Di Giuseppe Geppino D’Amico
Archiviate le elezioni amministrative nei quattro comuni del Vallo di Diano in cui si è votato per il rinnovo dei consigli comunali, l’attenzione si sposta verso la Comunità Montana, chiamata ad eleggere presidente e assessori a seguito della volontaria uscita di scena del sindaco di Sala Consilina, Francesco Cavallone che, come è noto, non si è ricandidato dopo avere espletato due mandati consecutivi. Per trovare una soluzione sabato mattina c’è già stato un primo incontro tra i sindaci ma ne occorreranno altri per trovare la quadra. Intanto, a Sala Consilina a due giorni dall’insediamento della Giunta Cartolano, cresce l’attesa per la conferenza stampa che domani Francesco Cavallone terrà presso il Polo Culturale Cappuccini per spiegare i motivi della mancata candidatura ma anche per rivendicare le iniziative portate a termine nei dieci anni del suo sindacato e illustrare quelle che lascia in eredità alla nuova giunta. Ma come si presenta la situazione?
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Nel Vallo di Diano i comuni interessati al rinnovo dei consigli comunali erano Sala Consilina, Casalbuono, San Rufo e San Pietro al Tanagro dove i pronostici della vigilia sono stati ampiamente rispettati. A Sala Consilina ha vinto Domenico Cartolano; a Casalbuono c’era una sola lista per cui il rientrante (dopo cinque anni vissuti da vice sindaco) Attilio Romano ha dovuto battere soltanto il quorum; stessa situazione a San Pietro al Tanagro dove è tornato in sella dopo circa venti anni Enrico Zambrotti. Nessuna sorpresa anche a San Rufo dove si è confermato Michele Marmo.
Ora i rappresentanti dei 15 comuni che fanno parte della Comunità Montana del Vallo di Diano (sindaci o loro delegati) dovranno eleggere il nuovo presidente e gli assessori. Qualche difficoltà non manca. Del resto, lo ricordava spesso Ciriaco De Mita, uno dei big della prima Repubblica: “Le nomine non le fa lo Spirito Santo”; le fanno gli uomini e poiché la politica cammina sulle gambe degli uomini spesso tutto si complica. Finora la guida della Comunità Montana è stata appannaggio del Partito Democratico: prima del quinquennio di Francesco Cavallone c’era stato il sindaco di Monte San Giacomo, Raffaele Accetta, costretto a lasciare la presidenza dopo 12 anni perché gli venne meno l’appoggio dei sindaci PD. Ora, con l’elezione a sindaco di Sala Consilina di Domenico Cartolano, il PD ha perso un voto: ma questo, visti i numeri, non dovrebbe influire più di tanto.
Per avere il quadro della situazione la segreteria provinciale del Partito Democratico ha chiesto al sindaco di Sanza, Vittorio Esposito, di fare un giro di ricognizione tra i colleghi al fine di stabilirne la collocazione politica.
All’esito della conta sono nove i sindaci che hanno dichiarato per iscritto la propria adesione al PD: Domenico Barba (Pertosa), Donato Pica (Sant’Arsenio), Enrico Zambrotti (San Pietro al Tanagro), Michele Marmo (San Rufo), Michele Di Candia (Teggiano), Angela D’Alto (Monte San Giacomo), Luigi Vertucci (Atena Lucana), Michela Cimino (Padula) e Attilio Romano (Casalbuono) oltre allo stesso Esposito. A questi potrebbe aggiungersi il sindaco di Polla, Massimo Loviso, il quale nel corso della riunione ha confermato la sua collocazione nel Centro Sinistra unitamente ai consiglieri di maggioranza, ad eccezione dell’assessora alla Scuola, Federica Mignoli, alla quale, questa la sensazione emersa, sarà ritirata la delega a seguito della sua adesione alla Lega di Matteo Salvini. Del resto, i consiglieri di maggioranza avevano sottoscritto un documento per chiedere all’assessora neo leghista di fare un passo indietro. A fronte delle mancate dimissioni la decisione del sindaco appare inevitabile.
Sempre per quanto riguarda la Comunità Montana va evidenziato che, nel corso dell’incontro di Padula, a cui hanno partecipato anche i primi cittadini che non si riconoscono nel PD, ci sono state diverse autocandidature alla Presidenza per cui è stato dato incarico allo stesso Vittorio Esposito di avviare una serie di consultazioni con i colleghi sindaci per trovare una soluzione. È una lotta contro il tempo in quanto lo Statuto della Comunica Montana impone al Consiglio Generale dell’Ente un termine di venti giorni per eleggere il nuovo presidente a partire dalla convocazione dell’Assemblea Generale che dovrà essere fatta dal vice presidente Gaetano Spano con all’ordine del giorno l’elezione del Presidente e della Giunta. Da parte sua Esposito ha promesso che seguirà lo stesso iter che cinque anni fa portò all’elezione di Cavallone.
Sulla carta il PD non dovrebbe avere problemi ad eleggere presidente e giunta dando vita ad un monocolore. Ma qui sorge un problema: tra i 10 sindaci PD sarebbero almeno 4 (forse anche 5) gli aspiranti alla carica di Presidente per cui trovare una soluzione che accontenti tutti non sarà facile. Del resto, non è la prima volta che nel Vallo di Diano all’interno di singoli partiti ci siano state (e ci sono) posizioni inconciliabili frutto di aspirazioni diverse. Questa affermazione discende dalla conoscenza di analoghe situazioni già verificatesi. Un esempio: nel 1992 un candidato DC del Vallo di Diano non fu eletto per meno di 200 voti; voti gentilmente offerti in comuni guidati da sindaci DC ad altro candidato dello stesso partito ma rappresentante di altri territori. Questo per dire che spesso in politica i nemici più ostici sono all’interno. Vista la situazione attuale, riuscirà Vittorio Esposito a trovare una soluzione che stia bene a tutti? Pur conoscendo la sua abilità di mediatore è preferibile non avanzare previsioni. Naturalmente, seguiremo con molta attenzione gli eventi. Di sicuro Esposito farà di tutto per arrivare ad una soluzione condivisa da tutti, dal PD ma possibilmente anche dai rappresentanti di altri raggruppamenti. Ai sindaci del PD ha, però, lanciato un monito: “Il Partito non è una caserma ma nemmeno un ascensore da usare a piacimento”. Come dire? Tutto sarà fatto in nome della chiarezza ma con le porte girevoli ermeticamente chiuse.
L’ultima considerazioneriguarda il saggio La Dinamica politica, scritto da Laura Balestra: ci ricorda che la Politica (quella con la P maiuscola) è invenzione greca; i Greci la chiamavano Politike techne, e Techne vuol dire Arte. Quindi, la Politica è un’arte, l’arte del buon governo della polis, e il politico è l’artista per eccellenza; l’artefice, nelle speranze del popolo, d’un governo saggio che amministri con giustizia per il bene comune. Vista la situazione in cui navigano il Vallo di Diano ma anche altri territori della nostra provincia, la domanda nasce spontanea: ci sono artisti della Politica? Difficile dirlo; è certo, però, che il territorio ne avrebbe davvero un gran bisogno.
Molti si autocandidano alla presidenza, ma nessuno parla di programmi.