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Con-Tatto – Dal calcio giocato al calcio …sparlato, e da Paolantoni alle… “Tre Grazie”

Di Geppino Giuseppe D’Amico

La settimana scorsa ci siamo occupati della vittoria ufficiale del Napoli nel campionato di Serie A ricordandoo anche alcuni presidenti del Club Azzurro originari di Padula: Antonio Corcione, Mario Tardugno, Ellenio e Luis Gallo. Oggi vogliamo occuparci del calcio parlato”. O meglio, del calcio …sparlato. Dopo ogni partita le polemiche sembrano inevitabili. Si è passati dal tifo “pro” al tifo “contro”. I social sono diventati il regno dei leoni da tastiera. Sono lontani i tempi in cui il tifo si manifestava attraverso striscioni che non provocavano risse ma ironici sorrisi e innocui sfottò.

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In medicina, “tifo” è il nome dato a più quadri morbosi che hanno in comune un particolare quadro sintomatologico detto stato tifoso. Dall’aspetto sanitario a quello sportivo il passo è breve. Per il vocabolario enciclopedico Treccani il tifo è una passione sportiva accesa ed entusiastica, soprattutto in quanto si esprime in uno stato di eccitazione con incitamenti, fischi, applausi, nel parteggiare per una squadra o un atleta durante una competizione. Sempre più spesso, però, il tifo travalica: ormai le telecamere entrano dappertutto, anche negli spogliatoi e basta seguire le cronache tv del dopo gara oppure leggere i commenti sui social dove tutti esprimono giudizi che troppo spesso scadono nel turpiloquio con tanti saluti all’etica e al bon ton. In pratica, il tifo “contro” pare sia riuscito a sorpassare quello, auspicabile, in favore della propria squadra. Gli esempi sarebbero tanti che non vale nemmeno la pena evidenziarli.

Ecco perché, alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane tra calcio giocato e calcio parlato, anzi sparlato, è certamente preferibile il primo, cioè quello per la squadra del cuore e non quello contro la squadra avversaria. Alla luce di quanto evidenziato credo si debbano rimpiangere quei sani sfottò del passato. Il più incisivo degli ultimi anni risale al 2017 con il Benevento al primo campionato di Serie A. Alla vigilia del derby con il Napoli i tifosi del Benevento pensarono bene di chiedere il classico “aiutino” a San Gennaro, nato a Benevento nel 272 e martirizzato a Pozzuoli, quindi a Napoli, nel 305.  E lo federo con lo striscione sul quale stava scritto: “San Gennà, ricordati che sei nato a Benevento”. Immediata la risposta dei tifosi azzurri: “I figli so’ e chi e cresce”. Come dire? “Nun v’agitate e stateve cuieti”: San Gennaro non si tocca.

Qualche polemica c’è stata in alcune città che hanno recentemente ospitato la squadra azzurra.A Salerno i tifosi locali erano stati categorici: qui non si festeggia. Il Napoli non ha vinto la partita e ha dovuto rinviare i festeggiamenti. Stesso discorso a Udine: qui nessuno festeggia. Non lo hanno fatto il Milan, Juve e Milan per cui non festeggerà il Napoli. Sappiamo come è finita: proprio a Udine il Napoli ha ottenuto la matematica certezza di avere vinto il titolo.

Singolari gli ultimi due episodi che vogliamo ricordare. La festa spontanea al Maradona dopo la partita vinta contro la Fiorentina ha fatto il giro del mondo. Lo spettacolo di musica e colori ha emozionato anche non tifosi del Napoli. Non tutti, però, hanno gradito alcuni comportamenti. Luigi De Laurentiis, figlio del presidente del Napoli, Aurelio, e a sua volta presidente del Bari in Serie B è finito nel mirino dei tifosi pugliesi perché è stato inquadrato nel corso della festa con la sciarpa del Napoli al collo per qualche minuto: i supporter biancorossi hanno espresso il loro disappunto e così il numero uno del club barese ha pubblicato sui social una lunga lettera: ”Sono entrato in campo, chiamato insieme ai miei familiari, per celebrare e soprattutto onorare un Padre che ha raggiunto uno dei più importanti risultati sportivi calcistici. Nello scatto di gruppo non avevo alcuna sciarpa proprio perché volevo che si immortalasse una foto di Famiglia”.

