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A Sant’Arsenio l’amarezza di Giuseppe Scopelliti (VIDEO): “C’è uno Stato che tutela e uno che aggredisce”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

È stato presentato sabato a Sant’Arsenio, nell’aula consiliare del Comune, il libro dell’ex presidente della Regione Calabria ed ex sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, dal titolo “Io sono libero” (Luigi Pellegrino Editore). A moderare i lavori l’avvocato Enrico D’Amato; dopo l’introduzione di Giovanni Graziano sono intervenuti nel dibattito il Sindaco di Montesano sulla Marcellana, Giuseppe Rinaldi, ed il Sindaco di Corleto Montone, Filippo Ferraro. Prima della conclusione dei lavori, affidata al presidente Scopelliti, Il Presidente della Camera Penale presso il Tribunale di Salerno, Avv. Michele Sarno, ha proposto ai presenti una riflessione tecnica senza tralasciare le valutazioni di ordine politico legate alla stretta attualità. In particolare, sono stati affrontati anche temi legati alla necessità di riformare la giustizia e di recuperare la passione per l’impegno pubblico sui territori che, a giudizio degli organizzatori, soprattutto nelle piccole realtà, è venuta scemando nel tempo.

GUARDA IL VIDEO CON LE INTERVISTE A GIUSEPPE SCOPELLITI E MICHELE SARNO:

Si tratta di un libro intervista curato dal giornalista Franco Attanasio, incentrato sull’impegno politico di Scopelliti, considerato l’enfant prodige della destra italiana, bruscamente interrotto da una controversa vicenda giudiziaria culminata in sentenza di condanna alla detenzione, confermata poi dalla Corte di Cassazione, che metteva fine ad una carriera politica che, costruita su un fortissimo consenso popolare, sembrava inarrestabile. L’appuntamento è promosso dal Movimento associato di cultura politica “Spazio Conservatore”, sodalizio di area conservatrice che accomuna diverse sensibilità politiche ma che tutte, ciascuna dalla propria prospettiva, si rifanno al pensiero conservatore nelle sue diverse sfumature, dal liberale, al nazionale, dal sociale al progressista, per finire al conservatorismo verde e quello tradizionalista.

Giuseppe Scopelliti politico era considerato un emergente del Centro Destra calabrese e non solo: consigliere comunale a Reggio Calabria dal 1995 al 2000; sindaco della città dal 2002, riconfermato cinque anni dopo; nel 2010 viene eletto presidente della Regione Calabria; nel 2014, condannato in primo grado per falso ideologico si dimette. Nel 2018 arriva la sentenza della Cassazione e per lui si aprono le porte del carcere. Conosce il giornalista Franco Attanasio e accetta l’invito a scrivere un libro sotto forma di intervista. Nasce così “Io sono libero”, dedicato, si legge in premessa, dedicato “a quanti non hanno creduto ai teoremi, alle responsabilità da accertare. Spesso sconfessate: inquietanti e dolorosi protagonisti del nostro tempo”.

Per Gianfranco Fini, autore della prefazione, “il titolo del bel libro intervista a Giuseppe Scopelliti non è, come potrebbe pensare chi non lo conosce, una beffa o una provocazione. E nemmeno un efficace espediente retorico per attirare l’attenzione del lettore sulla vicenda umana e politica di un uomo in carcere a seguito di una condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi, per falso ideologico, emessa nell’aprile 2018. Una condanna che ha travolto una lunga serie di successi elettorali, di prestigiosi incarichi istituzionali, di pubblici riconoscimenti. Fin dalle prime pagine, l’Autore dichiara di sentirsi e di essere libero perché “… la libertà è immutabile e atemporale, lo è aldilà delle circostanze, della lunghezza della catena, dell’ampiezza di una cella…”. Un convincimento che presuppone solide basi morali e che non è facile ritenere sincero se espresso da chi è passato repentinamente dagli altari alla polvere, dal prestigioso status di leader politico incontrastato, prima di Reggio Calabria e poi dell’intera regione, a quello di inquilino della cella numero sedici del carcere di Arghillà”.

Da parte sua Scopelliti ha concluso il suo intervento con una considerazione particolarmente amara: “Ho sperimentato come lo Stato – ha detto l’ex presidente della Calabria – può essere quello che ti tutela, quando dopo le minacce della ‘ndrangheta io e la mia famiglia finimmo sotto scorta, ma anche quello che ti aggredisce”.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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