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Con-Tatto (VIDEO) – La Campania verso le elezioni: tutti insieme, ma in ordine sparso

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Tutti insieme in ordine rigorosamente sparso. Si può sintetizzare così la situazione che stanno vivendo in Campania sia il Centrosinistra che il Centrodestra. Il problema è sempre lo stesso: la scelta dei candidati alla presidenza della regione che almeno finora non ha prodotto risultati concreti. Se nel centrosinistra il PD e gli alleati sono uniti nel “niet” a Vincenzo De Luca, qualche problema c’è anche nel centrodestra dove i candidati abbondano e la decisione ancora non c’è.

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Entrambi gli schieramenti il candidato ideale lo avevano individuato da tempo ma le risposte degli interessati sono state entrambe negative: il magistrato Raffaele Cantone ha detto no al Centrosinistra; l’imprenditore Antonio D’Amato ha detto no al Centrodestra. Quindi, si continua a cercare un altro candidato. Il Commissario regionale del PD, Antonio Misiani, i colonnelli campani della Schlein, Marco Sarracino e Sandro Ruotolo, all’unisono continuano a sostenere che “Vincenzo De Luca è il passato e che bisogna guardare avanti. Non c’è bisogno di attendere la sentenza della Consulta. La scelta è fatta e De Luca non è il candidato. Siamo già oltre”. Quello che i vertici del Partito ancora non dicono è il nome del candidato. Sarà un PD oppure un 5Stelle da scegliere tra l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, e l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa? Si dice soltanto che il metodo da seguire è il campo largo (PD, 5 Stelle, Verdi e Sinistra) che ha portato all’elezione di Gaetano Manfredi a sindaco di Napoli. Appare evidente che in casa PD molti sperano nell’accoglimento del ricordo presentato alla Consulta dal Governo nazionale; se accolto, De Luca non potrebbe riproporre una nuova ricandidatura. In tal caso si dovrebbe comunque trattare anche con De Luca per non rinunciare al suo patrimonio di voti. E chi potrebbe essere il mediatore? Misiani, (definito da De Luca lo statista venuto da Bergamo) è il meno indicato. Anche se ha più volte ripetuto che De Luca ha operato bene il commissario regionale del PD continua a dire che deve farsi da parte e collaborare alla scelta del nuovo candidato. Intanto, i 5Stelle cominciano a dare segni di nervosismo sulla mancata designazione del candidato che rivendicano anche per bilanciare il peso dei due partiti tra Comune e Regione.  

Da parte sua Vincenzo De Luca non molla e continua a dirsi fiducioso che la Corte Costituzionale possa respingere il ricorso del Governo; in tal caso, non rinuncerebbe alla ricandidatura. Al tempo stesso continua a criticare i vertici del PD. Lo ha fatto anche a Milano, a margine della inaugurazione della Borsa Internazionale del Turismo, ribadendo che “il PD in Campania è sequestrato da oltre due anni” e che il “niet” al terzo mandato -parole di De Luca- “è una grande idiozia, inventata dai parassiti che vivono a Roma e non hanno il consenso neanche della madre. È una delle prove di ipocrisia e di fariseismo che abbiamo in Italia. C’è gente che ha non il terzo mandato, ma il trentesimo mandato. E dà pure fastidio”.

Qualche problema c’è anche nel Centrodestra. I tre maggiori partiti della coalizione, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Salvini, hanno indicato un proprio nome da candidare alla presidenza della regione (rispettivamente, Edmondo Cirielli, Fulvio Martusciello e Gianpiero Zinzi). Alle scaramucce e alle punzecchiature dei mesi scorsi hanno fatto seguito le dichiarazioni al miele delle ultime settimane con gli interessati che si dicono pronti a sostenere il candidato che sarà scelto a Roma dai vertici nazionali dei tre partiti. Qualcuno, ironicamente, consiglia il ricorso al gioco delle tre carte che a Napoli è di casa. Nei giorni scorsi, però, a creare mugugni ci ha pensato il giornalista del Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini, con il libro “Fratelli di chat. Storia segreta del partito di Giorgia Meloni”. Dai testi delle chat, che risalgono al 2019 e al 2021, emergono ironie dei Fratelli d’Italia di primo piano nei confronti di Matteo Salvini e le accuse gravissime nei confronti di Silvio Berlusconi. Non mancano accuse nei confronti degli “infami che passano le notizie ai giornali”. Il braccio destro della Meloni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha dato del Bimbominkia a Matteo Salvini che non ha gradito e aspetta l’occasione per restituire il colpo.  Più duro l’attacco a Forza Italia da parte di Edmondo Cirielli, oggi vice del leader di Forza Italia Antonio Tajani alla Farnesina.

Commentando alcune prese di posizione dei TG e dei giornali della famiglia Berlusconi su Fratelli d’Italia in occasione delle Europee Cirielli così scriveva: “Bisogna attaccare Forza Italia e Berlusconi con i suoi tg”. Quindi lanciava un neologismo: “basta ‘appecoronarsi’ a questi banditi ladri”.  Parole che hanno creato malumore all’interno del partito di Tajani. A gettare acqua sul fuoco, all’insegna del “volemose bene”, ci ha provato il candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Campania, Fulvio Martusciello, personalmente interessato a non rompere con i Fratelli d’Italia: “Abbiamo più volte ribadito -queste le sue parole- che se il candidato fosse espressione di Fratelli d’Italia non avremmo alcuna difficoltà a convergere sul nome di Edmondo Cirielli”. Ma sarà così?  Pare che in Forza Italia non manchino coloro i quali ipotizzano un vero e proprio veto sul nome di Cirielli dopo le sue dichiarazioni. È probabile che l’irrigidimento possa essere frutto di una tattica negoziale, dato che Forza Italia rivendica il ruolo di candidato per lo stesso Martuscello. In caso di divergenze potrebbe spuntarla il terzo incomodo, il leghista casertano Gianpiero Zinzi.

A proposito di Edmondo Cirielli, c’è anche chi sostiene che di fronte al fuoco amico degli alleati, potrebbe anche farsi da parte e puntare sulla candidatura al consiglio regionale del figlio Italo Giuseppe, attualmente consigliere di minoranza al Comune di Cava dei Tirreni e Coordinatore provinciale del Dipartimento Enti Locali del partito. In tal caso, dopo Teresa Armato, Stefano Caldoro, Piero De Luca, Gianpiero Zinzi (l’elenco è lungo per riportarlo interamente) avremmo in politica un altro figlio d’arte. Del resto a Napoli “i figli “so’ piezz’ ‘core”!

Morale della favola: la complessità dei problemi offre l’impressione che i due schieramenti stiano facendo a gara a chi polemizza di più al proprio interno col rischio di favorire la coalizione avversaria. Lo scopriremo all’apertura delle urne. A differenza dei partiti e delle loro tattiche, le urne non mentono.

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