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Gli angeli del fuoco: volti e storie dei volontari dell’incendio sui monti di Sala Consilina

Di Angela Freda

Un amore più grande della paura… una passione più forte del fuoco. E’ ciò che ha spinto negli ultimi giorni tanti cittadini ad intervenire volontariamente sul fronte dell’incendio che ha devastato le montagne di Sala Consilina. Volontari che hanno dato il loro apporto nel tentativo di domare le altissime fiamme che hanno richiesto l’intervento delle squadre dei Vigili del Fuoco e dell’antincendio boschivo della Comunità Montana valdianese. Michele, Ivan, Nuccio, Ernesto, Antonio: questi alcuni dei loro nomi. E dietro di loro un’unica comune passione a muoverli: quella per la montagna e per il proprio territorio. Michele indossa una divisa nella vita ma, fuori dal servizio, la sua casa sono i monti salesi.

Cresciuto a “pane e Sito Alto” da suo padre, Giorgino, storico custode della cappella della Madonna di Sito Alto, è abituato fin da bambino a percorrere sentieri e boschi. Da anni con l’associazione GG Trail ha dato vita ad un trail che attraversa proprio i monti salesi portandovi centinaia di sportivi che con lui condividono tale passione. Ma Michele non si ferma mai: organizza giornate ecologiche per rimuovere rifiuti, sistema e apre nuovi sentieri (tra cui il GIORGINO): con un team di amici volenterosi, svolgono il ruolo di sentinelle del territorio.

Ivan e Nuccio son due fratelli. “Il Vivo” è tutto per loro: luogo di giochi da bambini, di sogni da adolescenti.

E’ da lì che traggono i loro prodotti biologici. Da sempre attenti alle tematiche ambientali, fin dai tempi dell’ipotesi trivellazioni sui monti della Maddalena, con R.E.S.T.A. tengono accesi i riflettori su sversamenti inquinanti e criminalità organizzata. I boschi sono per loro casa, aria, ossigeno e per questo vanno gestiti adeguatamente investendo anche fondi per la prevenzione degli incendi e la manutenzione. Il giorno del rogo avevano in programma un pranzo di famiglia al mare ma il senso del dovere ha avuto la meglio: “Nel salire su Sito Alto con i miei compagni di avventura – ci racconta Ivan – non ho avuto esitazioni; mi sono detto che era quella la cosa più giusta da fare. Siamo un territorio montano e per questo la montagna dovrebbe essere una priorità soprattutto per la politica comprensoriale”.

Ernesto è un giovane architetto. Sta terminando la specialistica in Architettura delle Costruzioni al politecnico di Milano. Il papà gli ha trasmesso la passione per la montagna portandolo con sé a raccogliere funghi e asparagi. Crescendo si è appassionato all’escursionismo e oggi, pratica hiking a livello amatoriale con amici, esplorando diverse regioni d’Italia. Vivendo a Milano sente costantemente il bisogno di tornare a Sala Consilina, anche solo per qualche giorno, per poter vivere la montagna e ritrovare quel legame profondo con la natura come luogo di ispirazione.

Attualmente sta conducendo una ricerca sulle fortificazioni militari del Castello di Sala Consilina. Il suo obiettivo è mappare ciò che resta delle mura di cinta e ipotizzare una possibile configurazione dove queste siano assenti. Questi studi l’hanno portato a scoprire come la morfologia urbana del centro storico si adagi armoniosamente lungo il pendio dei Monti della Maddalena con una sorta di simbiosi tra l’architettura e la natura. Per Ernesto: “Vivere la montagna è un diritto di tutti, ma è anche un sacro dovere rispettarla e proteggerla, affinché possa continuare a regalarci la sua bellezza”. Infine Antonio, anche lui giovanissimo. Qualche tempo fa, alla ricerca di una eventuale ed inconscia riconnessione con la natura, si imbatte in una quantità enorme di rifiuti in zona Castello.

Si adopera immediatamente per bonificarla insieme a cittadini sensibili e volenterosi. Nel frequentare boschi e alture si è immerso nella loro sacralità riscoprendo un legame profondo ed autentico. Sta lavorando ad una nuova installazione, che segue quella lunga 33 metri con alcuni versi di Franco Arminio comparsa qualche anno fa a Sala Consilina. Anche in questo caso l’obiettivo è: iniziare a guardare in faccia le cose ed affrontarle.

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