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Con-Tatto – Tribunale: 10 anni dopo la vergogna, dalla parte di chi ancora lotta per riaprirlo

Di Giuseppe Geppino D’Amico

13 settembre 2013, per il Tribunale di Sala IL GIORNO PIU’ LUNGO….

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“Feriscono il mio cuore con monotono languore…” Inizia così, con i versi dei “Violini d’Autunno”, nota poesia tratta da Chanson D’Autunne di Paul Verlaine, la marcia verso la liberazione in Europa dalla tirannide nazista, con lo sbarco in Normandia del 6 giugno ‘44.

Il 13 settembre del 2013, lo stesso languore ferì il cuore dei cittadini di Sala Consilina e del Vallo di Diano, allorquando uno scippo maldestro, da molti definito vile, privò l’intera Comunità del proprio Palazzo di Giustizia.

Purtroppo, però, la marcia di dieci anni fa per difendere il tribunale non fu vittoriosa, anzi, tutt’altro perché tre anni dopo sarà chiusa anche la Casa Circondariale.

Le immagini di quei giorni sono impietose; inutile ogni tentativo di resistenza: “dura lex sed lex”, si disse allora. Impossibile anche essere ricevuti dai vertici del Ministero, il ministro Paola Severino e l’ineffabile direttore generale Luigi Birritteri: irremovibili.

Sono trascorsi dieci anni e le ferite sono ancora aperte per una intera comunità mortificata e resa sempre più povera e isolata da qualsivoglia prospettiva di crescita non solo economica, ma anche sociale e culturale. L’involuzione negativa e costante del Territorio è un dato di fatto purtroppo incontrovertibile.

L’assenza del Tribunale ha di fatto cancellato il senso di protezione nei cittadini, la loro fiducia nelle Istituzioni, e nella cultura della legalità, avvertita oggi sempre più in maniera apatica e mai come modello di vita al quale ispirarsi per migliorarne la qualità.

Dieci anni trascorsi inutilmente a cercare ipotetici colpevoli del misfatto; in realtà la vicenda ha più colpevoli, e tutti hanno concorso per incapacità e viltà alla mancanza di difesa del baluardo simbolo della giustizia.

Resta la considerazione, amara, che magistrati di grande valore come Ottavio Abate, già presidente del Tribunale di Sala Consilina; Matteo Casale, già presidente della Corte d’Appello di Salerno, e l’ex Procuratore Nazionale antimafia, Franco Roberti hanno dichiarato dinanzi alla Commissione Affari Istituzionali del Consiglio Regionale della Campania che la chiusura di Sala Consilina era stato un errore gravissimo auspicandone la riapertura.

Giudizi analoghi è possibile leggerli nella varie relazioni pronunciate dai magistrati in occasione delle cerimonie di inaugurazione dei vari anni giudiziari.

La speranza? È riposta nel ministro in carica, Carlo Nordio, che ha bocciato senza mezzi termini la riforma del 2012, e in un disegno di legge Regionale, presentato dal consigliere Corrado Matera e approvato all’unanimità in Regione, che sta facendo il suo percorso anche in Parlamento suscitando l’attenzione di diversi parlamentari di varie regioni e di diversa estrazione politica che hanno lo stesso problema di vedere riaperto il tribunale nel territorio di competenza.

Appare superfluo evidenziare che l’iniziativa, per potere avere esito positivo richiede la massima unità di intenti, mettendo da parte qualsiasi polemica su chi ha fatto cosa (o non lo ha fatto).

Forse sarà troppo poco se i politici del Territorio e quelli che nel Territorio pescano voti a piene mani non si svegliano dal loro torpore per dimostrare finalmente che si può e si deve rimediare con i fatti al ripristino della legalità e alla restituzione del maltolto.

Di fronte alla consapevolezza di dovere riempire i vuoti giustizia lasciati dalla riforma del 2012 la strategia del Governo sembra chiara: è necessario riempire quei lasciati su numerosi territori con l’entrata in vigore della riforma Severino-Birritteri. Il Ministro Carlo Nordio lo ha affermato in più occasioni dentro e fuori del Parlamento.

Quello che suscita perplessità, dispiace dirlo, è un certo atteggiamento di sufficienza che si nota in certi ambienti. E questo il territorio non lo merita.

Già in passato il Consigliere Regionale Corrado Matera ha definito la battaglia per la riapertura del Tribunale “la madre di tutte le battaglie”.

Se anche c’è stato un momento nel quale in pochi hanno continuato a crederci, l’attività per la riapertura del Foro di Giustizia del Vallo di Diano non si è mai fermata, e mai si fermerà. E ora più che mai va portata avanti, con rinnovata convinzione”.

Non sappiamo se l’iniziativa di riavere il tribunale avrà esito positivo ma un fatto è certo: noi, per quel poco che possiamo, saremo sempre dalla parte di chi ci crede e continua a lottare.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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