Di Giuseppe Geppino D’Amico
Si avvia a conclusione a Polla, presso la Biblioteca Comunale, il progetto internazionale “Valle delle Radici: le terre dei migranti”, organizzato dall’Associazione “Tanos” presieduta da Fabio Ragone. Dopo la prima serata dedicata all’inaugurazione della mostra “Memorie di migrazioni” e al convegno sullo stesso argomento, giovedì sera Vincenzo Andriuolo ha tenuto un seminario sul dialetto, suscitando particolare attenzione tra i presenti come già avvenuto nelle sei precedenti tappe del progetto, . Vallo Più lo ha intervistato proprio su questi temi.
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Andriuolo, presidente dell’Associazione “Mòre Dianense”, è un profondo conoscitore del dei dialetti del Vallo di Diano. A cui dedicato alcuni volumi. Nel 2015 ha pubblicato per la casa editrice Global Press “Il dialetto romanzo di Teggiano. Fonetica, morfologia, sintassi e vocabolario di base” e nel 2018 per le Edizioni dell’Ippogrifo la ristampa di “Frisèddi ri carajèsima. La poesia satirica in vernacolo teggianese di Gaetano D’Elia”, ristampa con commento di poesie scritte nella seconda metà dell’Ottocento dal medico Gaetano D’Elia. Per il suo appassionato impegno nello studio dei dialetti lo scorso anno è stato insignito del “Premio Angiolillo”, organizzato a San Gregorio Magno dal Gruppo Folklorico Gregoriano. Oggi è in programma la chiusura del progetto con il laboratorio di Genealogia a cura di Michele Cartusciello, fondatore e direttore del Museo del Cognome che ha sede a Padula.
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Il progetto internazionale “Valle delle Radici: le terre dei migranti”èstata organizzata dall’Associazione “Tanos” grazie a un finanziamento concesso dal Ministero degli esteri e della Cooperazione Internazionale, prevede una serie di attività culturali in favore degli italo-discendenti sparsi nel mondo da attuare in occasione del “2024 – Anno delle Radici Italiane”. Sette i comuni del Vallo di Diano beneficiari del contributo ministeriale (Atena Lucana, Casalbuono, Monte San Giacomo, Padula, Polla, San Pietro al Tanagro e Sanza). Legati da un accordo di partenariato, hanno dato vita ad un calendario di attività culturali che punta ad attrarre un pubblico di turisti delle radici stimato in 80 milioni di persone (fonte ministeriale). La realizzazione del progetto conferisce ai partecipanti il titolo di “Comuni delle radici” (Italea). Si tratta di una certificazione coerente con dati storici che dimostrano come, le comunità valdianesi siano state protagoniste di un espatrio massivo verso destinazioni transoceaniche ed europee, nel periodo compreso tra fine Ottocento e gli anni Settanta del secolo scorso. Nello specifico, il progetto punta a rafforzare il rapporto del territorio valdianese con le comunità di discendenti di emigranti italiani residenti all’estero mediante due tipologie di esperienze: la partecipazione ad eventi identitari preesistenti (manifestazioni religiose, rievocazioni storiche, sagre, etc.) e lo svolgimento di attività, disegnate appositamente per i turisti delle radici, che puntano a potenziare la riscoperta delle loro storia familiare, l’integrazione con la comunità locale e una conoscenza delle tradizioni e della cultura di origine.