Di Giuseppe Geppino D’Amico
Nei giorni scorsi si è molto discusso, in termini positivi, di alcune iniziative legate alla solidarietà, all’accoglienza e all’inclusione di persone svantaggiate. Sono diversi i campi interessati al dibattito sull’inclusione che, però, non può prescindere dall’accoglienza. Particolare attenzione va riservata all’inclusione scolastica e a quella sociale.
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Alla prima tematica hanno posto rimedio dapprima i Padri Costituenti inserendo nella Costituzione il diritto all’inclusione; successivamente, è intervenuto il Parlamento con una serie di leggi che hanno individuato modelli didattici flessibili con forme di integrazioni, esperienze di interclasse o attività organizzate in gruppi di alunni ed affidate a insegnanti specializzati.
In tema di inclusione è recente la notizia che la Banca Monte Pruno, nell’ambito del programma “Life Is a Game Autisms”, a conferma del proprio impegno a favore dell’inclusione sociale e del supporto ai giovani, ha inserito in organico nella Filiale di Salerno un giovane che ha già intrapreso un tirocinio formativo che sarà fondamentale per la sua crescita. Tutto nasce grazie alla sinergia tra la Banca Monte Pruno e la Cooperativa Giovamente. È il risultato di un lungo percorso condiviso, che include progetti come la creazione dello “Spazio Indaco” a Sant’Arsenio, dedicato ai bambini con disturbi di neurodivergenza per autismo, e l’organizzazione del VII International Congress AUTISMS, che terrà a Salerno dal 29 novembre al 1° dicembre, al quale parteciperanno sia la Banca Monte Pruno che la Fondazione omonima. L’iniziativa conferma l’impegno della Banca di non lasciare indietro nessuno, sostenendo con determinazione chi vive situazioni di difficoltà, come l’autismo. Con questa iniziativa la Monte Pruno ribadisce il proprio ruolo non solo come istituto di credito, ma anche come pilastro di una comunità più equa e solidale. L’auspicio è che altre aziende seguano questo esempio perché fare del bene non arricchisce solo chi lo riceve, ma soprattutto chi lo compie.
Nel Vallo di Diano merita di essere evidenziata la missione dell’Associazione “Una Speranza” di Sala Consilina che si basa su un obiettivo essenziale: costruire una rete di servizi per rispondere alle esigenze quotidiane del “durante” e del “dopo di noi”. L’obiettivo è garantire una vita dignitosa alle persone con disabilità, rispettandone le capacità e aspirazioni, anche quando parenti e amministratori di sostegno non saranno più in grado di seguirle. L’Associazione ha realizzato a Sala Consilina il Centro “Una Speranza”, struttura di quattro piani circondata da due ettari di terreno. Inoltre, ha promosso la nascita della Cooperativa “Natura Solidale”, che si occupa dell’inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate. La cooperativa gestisce una fattoria sociale che produce cibo di qualità e offre ospitalità, unendo agricoltura, accoglienza e inclusione.
Il tema “inclusione” diventa più complesso ma non meno importante quando interessa persone provenienti da altri continenti che approdano in Italia alla ricerca di una vita migliore. In quest’ottica meritano attenzione quei comuni del Vallo di Diano e degli altri comprensori a sud di Salerno dove sono state studiate e realizzate importanti iniziative di inclusione degli ospiti nella realtà socio-economica. Da anni sono attive tre cooperative sociali che lavorano per l’inclusione dei migranti, “Tertium Millennium”, “Il Sentiero” e “L’Opera di un Altro”. Nell’ultimo decennio nei 20 comuni che hanno aderito al progetto sono stati inseriti nel processo lavorativo oltre mille giovani migranti. Lavorano con determinazione e senso di responsabilità nelle 130 aziende che negli anni hanno attivato tirocini formativi oppure hanno direttamente stipulato contratti di lavoro per Operatori socio sanitari, sarti, falegnami, fornai e pizzaioli.
Un discorso a parte va fatto per l’accoglienza integrata per l’inclusione dei minori stranieri non accompagnati. A decorrere dal momento dell’inserimento del minore nelle strutture di accoglienza, le istituzioni scolastiche e quelle formative accreditate dalla Regione attivano misure atte a favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico e formativo anche attraverso la predisposizione di progetti specifici che prevedano, ove possibile, l’utilizzo o il coordinamento dei mediatori culturali. Si comincia con l’inserimento scolastico dei migranti che è uno dei capisaldi della tematica dell’accoglienza e dell’inclusione attuata dagli enti gestori dei progetti SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione). Oltre ad assicurare vitto ed alloggio, il progetto prevede in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Indubbiamente, il progetto del Centro SAI è particolarmente impegnativo ma sta dando ottimi risultati al punto che l’Assessore Regionale al Lavoro, Antonio Mattiello, nel corso di un recente convegno organizzato a Polla per celebrare i primi dieci anni di attività del locale Centro SAI, lo ha definito “un modello da esportare”.
La strada intrapresa è quella giusta.