Come avevamo anticipato nel consueto appuntamento del lunedì con la rubrica Con-Tatto, il Consiglio regionale della Campania, in sessione monotematica sulla richiesta di referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata, ha approvato a maggioranza la proposta di delibera per la richiesta di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata. Due i provvedimenti approvati. Il primo quesito prevede la richiesta di referendum per l’abrogazione completa della legge ed ha ottenuto 36 voti favorevoli, nove contrari e un solo astenuto. Sull’argomento Autonomia Differenziata ancora una volta la Campania si conferma la prima regione a chiedere il referendum abrogativo. Compatta sul “sì” la maggioranza di centrosinistra, alla quale si sono aggiunti i voti degli esponenti del M5S e di alcuni consiglieri del gruppo Misto. Il provvedimento era stato proposto dal vicepresidente del Consiglio Valeria Ciarambino (Ex 5 Stelle oggi nel gruppo misto), dal capogruppo del Pd Mario Casillo, dal capogruppo di Azione, Pasquale Di Fenza, dai consiglieri Corrado Matera (Gruppo Misto), Andrea Volpe (Psi), Fulvio Frezza (gruppo misto), Vincenzo Alaia (Italia Viva), Luigi Abbate (Campania Libera), Vittoria Lettieri e Diego Venanzoni del gruppo De Luca Presidente. Hanno detto “niet” i consiglieri del centrodestra (Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega).
Successivamente il Consiglio ha votato per designare i due consiglieri delegati, rispettivamente effettivo e supplente, che di concerto con i delegati di almeno altri quattro Consigli regionali provvederanno a presentare e a depositare la richiesta di referendum. I due più votati sono risultati il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero (23 preferenze) e il presidente della I commissione permanente, Giuseppe Sommese (9).

Il secondo provvedimento approvato dal Consiglio Regionale ha riguardato la delibera per il referendum abrogativo sull’autonomia differenziata. A differenza del primo quesito approvato, questo prevede la cancellazione limitatamente ad alcune parti della legge n.86 del 36 giugno 2024. La proposta ha ottenuto il voto favorevole da parte di tutti i 35 consiglieri presenti in aula. La decisione di presentare anche un secondo quesito nasce dalla possibilità che quello relativo all’abrogazione totale della legge possa essere ritenuto inammissibile. A conclusione della seduta consiliareil governatore Vincenzo De Luca ha affermato: “Nessuno di noi ha voglia di fare crociate referendarie. Sediamoci intorno a un tavolo, costruiamo un filo di ragionamento e vediamo di ritrovare lo spirito risorgimentale”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, conclude così il suo intervento all’aula del Consiglio regionale riunito in seduta monotematica: “Se abbandoniamo le bandiere di partito per un attimo – aggiunge – e confessiamo in maniera onesta che noi, attuale opposizione nel Paese, siamo corresponsabili di alcune scelte fatte in maniera non responsabile per l’Italia e per i rapporti parlamentari. Abbiamo dormito, riconosciamo i nostri limiti e problemi, poi veniamo alla situazione attuale” per poi aggiungere: “Venga colto il messaggio di fondo, ovvero la necessità di ritrovare canali di un dialogo responsabile e di ritrovare l’unità del nostro Paese, perché di questo abbiamo bisogno”.
Tra i firmatari della richiesta per il Referendum abrogativo, in prima fila c’è il Consigliere Regionale valdianese Corrado Matera, il cui intervento in aula nell’occasione è stato molto incisivo. A seguire eccone una sintesi.
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“Il Consiglio regionale della Campania -ha commentato Matera- è il primo in Italia a chiedere il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia Differenziata. Sono stato tra i firmatari della richiesta di referendum, convinto come sono che la legge voluta da Calderoli e dalla Lega accentua le diseguaglianze tra le regioni più ricche e quelle più povere, mettendo a rischio diritti fondamentali come quello alla Salute e all’Istruzione, e ignorando il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e ai diritti fondamentali. Confido che nei prossimi giorni altre Regioni possano unirsi a noi in questa battaglia per la salvaguardia dell’unità del Paese, prendendo parte alla lunga mobilitazione che ci vedrà impegnati, al fianco del Presidente De Luca, nel contrastare una legge che rischia di rappresentare la pietra tombale sullo sviluppo del Sud, e in particolare delle sue aree interne”.
Intanto, le Associazioni sono al lavoro per organizzare le prime iniziative sui territori. La prima è in programma per il 10 luglio a Contursi Terme (ore 10 nell’aula Consiliare “Salvatore Mastrolia”), dove il coordinamento delle Associazioni delle Regioni del Sud si è dato appuntamento per dare il via al movimento referendario per l’abolizione della legge sull’autonomia. La mobilitazione interesserà anche la modifica della legge elettorale “Rosatellum” per la rappresentatività dei territori. “L’attivismo e il coinvolgimento i punti cardine, fare rete e sistema con gli enti, le Istituzioni, le Associazioni e i cittadini”, dichiara Giacomo Rosa, presidente della Svimar, l’Associazione che da anni sta incentrando l’azione sulle aree interne del Mezzogiorno d’Italia, su strutture e infrastrutture, senza trascurare nulla per evitare lo spopolamento e la desertificazione di intere aree. Mercoledì a Contursi Terme, dopo i saluti del sindaco, Antonio Briscione, è previsto l’intervento di Giuseppe Sommese, presidente della prima commissione Affari istituzionali, sicurezza delle Città, relazioni internazionali e risorse umane del Consiglio regionale della Campania. Nutrita la presenza di rappresentanti di diverse Associazioni. È attesa la presenza, tra gli altri, di Federico Conte, presidente dell’Associazione Cittadino Sudd; Gaetano Fierro, già Sindaco di Potenza e Presidente dell’Associazione Grande Lucania; il Presidente Dell’Associazione alto Casertano Antonio De Pandis, Paolo Emilio Stasi vice presidente dell’associazione la Scaletta di Matera. Prevista la presenza di Associazioni del Molise, Puglia e Calabria. Le conclusioni sono affidate all’onorevole Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa.