Di Giuseppe Geppino D’Amico
La Giustizia amministrativa “mutalivoti” e la poltrona di Mutalipassi, sindaco di Agropoli, traballa. La settimana scorsa ha tenuto banco la vicenda delle elezioni amministrative del comune cilentano. Prima il Tar, poi il Consiglio di Stato hanno assunto decisioni importanti in merito al ricorso presentato dal consigliere Raffaele Pesce, capolista di Liberi e Forti, che aveva denunciato macroscopici errori nel conteggio delle schede. Il Tar gli ha dato ragione; il Consiglio di Stato pure, in quanto ha respinto la richiesta di sospensiva del dispositivo della sentenza del Tar Salerno, presentata dai legali del sindaco, ed ha fissato la discussione della causa per il giorno 14 novembre . La vicenda è nota ma merita un commento sia per quanto avvenuto, sia per gli eventuali sviluppi.
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I giudici del TAR hanno annullato la proclamazione dei consiglieri eletti ad Agropoli all’indomani delle elezioni amministrative del 12 giugno 2022. Nei prossimi giorni depositeranno le motivazioni della sentenza emessa e si capirà se e quando si tornerà al voto. Poiché il Tar ha sospeso i verbali di tutte le 21 sezioni in cui si è votato la domanda nasce spontanea: in caso di nuove elezioni si voterebbe in tutte le sezioni o solo in alcune? Si voterebbe con gli stessi candidati (alcuni dei quali hanno nel frattempo cambiato casacca) oppure si volterà pagina partendo proprio da nuovi candidati? Qualora al voto si dovesse tornare con le stesse liste e gli stessi candidati, quelli che hanno cambiato casacca con quale coraggio potrebbero tornare e richiedere il voto ai sostenitori della lista che hanno abbandonato? Intanto, in città la decisione dei giudici amministrativi è stata variamente commentata dagli interessati e dai cittadini, ovviamente in base alle proprie posizioni politiche.
Il sindaco Mutalipassi si dice fiducioso del buon esito del controricorso in quanto a suo dire “si tratta di errori commessi in buona fede” e sostiene che è lui la parte lesa della vicenda. Emilio Malandrino di Forza Italia parla, invece, di volontà popolare stravolta e ipotizza un non meglio precisato “metodo estorsivo in danno della popolazione”. Sulla vicenda un commento a parte merita la reazione di Raffaele Pesce che, non convinto della validità dei conteggi, ha deciso di presentare ricorso: “Ho adito la giustizia amministrativa per arrivare alla verità, non per attribuire colpe e responsabilità; non è il Tar, d’altra parte la sede. Quella dei giudici non è una decisione di alcuni amici al bar, come si vuole lasciar credere in alcuni post, a mio avviso irrispettosi delle istituzioni, ma di una decisione di un Collegio giudicante che ha demandato la verifica delle schede ad una commissione prefettizia presieduta da un VicePrefetto, ed ha impiegato più di in anno per una decisione accurata e non superficiale”. Questo il commento di Raffaele Pesce che ribadisce il rispetto nei confronti della Magistratura e della Commissione, chiamate a un lavoro non facile. Certamente il lavoro della Commissione che ha esaminato le schede non è stato facile ed ha richiesto del tempo. Resta il fatto che, ed è questa l’opinione degli avversari del sindaco, se si dovesse tornare alle urne si avrebbe la conferma che la città per 16 mesi sarebbe stata amministrata da un sindaco abusivo. In un certo senso, sembra essere questa l’opinione dell’ex sindaco Adamo Coppola quando afferma che è stato “un giudice a decidere che l’elezione è stata irregolare. Il sindaco non avrebbe proprio dovuto essere proclamato. È assurdo che si definisca parte lesa. I cittadini sono parte lesa”. Probabilmente è lo stesso Coppola a sentirsi parte lesa nei confronti del suo partito che dopo avere contribuito alla sua elezione nel giugno del 2017 non gli ha rinnovato la fiducia nel 2022 preferendogli proprio Roberto Mutalipassi per cui, dovendo trovare una nuova casa, ha optato per i Fratelli d’Italia. Questo conferma la notevole dinamicità della politica. Lo dimostrano anche altre vicende verificatesi in consiglio comunale dove, come già anticipato, non è mancato qualche cambio di casacca, certamente legittimo, che ha fatto molto discutere.
Ma questo è un problema antico sul quale fare una breve riflessione. Per un numero sempre crescente di esponenti politici Destra e Sinistra pari sono. Però la differenza c’è: se un politico eletto in qualsiasi consesso (al Comune, alla Provincia, alla Regione e, soprattutto, al Parlamento) per il partito che lo accoglie il nuovo adepto è “da tenere in grande considerazione perché ha avuto il coraggio di sottoporre a revisione critica la propria ideologia”. Diverso il parere degli esponenti del partito che ha lasciato; in tal caso, se non è una traditore poco ci manca; comunque, è una persona inaffidabile, non degna di stima, che è andato via perché magari non ha avuto quello che aveva chiesto.
Per chiudere, torniamo alla realtà della vicenda di Agropoli perché ci sono altri elementi destinati ad assumere notevole valenza politica: se la decisione dei giudici amministrativi dovesse portare alla nomina del commissario per la gestione del comune fino a nuove elezioni, il sindaco e i consiglieri comunali eletti nel 2022 non potrebbero partecipare alle elezioni del prossimo consiglio provinciale che il presidente in carica, Franco Alfieri, peraltro sponsor di Mutalipassi, ha indetto per fine dicembre. E qualche nome nel consesso civico agropolese già circola da tempo. Ma c’è un altro problema: Agropoli è, con Capaccio Paestum, il centro più popoloso del Cilento per cui il voto dei singoli consiglieri pesa di più rispetto a quello dei consiglieri dei piccoli comuni della parte meridionale della provincia. Ad essere danneggiati sarebbero proprio quelli che hanno contribuito a far eleggere Mutalipassi sindaco, cioè il Pd ed il presidente della provincia in carica, Franco Alfieri, che dopo avere scaricato Adamo Coppola, ha puntato su Mutalipassi. Ecco perché, tornando alla battuta iniziale, se la giustizia amministrativa dovesse confermare la decisione di sospendere il consiglio comunale, vorrà dire che mutalivoti- Mutalipassi.E forse la mutazione non colpirebbe solo il sindaco!