Di Antonio Sica

“Riconoscimento al merito per il costante impegno sociale da decenni nel salvaguardare la storia del territorio e di tutto il meridione d’Italia”: è questo la motivazione del prestigioso Premio Nazionale Angiolillo, attribuito nei giorni scorsi al giornalista, scrittore e storico di Polla Giuseppe Geppino D’Amico. La cerimonia di consegna del Premio si è svolta nel corso della serata conclusiva della 16^ edizione dell’Angiolillo Folk Fest, il Festival Internazionale del Folklore che ha avuto luogo a San Gregorio Magno. Geppino D’Amico ha ricevuto il premio alla presenza -tra gli altri- di una rappresentanza del Gruppo Folkloristico Internazionale “Tanager” di Polla, con la Presidente Enza De Luca.
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Ad organizzare l’evento il Gruppo Folklorico Gregoriano presieduto da Francesco Tortoriello. Sul palco, a condurre l’evento -ripreso da Volcei Press– Barbara Landi e Donatello Iacullo. Un premio -a detta degli organizzatori e anche del sindaco di San Gregorio Magno Nicola Padula – meritatissimo per l’attività nel campo sociale e culturale di Geppino D’Amico, come si evince anche dal video nel quale Barbara Landi si dice impressionata per “l’incredibile curriculum”. “Per vivere -ha detto D’Amico– ho fatto l’addetto stampa dell’ASL Salerno, un lavoro molto delicato. Per non morire mi sono dato alla ricerca storica. Questo è sempre stato il mio modus vivendi”
CURRICULUM VITAE DI GIUSEPPE D’AMICO
È nato a Polla dove vive. Ha conseguito il diploma di Laurea in Scienze dell’Amministrazione presso l’Università degli Studi di Siena con una tesi su “Il pensiero politico di Carlo Pisacane”. Iscritto all’Albo dei Giornalisti della Campania dal 1985, ha diretto il Corriere del Vallo, organo ufficiale della Comunità Montana, e le emittenti Punto Radio e Televallo.
Ha collaborato con “Il Giornale di Napoli” ed altre testate della Campania. Dal 1996 al 2016 è stato Addetto Stampa della ASL SA 3 di Vallo della Lucania e dal 2005 della ASL Salerno fino al collocamento in quiescenza. Attualmente è presidente del Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano “Pietro Laveglia” di Sala Consilina (di cui è stato vice presidente per 15 anni). È Direttore dei “Quaderni dell’Associazione Culturale “Luigi Pica” di Sant’Arsenio e Direttore responsabile del Magazine online vallopiu.it
Ha al suo attivo la pubblicazione di numerosi volumi tra i quali:
- Suor Teresina di Gesù Obbediente, Salerno, Asir (1993);
- Il coraggio di partire, Salerno, Carlone Editore (1995);
- Giovanni Florenzano, un protagonista dimenticato, Salerno, Carlone Editore (1996);
- La Strada della Santità, Salerno, Asir (1997);
- Vicende e figure del Vallo di Diano nel periodo postunitario, (1998);
- Il 1799 nel Vallo di Diano e dintorni, Salerno, Laveglia Editore (1999);
- Il mito di Velia e il fascino del Grand Tour, Salerno, Impronta Italia, 2002;
- Nella terra di Cuccaro Vetere, pietà religiosa e arte in un paese del Cilento, (con Carmine Tavarone), Sarno, Edizioni dell’Ippogrifo, (2003);
- Trent’anni di Rotary nel Vallo di Diano (2005);
- Storie di donne senza storia, Salerno, Laveglia&Carlone Editore, (2010);
- Il Vallo di Diano da Sciarpa a Garibaldi, Salerno, Laveglia&Carlone, (2011);
- Alfredo De Marsico, il mago della parola, Laveglia&Carlone, (2011);
- C’era una volta lu cucinatu, Rotary Club Sala Consilina-Vallo di Diano (2016);
- Cronaca di un efferato delitto: il caso Cestari, Moliterno, Porfidio Editore (2017);
- Giuseppe Alliegro, Una voce fuori dal coro, Padula, Circolo “C. Alberto” (2018);
- Riflessioni in Tv in tempi di pandemia, Italia 2 Tv (2021).
Ha curato, inoltre, la pubblicazione e la riedizione di opere di altri Autori scrivendone la presentazione. Ha ottenuto diversi riconoscimenti: Premio Calabria Riviera dei Cedri (1996); Premio Nazionale Parmenide sezione saggistica, Velia 1998; Premio Giornalistico Mimmo Castellano (2020); Premio Libri Meridionali, Castellabate 2021; Premio Bianco Tanagro, Auletta 2024. Ha tenuto numerose conferenze principalmente legati alla storia del territorio: L’emigrazione; Il brigantaggio; Il Decennio Francese nel Vallo di Diano; Il pensiero politico di Carlo Pisacane; La condizione della donna nell’antica Lucania Occidentale. Ha coordinato, inoltre, tantissimi dibattiti su argomenti politici oppure legati alla storia e alle tradizioni popolari della provincia di Salerno.
CHI ERA “ANGIOLILLO”

Angelo Duca, detto Angiolillo, nato a San Gregorio Magno nel 1734, è il personaggio che per le sue azioni di banditismo era molto conosciuto, in Basilicata e in Campania, nella seconda metà del ‘700. Era considerato un moderno Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri, emblema di un brigantaggio di stampo sociale. Diversi scrittori e storici hanno dedicato pagine importanti: Alexandre Dumas, Hans Mathes Merkel, Francesco Saverio Nitti. Molto importante è il saggio che ad Angiolillo dedicò del 1936 Benedetto Croce, a giudizio del quale “l’esempio di Angiolillo, pur non potendosi ascrivere nell’ambito di un programma di carattere politico – sociale, rappresentò, in relazione al brigantaggio delle nostre province, la pura anima sociale ed ideale, quegli “sparsi elementi di bontà, di generosità, di eroismo, coi quali il Cervantes compose la sua figura ideale”. Il tedesco Hans Mathes Merkel, dedicò alla sua figura di brigante gentiluomo un’opera intitolata Il buon diritto del brigante Angelo Duca. Francesco Saverio Nitti nel saggio Eroi e Briganti, mise in risalto di questo generoso brigante il desiderio di proteggere l’onore delle fanciulle dalle prepotenze di taluni baroni che erano soliti abusare di loro in modo indegno. Per il successo popolare che Angelo Duca riscosse, il governo borbonico iniziò contro di lui una dura repressione: Angiolillo si presentava come portatore di un modello di giustizia alternativo e vicino alla povera gente, ragione per la quale la sua fama si era estesa non solo al paese natale, ma a tutta la provincia. Nel 1784 fu Ciccio Zuccarino a tradirlo. Il “brigante buono” venne catturato insieme al suo compare Peppe Russo. Condotto prima ad Avellino e poi a Salerno, fu giustiziato per ordine diretto di Ferdinando IV, naturalmente senza alcun processo.