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Polla, 40 anni fa la nuova toponomastica stradale

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Quarant’anni fa, il 22 dicembre 1984, veniva presentata a Polla la nuova toponomastica stradale, frutto di un progetto voluto dall’Amministrazione Comunale e affidato a Giovanni Bracco. I risultati del difficile e delicato lavoro svolto, frutto di studi e ricerche di testimonianze orali e documenti di archivio, diedero vita ad un volume dal titolo “Detta da Greci Apollo”, tratto da uno scritto di Paolo Eterni: “Più avante vedesi la Polla detta da Greci Apollo loro oracolo, piena di Populo…”della prima metà del ‘600. La presentazione al pubblico avvenne nel corso di un apposito convegno nel Convento di Sant’Antonio. Oltre al sindaco, Vincenzo Romano, e all’assessore Vincenzo Curcio, promotori dell’iniziativa, presentarono la nuova toponomastica stradale i professori Diego Carpitella e Giovanni Vitolo. Alla manifestazione fu dedicato un numero speciale del “Corriere Turismo – del Salernitano”, edito dalla “Curcio Viaggi” che proprio in quell’anno aveva ottenuto dal Ministero dei Trasporti l’autorizzazione per avviare un servizio di pullman tra il Golfo di Policastro il Vallo di Diano e Roma.

Giovanni Bracco

Per Vincenzo Curcio la pubblicazione del volume con le indicazioni della nuova toponomastica stradale con brevi biografie di ogni singolo nome scelto. Era la logica continuazione di un’altra iniziativa editoriale del comune che nel 1976 aveva pubblicato la monumentale opera “Polla, linee di una stori, scritta da Vittorio Bracco (una seconda edizione riveduta ed ampliata uscirà nel 1999. A spiegare le motivazioni della decisione è proprio l’assessore Vincenzo Curcio che in un articolo dal titolo “La storia delle strade: ragioni di una continuità” così scriveva: “Avevamo notato che ad un forestiero che chiedeva dove si trovasse Via Italia, Via Trieste o Via Roma, nessuno sapeva dare una risposta mentre tutti sapevano i loro corrispettivi nomi popolari di Codone, Campi o Parco. Allora perché non ripristinare i vecchi toponimi col duplice scopo di ridare luce alla storia locale, facendola uscire dal chiuso delle pagine del libro, e nello stesso tempo di rendere ufficiali e legittimi quei nomi presenti nella coscienza popolare ma declassati quasi a soprannomi?”. Da qui l’idea di dare vita ad una nuova toponomastica e di integrarla con quella esistente. A conclusione del suo interventi Vincenzo Curcio, dopo avere evidenziata la soddisfazione dell’Amministrazione così concludeva: “Questo secondo volume, “Detta da Greci Apollo”, si pone sulla scia dell’altro a significare un proprio continuo, convinto ed appassionato interesse per la tutela  e la valorizzazione dei beni culturali, nel cui ambito va inserita la pubblicazione di queste ricerche storiche, perché, come io stesso dissi nel corso della presentazione del libro di Vittorio Bracco, “il bene culturale più grande e importante per un paese, per un popolo, e la storia”. Per Giovanni Bracco, “Il criterio adottato per l’elaborazione e la sistemazione della nuova toponomastica di Polla risponde a due principi fondamentali. Innanzitutto la conservazione o il ripristino dei toponimi di tradizione popolare, tramandati sia dalle fonti scritte, sia da quelle orali; in secondo luogo, l’intitolazione delle strade di recente formazione, o che non avessero denominazione particolare, a figure e a momenti significativi della storia orale”.

Per quanto riguarda l’accoglienza dei nuovi toponimi, “considerati i principi seguiti nella scelta dei nomi “l’operazione dovrebbe fugare ogni sospetto di municipalismo anacronistico: quello che Polla vuole offrire è un modello per tutti, a cominciare dai centri vicini del Vallo di Diano. Un invito ad approfondire la conoscenza del territorio, riscoprendo le radici comuni”. Da parte sua il sindaco Vincenzo Romano, convinto sostenitore del progetto, così scriveva: “l’iniziativa obbedisce alla perenne esigenza popolare di rispetto della cultura tradizionale ed assurge a monito soprattutto per i giovani, affinché ne traggano ragione ed elevamento morale e sociale. Essa è, in fondo, un ritorno consapevole alle radici alle quali attingiamo linfa e vigore per il nostro vivere quotidiano, per la nostra storia”. A distanza di 40 anni meritano di essere ricordate le parole di Diego Carpitella, all’epoca ricercatore di musica di tradizione orale: “… La rivoluzione toponomastica, realizzata con pertinenza e coscienza critica dal Comune di Polla, è un avvenimento del tutto singolare, almeno per quanto ne so io. Perché la toponomastica è senza dubbio un ingrediente della propria identità, e della tradizione…Il settore di urbanistica del Comune di Polla è come se avesse scelto e selezionato un album di famiglia, l’albero genealogico delle strade, delle piazze, dei corsi, degli slarghi etc., mediante un’opera di sostituzione, di cancellazione, di riaffermazione, etc. L’operazione era piuttosto complessa e delicata: ma è riuscita. Soprattutto evitando una critica che potrebbe essere fatta a questo album di famiglia toponomastico”. 

Per dovere di cronaca, va evidenziato che dopo alcune difficoltà iniziali, peraltro previste, l’iniziativa è stata recepita dagli abitanti che hanno compreso lo spirito dell’iniziativa. Per Giovanni Vitolo, all’epoca giovane docente universitario (nel 1980 aveva pubblicato un interessante studio sul villaggio San Pietro di Polla), “La storia ha soltanto il compito di far conoscere la vita e l’operato degli uomini del passato, per rendere possibile la comunicazione tra una generazione e l’altra; e, in quanto tale, non può non occupare un posto di primo piano nel processo educativo, in un’epoca in cui alla scuola, soprattutto dell’obbligo, si chiede di educare e orientare più che insegnare. In questo contesto un ruolo sempre più importante si va riconoscendo alla toponomastica che, quando è rispettosa della storia e delle tradizioni locali, si rivela di grande aiuto per gli insegnanti, perché aiuta ad impostare una didattica della storia strettamente aderente al contesto ambientale”. Le parole di Giovanni Vitolo sono la migliore testimonianza che far conoscere la storia del proprio paese alle giovani generazioni non è tempo perso. E in questa prospettiva il lavoro fatto 40 anni fa da Giovanni Bracco è ancora oggi un esempio da seguire.

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