Da qualche anno è “misteriosamente scomparso” dalla gran parte dei calendari. Nota particolarmente dolente: il suo nome è assente soprattutto sui calendari religiosi. Unici a tenerne memoria sono i calendari promozionali che le aziende con sede nel territorio comunale di Sant’Arsenio sono solite regalare ai propri clienti durante il periodo natalizio.
Eppure Sant’Arsenio non è mai stato un santo di “seconda fascia” per la Chiesa Cattolica. “Nato a Roma intorno al 354 da nobile famiglia senatoria” leggiamo sul sito ufficiale della autorevole Chiesa di Milano “nel 383 l’imperatore Teodosio lo volle a Costantinopoli per affidargli l’educazione dei figli Arcadio e Onorio“. Godeva insomma di ampio credito sia ad Oriente che Occidente, anche per la sua conoscenza del Greco.

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Antonio Coiro, dirigente Asl in quiescenza, già sindaco della cittadina, non accetta che il Santo cada nella dimenticanza. E pone la legittima questione ai nostri microfoni.
SANT’ARSENIO IL GRANDE – cenni biografici
Nato a Roma intorno al 354 da nobile famiglia senatoria. Nel 383 l’imperatore Teodosio lo volle a Costantinopoli per affidargli l’educazione dei figli Arcadio e Onorio. Vi restò undici anni, fino al 394, quando in seguito a una profonda crisi spirituale ottenne l’esonero da quell’incarico per ritirarsi nel deserto egiziano. Chiedendo a Dio una sicura via per giungere alla salvezza, una voce misteriosa gli avrebbe risposto: «Fuggi gli uomini». Il quarantenne Arsenio seguì alla lettera il consiglio: sbarcato ad Alessandria d’Egitto, si aggregò alla comunità degli anacoreti di Scete, in pieno deserto. Trascorreva notti intere in preghiera e meditazione: una preghiera fatta più di lacrime che di parole, poiché egli ebbe da Dio il “dono del pianto”. Dal 434 al 450, che si presume sia l’anno della morte, Arsenio dovette vivere lontano dalla tranquilla Scete, invasa da una tribù libica. Morì a Troe presso Menfi. Di lui, oltre a una cronistoria e a sagge massime, riferite da Daniele di Pharan, amico di due discepoli di Arsenio, ci resta addirittura un ritratto in cui appare di bell’aspetto, maestosamente alto e asciutto.