di Giuseppe D’Amico
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha comunicato le nuove indicazioni per scuole elementari e medie: più musica, fin dai primi anni di scuola, più epica, anche quella nordica, e più storia, ma solo quella dell’Italia e dell’Occidente. Ma la novità più importante per i ragazzi delle medie è il ritorno del latino in seconda: un’ora alla settimana. Non sarà però obbligatorio, ma a scelta delle famiglie. Molte scuole medie del resto già lo fanno in autonomia, per lo più al pomeriggio visto che già così l’orario è compresso fra le 8 e le 14. Si tratterà di una prima infarinatura che ha il duplice scopo di far esercitare i ragazzi nella traduzione per sviluppare le cosiddette competenze di come risolvere un problema ma soprattutto di rafforzare la consapevolezza del legame fra la lingua italiana e il latino per “trasmettere l’idea della continuità, il tema importantissimo dell’eredità”.

Ministro dell’Istruzione e del Merito
Gli esperti ritengono che dal punto di vista metodologico il latino non è soltanto una lingua antica ma è esercizio del pensiero: c’è chi lo paragona alla matematica, chi agli scacchi, ma tutti concordano sul fatto che lo studio del latino impone il suo metodo di pensiero:
– ordine: la frase latina ha una struttura molto ordinata tanto che possiamo farci aiutare dalla posizione di un vocabolo per tradurlo;
– costanza: non c’è dubbio sulla necessità di studiare con costanza la grammatica latina per saper riconoscere le desinenze, le declinazioni ecc;
– logica: con la logica si ricostruisce la relazione tra una parola e un’altra, si distingue un verbo da un sostantivo o quale sia il soggetto.
Per gli esperti del settore la lingua italiana affonda le radici nel latino e lo studio di questa lingua classica, è uno dei modi migliori per difenderla e per potenziare le abilità di scrittura e di lettura degli studenti, di cui sempre più spesso si lamentano per esempio i docenti delle nostre università. Non c’è dubbio che il latino favorisca il miglioramento della conoscenza dell’italiano, la formazione della personalità complessiva degli alunni, allenandone il senso critico.
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Sulla vicenda è intervenuta la scrittrice torinese Paola Mastrocola, coautrice del saggio “Il danno scolastico” che ha così commentato la notizia: “Fossi nel ministro Valditara non lo lascerei facoltativo perché le famiglie continuano a considerare il latino inutile. Invece è una palestra per la mente, però chiederei al ministro dell’Istruzione Valditara di essere meno prudente. L’obbligatorietà è necessaria, perché poi le famiglie immaginando che il latino sia materia inutile ai fini pratici eviteranno quell’opzione per i figli”.
E a chi ritiene che lo studio del latino è inutile così risponde: “Ma scherziamo? Basta con la storia dell’inutile e del reazionario! Se non serve nell’immediato per comprare il pane o fare un investimento, rappresenta invece uno strumento fondamentale per la nostra capacità di pensiero, discernimento ed espressione. Abbiamo dovuto attendere un governo di destra per accendere una luce sul latino. Spero bene che anche la sinistra se ne riappropri. E così del greco, ma poi non vorrei esagerare…”. Se un alunno fa male le medie, poi, come accade, avrà carenze non più colmabili alle superiori e anche all’università”.
L’iter relativo allo studio del latino nelle scuole medie inizia il 31 dicembre del 1962 quando il Parlamento approva la legge di riforma della scuola media. Il primo ottobre del 1963, gli studenti varcarono per la prima volta i cancelli della “media unica”, inaugurando una nuova era dell’educazione in Italia. Questo periodo segna la prima grande riforma democratica successiva alla riforma Gentile, con un forte impegno verso l’abolizione delle discriminazioni sociali e l’espansione degli accessi alle scuole secondarie. Con questa legge, l’obbligo scolastico viene esteso fino all’età di 14 anni, ribadendo l’importanza dell’istruzione gratuita per tutti. Una delle modifiche più significative fu l’abolizione dell’esame di ammissione alla scuola media, facilitando l’accesso all’istruzione superiore e ponendo fuori legge il lavoro minorile per i minori di 14 anni. Nel 1978 il latino viene abolito. Ora viene ripristinato sia pure per una sola ora a settimana. Purtroppo, spesso nel nostro paese le leggi si fanno e si disfanno con una certa naturalezza per cui, condividendo l’opinione della scrittrice Valeria Mastrocola, torna alla mente un vecchio adagio sempre attuale: “Ordine più contrordine uguale disordine”.