di Ludovica Marmo
La grande talpa è pronta sul cantiere del primo lotto dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria.
Domani accendiamo i motori – spiega Fabio Romani, Operations Rail Sud di Webuild – e parte lo scavo dei 3 chilometri della Galleria Saginara nella Valle del Sele, un tunnel a doppio binario e canna singola che si estende tra i comuni di Campagna e Contursi Terme, in provincia di Salerno. È la prima TBM (Tunnel Boring Machine) ad essere operativa sull’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, tra i progetti strategici per la mobilità sostenibile del Paese e che, a regime, garantirà l’accesso al sistema ferroviario ad alta velocità a diverse zone che oggi ne sono escluse, quali il Cilento e il Vallo di Diano e la Calabria. Nell’ambito di questa infrastruttura, il Consorzio Xenia composto da Webuild (leader del consorzio), Pizzarotti, Ghella e Tunnel Pro sta realizzando per conto di RFI (Gruppo FS Italiane) i lavori sul Lotto 1A tra Battipaglia e Romagnano che prevedono la realizzazione di 35 chilometri di linea ferroviaria veloce, incluse 20 gallerie (di cui 8 da scavare con l’impiego di quattro TBM) e 19 viadotti.

Di che macchina si tratta?
È una TBM tipo EPB (Earth pressure Balance) estremamente innovativa che scaverà nel terreno grazie ad una testa fresante dal diametro di 13,46 metri che la rende la più grande utilizzata da Webuild non solo in Italia, ma anche in Europa. È una vera e propria fabbrica mobile: durante lo scavo monterà in parallelo anche i rivestimenti, per cui dopo il passaggio della TBM la galleria sarà di fatto già completata. Questa TBM è lunga 130 circa metri e pesa 4.000 tonnellate ed è dotata di 18 motori che generano una potenza 10 Megawatt. È anche “green” essendo in grado di ridurre del 20% i consumi energetici grazie ad alcune caratteristiche innovative in termini di riduzione del consumo energetico sviluppate dal Gruppo Webuild con il fornitore, come l’“Eco Cruise” e Automatic utilities management’, una componentistica ad alta efficienza che consente di ottimizzare i parametri macchina rispetto agli standard tradizionali.
Come si chiama?
I nomi in lizza sono Costanza, Isabella, Irna e Partenope. Il nome della TBM sarà scelto nell’ambito di un contest online aperto alla cittadinanza organizzato da RFI (Gruppo FS Italiane) e annunciato nel corso dell’evento di venerdì.

È la punta di diamante della tecnologia di scavo?
Si, questa TBM è dotata di sistemi migliorativi e tecnologie all’avanguardia e innovative che consentono non solo di velocizzare l’avanzamento della macchina in contesti altamente spingenti, ma anche di ottimizzare la fase di rivestimento delle gallerie, aumentandone le performance produttive della macchina. In particolare, l’adozione del Continuous Mining consente di effettuare l’installazione dell’anello di rivestimento in conci prefabbricati contestualmente all’avanzamento, con l’eliminazione quasi integrale del tempo di fermo di norma necessario per l’assemblaggio dell’anello. Tali migliorie consentiranno non solo di velocizzare lo scavo massimizzando la continuità dell’avanzamento, ma anche di ridurre ogni necessità di fermo macchina programmato per interventi di manutenzione sulla macchina stessa

Quanto personale richiede?
La TBM lavorerà 24h, sette giorni su sette e vedrà coinvolto un team dedicato di oltre 100 persone altamente specializzate sia per il suo funzionamento che per la manutenzione, a cui si aggiungono figure esterne altamente qualificate a supporto.
Quanto tempo permette di risparmiare rispetto ai vecchi sistemi?
È difficile dare un dato preciso, posso dirle che la modalità di funzionamento del continuous mining è oggi una delle tecnologie più avanzate nell’ambito della realizzazione di progetti con scavo meccanizzato che ha segnato in modo importante l’evoluzione tecnologica delle macchine tipo EPB. Grazie a questa tecnologia innovativa si stima che la TBM potrà avanzare a una velocità media di 13 metri al giorno.

Quante sono in tutto le TBM che lavoreranno sul primo lotto dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria?
Quattro, di cui ben tre sono le più grandi impiegate in Europa dal Gruppo Webuild. Le quattro TBM saranno impiegate per realizzare le 8 gallerie naturali previste sul tracciato da scavare in meccanizzato. Oltre alla talpa che realizzerà il traforo della Saginara si sta procedendo al trasporto e montaggio delle altre due TBM gemelle, del tutto simili a quella in partenza e anch’esse con una testa fresante di oltre 13 metri: una scaverà nei prossimi mesi le gallerie a doppio binario Serra Lunga, Acerra e Petrolla, l’altra sarà impiegata per lo scavo delle gallerie Caterina e Sicignano, entrambe a doppio binario. Nelle prossime settimane si completerà l’arrivo in cantiere anche di una quarta TBM che sarà impiegata per lo scavo delle gallerie a singolo binario Piano Grassi e Contursi. È la prima ad essere stata “ricondizionata”, dopo aver scavato per il Grand Paris Express in Francia, nella innovativa fabbrica di Webuild a Terni, nuovo polo industriale e centro ad alta specializzazione nella rigenerazione di TBM.

È una sfida importante quella di portare l’alta velocità al Sud e in territori ancora contraddistinti da un deficit infrastrutturale che ne frena lo sviluppo…
Assolutamente, è un grande privilegio poter contribuire ad un progetto così strategico per lo sviluppo del nostro Sud, privilegio a cui corrisponde un enorme impegno che ci vede coinvolti giorno e notte e per questo desidero ringraziare tutte le imprese coinvolte nel progetto – Webuild(leader del consorzio) Pizzarotti, Ghella e Tunnel Pro – e tutte le persone e le maestranze che stanno lavorando a questo progetto che coinvolge una filiera di circa 170 fornitori da inizio lavori, dando supporto anche all’economia locale. Il Lotto 1° è uno dei 19 progetti che Webuild sta realizzando al Sud, tra i quali le grandi opere che prevedono la realizzazione di oltre 300 chilometri di linea ferroviaria ad alta velocità ed alta capacità. Progetti che già oggi danno occupazione a 8.100 persone, tra diretti e di terzi, con il coinvolgimento di 5.400 aziende della filiera da inizio lavori.