amico in difficoltà. Senza pensarci troppo, vi affrettate a fare ciò che vi chiede. Ma è davvero lui? O dietro quella voce si cela un abile truffatore, pronto a sfruttare le vostre emozioni più profonde?
Le truffe telefoniche sono un veleno sottile che scorre nella nostra società, colpendo soprattutto le persone più vulnerabili: gli anziani, coloro che vivono soli, e chi è spinto dalla buona fede a fidarsi del prossimo. Tuttavia, la tecnologia non ha solo aperto la strada a questi inganni, ma ha anche dato vita a nuove forme di raggiro ancora più sofisticate, come il catfishing, un fenomeno subdolo che si insinua nei rapporti umani digitali, trasformando la ricerca di affetto in una trappola mortale.
Quando la fiducia diventa un’arma contro di noi
Dietro a ogni truffa telefonica si nasconde una strategia psicologica studiata nei minimi dettagli. I criminali conoscono bene le debolezze umane: il senso di protezione per i propri cari, la paura di perdere i risparmi di una vita, la speranza di un legame affettivo sincero. Non è solo una questione di soldi: è la fiducia a essere tradita, e questo lascia cicatrici profonde.

Ecco alcune delle truffe più comuni:
La truffa del finto parente in pericolo: “Nonna, sono Luca! Ho avuto un brutto incidente, aiutami subito!”. Queste poche parole bastano a scatenare il panico. Il truffatore approfitta dello shock della vittima per chiederle denaro con urgenza. Una volta ottenuti i soldi, sparisce nel nulla, lasciando dietro di sé solo amarezza e vergogna.
Il falso operatore bancario: “Abbiamo rilevato attività sospette sul suo conto. Per proteggerlo, abbiamo bisogno del suo codice di accesso”. Un inganno perfetto che sfrutta la paura di perdere i risparmi. Le vittime, convinte di parlare con la loro banca, forniscono i dati personali e si ritrovano con il conto svuotato in pochi minuti.
La truffa del finto tecnico informatico: “Abbiamo rilevato un virus nel suo computer o telefono. Deve installare un software per risolvere il problema”. Basta un clic per concedere al truffatore il controllo totale del dispositivo e dei dati personali.
Ecco alcuni semplici consigli pratici per non cadere in trappola:

- Non dare mai dati personali o bancari/postali al telefono – Nessuna Banca/Poste o ente ufficiale li chiederà mai per telefono. Se qualcuno insiste, probabilmente è una truffa.
- Verificare sempre chi chiama – Se un parente vi chiede aiuto con urgenza, richiamatelo sul suo numero abituale. Se vi contatta la banca, chiudete la chiamata e chiamate voi direttamente il numero ufficiale.
- Non farsi prendere dall’ansia – I truffatori cercano di farvi agire in fretta, facendovi credere che sia una situazione urgente. Fermatevi e ragionate prima di fare qualsiasi cosa.
- Non cliccare su link sospetti o scaricare app su richiesta – I truffatori potrebbero chiedervi di installare qualcosa sul telefono o sul computer. Non fatelo mai!
- Attenzione alle chiamate sconosciute – Se ricevete chiamate anonime o da numeri strani, non rispondete o cercate il numero su internet per vedere se è segnalato come truffa.
- Nessuno regala soldi! – Se una telefonata vi promette vincite, eredità o investimenti sicuri, è quasi certamente un inganno.
- Parlatene con familiari e amici – Condividere queste informazioni può aiutare a proteggere soprattutto gli anziani, che spesso sono i più esposti.
- Iscriversi al Registro delle Opposizioni – Questo servizio gratuito riduce le chiamate indesiderate da parte dei call center.
- Segnalare e denunciare le truffe – Se sospettate di essere stati contattati da un truffatore, avvisate la Polizia Postale e la vostra banca. Anche raccontarlo ad amici e parenti può evitare che altri cadano nella stessa trappola.
In poche parole, se una telefonata vi sembra strana, non fatevi prendere dalla fretta e verificate sempre prima di agire. I truffatori giocano sulle emozioni, ma con un po’ di attenzione potete proteggervi e non cadere nel loro gioco.
Catfishing: quando il cuore diventa una trappola

