
“Fratelli D’Italia sta conducendo una battaglia insensata e pretestuosa per impedire la realizzazione di un’opera voluta dalla collettività e che costituisce presupposto indispensabile non solo per sostenere e incrementare l’economia locale quanto, soprattutto, per impedire lo spreco di una risorsa fondamentale come l’acqua“. Con queste parole, Francescantonio D’Orilia interviene con fermezza nel dibattito e nelle polemiche che hanno investito il Carciofo Bianco di Pertosa, finito al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dai senatori di Fratelli d’Italia Antonio Iannone e Rossano Sasso.

I parlamentari hanno sollevato dubbi sull’entità dei finanziamenti destinati alla realizzazione di un sistema di irrigazione per la coltivazione di questa varietà di carciofo, considerata un’eccellenza agroalimentare del territorio.
D’Orilia -che è stato uno dei protagonisti del suo percorso di valorizzazione- ripercorre la storia del Carciofo Bianco di Pertosa, oggi considerato un prodotto dal grande valore storico e ambientale. “A partire dalla fine degli anni ’90 -spiega- l’amministrazione comunale di Pertosa ha avviato un percorso di recupero di questa coltura, che rischiava l’estinzione, riducendosi a poche centinaia di esemplari. Grazie a un lungo lavoro di tutela e valorizzazione, nel 2000 il Carciofo Bianco è stato inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e, successivamente, ha ottenuto anche il riconoscimento come Presidio Slow Food”.

Oggi la produzione si estende oltre i confini di Pertosa, coinvolgendo i comuni di Auletta, Caggiano e Salvitelle, con una coltivazione in continua espansione. Su queste basi Francescantonio D’Orilia, uno dei principali promotori del rilancio del Carciofo Bianco, critica duramente l’interrogazione parlamentare, ribadendo come il progetto di irrigazione, finanziato nel 2022 dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, rappresenti un’iniziativa fondamentale per il futuro della coltivazione e dell’intero comparto agricolo della zona.

“Nel 2006 -sottolinea- come membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e Tanagro, proposi di razionalizzare il sistema di irrigazione utilizzando una vecchia opera di captazione di acqua pulita costruita negli anni ’70 con fondi pubblici. L’obiettivo era quello di sostituire un canale ormai obsoleto con una tecnologia moderna, capace di garantire un uso efficiente della risorsa idrica e di sostenere la coltivazione del Carciofo Bianco. Il progetto è stato finalmente finanziato grazie a un bando del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 2022. A tale proposito costante e determinante è stato l’impegno del Presidente Dott. Beniamino Curcio insieme a quello di altri amministratori del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e Tanagro, congiuntamente alla struttura tecnica dello stesso e del Direttore Ing. Mariano Alliegro“.

Dunque, secondo D’Orilia, oggi il progetto non solo risponde alle necessità del territorio, ma si allinea perfettamente alle finalità ministeriali: “dilatare la stagionalità della produzione, preservare un ecotipo unico e valorizzare un’economia agricola sostenibile“. Sempre secondo D’Orilia, il progetto consente anche di potenziare l’infrastruttura idrica per i comuni limitrofi, come Auletta, e garantire il rilancio economico di un’area colpita dallo spopolamento. “L’interrogazione parlamentare promossa da Fratelli d’Italia -conclude D’Orilia- si oppone a un’opera voluta dalla collettività, essenziale per lo sviluppo dell’agricoltura locale e per la gestione sostenibile dell’acqua. Ancora una volta assistiamo a una guerra tra poveri, che nel Sud rischia di trasformare ogni sforzo per il progresso in una fatica di Sisifo“.