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Salerno ricorda Matteotti nel centenario dell’uccisione ad opera dei fascisti

Foto notturna del Crescent di Salerno visto dal Lungomare. Natale 2022

di Giuseppe D’Amico

Cento anni fa, il 10 giugno 1924 veniva ucciso a Roma da una squadra fascista il deputato socialista Giacomo Matteotti. Pochi giorni prima, il 30 maggio 1924, aveva pronunciato alla Camera dei Deputati un duro discorso  per denunciare l’illegalità delle elezioni del mese precedente: le ultime con la presenza di più partiti, ma comunque viziate non solo dalle restrizioni contenute nella Legge Acerbo ma anche da brogli e atti di squadrismo, inclusa l’uccisione del candidato socialista Piccinini che verrà comunque votato post-mortem con un gran numero di preferenze.

L’elezione” affermò Matteotti nel suo discorso “secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni”. Denunciò, inoltre, la propensione autoritaria del governo fascista, del suo ostentato e rivendicato atteggiamento anti-democratico. Profetica la frase rivolta dal deputato ai colleghi parlamentari al termine del suo intervento: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora, tocca a voi preparare il discorso funebre per me”.

Indubbiamente Giacomo Matteotti ha lasciato il segno nella storia della politica italiana per il suo coraggio per cui non è stato dimenticato. Sono state numerose le iniziative per ricordarlo nel corso degli anni e, in particolare, in occasione del centenario dell’uccisione.

Lunedì 9 settembre 2024 sarà ricordato anche a Salerno. In largo santa Maria dei Barbuti (inizio ore 21,15 – ingresso 10 euro) andrà in scena “Giacomo Matteotti – cronaca di un delitto di Stato”, di Corradino Pellecchia, riduzione e regia di Eduardo Scotti, con Andrea Carraro, Paola Ferrari e lo stesso Eduardo Scotti che ha anticipato il tema: “Saranno ricordati i giorni del delitto di Stato più clamoroso della Storia, l’assassinio con cui – di fatto – nacque l’antifascismo militante: a cento danni dalla morte di Matteotti, che segnò anche la fine della libertà di stampa, l’introduzione della pena di morte, la fine del vero potere parlamentare, ovvero le cosiddette leggi “fastiscissime” lo spettacolo propone, in chiave teatrale, la cronaca incalzante di quei giorni, dall’uccisione del politico avverso al regime all’avvento del fascismo di Mussolini”.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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