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“Lucania” di Giovanni Bracco

Di Giovanni Bracco

Offro ai lettori di ValloPiù un piccolo Carme, figlio delle mie scorribande lucane dell’estate scorsa, fatto di appunti, acquerelli, meditazioni.

Lucania

             alla cara memoria di Maria Tortorella

Nel lutto che recupera radici
anche meno curate
si sistemano i volti e le figure
come dentro i riquadri di un polittico.
Ma la memoria è un calco
dai contorni che sfumano.
 
Echi dall’Auguraculum di Banzi:
l’officiante col lituo,
invaghito del volo degli uccelli,
inquadra una porzione della volta
celeste proiettandola sui cippi
corrispondenti a terra
per trarne un vaticinio.
 
Quali presagi? Ho il cuore nello stormo
nero dei corvi che si leva a un tratto
dal basolato della strada antica
sul fianco delle terme di Venusia.
 
Le perdite a cui non c’è rimedio
rimarcano la nostra insufficienza.
 
Idoli dentro ai luoghi
di culto o nelle case,
segni dal cielo, lacrime, ferite
inguaribili, il lascito dei miti,
bisogno del divino,
del prodigio salvifico
che affranchi dalla colpa d’esser vivi.
 
Tra i vivi e i morti, la superstizione.
 
Potenza dell’amore.  Quali formule
per rinnegarlo, o attrarre e vincolare?
Filtri, fatture, sguardi,
litanie di parole bisbigliate
e mani che impongono o allontanano.
 
Ah, i malefici! Covano, digrignano
rancori e invidie, intorpidite al sole
come serpenti prima della muta.
 
Canne rabbiose, l’Agri e la sua valle,
il vento le percuote.
 
Craco, dentro un silenzio uniforme,
arido, ferma il tempo su distese
argillose che posano in teatri
come gobbe preistoriche dormienti.
 
Volteggia a spirale a bassa quota
un falco sui calanchi di Aliano,
obbligato alla caccia.
Nella libera scuola di un giardino
per il gioco i bambini stabiliscono
quello che vale e quello che non vale.
Pennacchi di conifere
su al cimitero. Tra i suoi contadini
Carlo Levi e, più in alto,
uno sfondo biancastro
come di tele ancora da dipingere.
Vento di sabbia, qualche
cane mansueto sta alla larga, e noi
ulivi sulla cresta dei calanchi.

a Polla e a Roma, luglio-ottobre 2024

GIOVANNI BRACCO

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