Cos’è il catfishing e come si inserisce nelle fitte trame di inganni e raggiri della rete globale? Il catfish è, letteralmente, il pesce-gatto, ma nel vocabolario del web identifica ormai una persona che non è chi dice di essere online, sfruttando le debolezze e i sentimenti delle vittime per manipolarle in modo subdolo. Questo raggiro provoca danni psicologici, fisici e spesso anche economici di grande entità. Il termine Catfish è diventato noto grazie a Nev Shulmann, il quale, dopo essere stato vittima di un inganno online, ha ideato un programma TV negli Stati Uniti per raccontare le storie di altre vittime.
Ma chi sono le vittime? Donne e uomini soli, in cerca di compagnia, spesso reduci da relazioni fallite. I truffatori costruiscono identità fittizie sui social network, conquistano la fiducia della vittima con attenzioni costanti e promesse di un futuro insieme, fino al momento cruciale: la richiesta di denaro.
Tutele e contromisure al fenomeno del catfish
Esistono differenti strategie per smascherare un catfish:

- Osservare il profilo con occhio critico, verificando la coerenza delle informazioni.
- Controllare la frequenza di pubblicazione e la qualità dei commenti.
- Verificare il numero e la tipologia di follower.
- Porre domande specifiche per rilevare incongruenze nelle storie raccontate.
- Chiedere una videochiamata per verificare l’identità reale.
- Non inviare mai denaro a sconosciuti, per nessun motivo.
- Segnalare i profili sospetti e denunciare il reato alle autorità.
Dal punto di vista legale, l’articolo 494 c.p. punisce il reato di sostituzione di persona, mentre la legge 196/2003 tutela la privacy. Gli esperti di informatica forense possono fornire assistenza qualificata nella raccolta di prove digitali, creando copie forensi di dispositivi e account per supportare eventuali azioni legali.
L’aspetto sociale: una solitudine sfruttata
Dietro queste truffe si cela una realtà inquietante: la crescente solitudine della nostra società. Gli anziani, spesso lasciati soli dai ritmi frenetici delle famiglie moderne, diventano bersagli facili. I single, delusi dalla vita sentimentale, cercano conforto online, senza rendersi conto del pericolo. La tecnologia, che avrebbe dovuto avvicinare le persone, viene invece usata per isolarle ancora di più e per approfittarsi delle loro fragilità.

Chiudere la porta al crimine, aprire gli occhi sulla realtà
Ogni truffa racconta una storia di dolore e tradimento. Ogni vittima non è solo una persona che ha perso soldi, ma qualcuno che ha visto la propria fiducia calpestata. La vera difesa contro questi raggiri non è solo la prudenza, ma anche il dialogo, la consapevolezza, il sostegno reciproco. Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra a portata di clic: l’informazione, i rapporti umani, persino l’amore. Ma dietro uno schermo possono nascondersi ombre pericolose, pronte a sfruttare ogni spiraglio di debolezza. E allora, la vera domanda è: quanto vale la nostra fiducia? Chi merita davvero di riceverla? Proteggiamola come fosse il bene più prezioso, perché una volta tradita, difficilmente si può recuperare.

Parliamo con i nostri genitori, con i nostri nonni, con i nostri amici. Non lasciamo che la solitudine diventi una trappola. E ricordiamoci sempre che la fiducia è un dono prezioso: diamo il nostro cuore, ma teniamo sempre accesa la luce della ragione.
VINCENZO MARIA VITIELLO
Vincenzo Maria Vitiello*, (Polla, 24 aprile 1971), è un esperto riconosciuto nel campo della criminologia, della criminalistica e delle scienze informatiche forensi con anni di esperienza nel fornire supporto in tutte le fasi del processo giudiziario. Come responsabile scientifico dello studio “Multimedia Digital Forensics”, guida un team altamente qualificato che opera a livello nazionale offrendo una vasta gamma di servizi nel campo delle indagini multimediali digitali. https://vincenzomariavitiello.it/