A suscitare le proteste dei tifosi della Salernitana è stato, invece, l’avvocato del presidente Iervolino, Francesco Fimmanò.  Al Maradona è stato fotografato con la sciarpa azzurra al collo. Ci ha pensato Iervolino a smitizzare il tutto: “A Salerno i tifosi del Napoli possono festeggiare. Mi auguro si creino sinergie anche con il Napoli: con il presidente De Laurentiis ci siamo già impegnati nella costruzione di un ponte tra le due città e le due tifoserie e mi auguro si possa realizzare davvero”. Questa sarebbe cosa buona e giusta trattandosi di due squadre della stessa regione.

Concludiamo con i festeggiamenti per la vittoria del Napoli. Quelli ufficiali sono previsti per domenica 4 giugno, ultima giornata di campionato, ma già da una settimana i tifosi si sono sbizzarriti per trovare la formula ritenuta giusta per celebrare uno scudetto atteso da 33 anni. I fuochi d’artificio si sono sprecati. Il largo intitolato ad Emanuele De Deo, vittima della repressione borbonica, che porta ai Quartieri Spagnoli, covo del tifo autenticamente popolare dove è stato realizzato il murales del Pibe de oro, è luogo di culto ed è ormai indicato come Largo Maradona.

Tra gli striscioni ci piace ricordare quello ispirato al titolo del famoso film di Massimo Troisi, “Ricomincio da 3”. Non sono mancate scene di dubbio gusto come nel caso di alcuni elementi igienico-sanitari dipinti con i colori sociali delle squadre non gradite ai tifosi. Senza dimenticare la sfilata sul lungomare di Francesco Paolantoni, nudo con le mani impegnate a reggere una scodella utilizzata per coprire le parti più intime.  Chiaramente la cosa ha fatto molto discutere sia in tema di opportunità, sia per quanto riguarda il lato estetico che, francamente, ha provocato non poche perplessità. Foto e video immediatamente virali. Chissà cosa avranno pensato negli Stati Uniti dove solo un mese fa un’insegnante di Storia dell’Arte è stata licenziata per avere mostrato agli alunni durante la lezione una foto del David di Michelangelo, considerato pornografico dal genitore di un suo studente, Con tutta la buona volontà, Paolantoni sarà pure un ottimo attore ma fisicamente è tutto tranne che un’opera d’arte al punto che non sono mancati commenti del tipo “Guardo a chillo e me cunsolo io!”. E poi come dimenticare che in occasione degli scudetti di Roma e Lazio sfilarono in bichini Sabrina Ferilli per i giallorossi e Anna Falchi per i biancazzurri. Ma Napoli, si sa, è una città che non si arrende. A mettere a posto le cose ci ha pensato la showgirl Raffaella Fico, l’ex di Mario Balotelli, tifosissima degli Azzurri, pronta a fare il bagno nuda insieme a Filippo Roma, completando idealmente  insieme a Sabrina Ferilli ed Anna Franchi il quadro del Canova dedicato alle tre grazie del terzo millennio (Aglaia, Eufròsine e Talìa), figlie di Zeus, che in genere accompagnavano Venere ed erano simbolo di splendore, gioia e prosperità, e che secondo la mitologia donavano felicità e bellezza al mondo e al genere umano. Felicità che oggi a Napoli è stata assicurata dal terzo scudetto, grazie anche al capitano Di Lorenzo, e ai bomber Osimhen e Kvaratskhelia, le tre grazie calcistiche di oggi. Con loro Spalletti in tuta e non Paolantoni in giro nudo sul lungomare.

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