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Torna a Sala Consilina l’opera di Alejandro Marmo “Diego Iluminado”, donata al Club Napoli (VIDEO)

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Donata al Club Napoli Sala Consilina, fondato nel 1967 e tra i più antichi d’Italia, l’opera “Diego Iluminado” di Alejandro Marmo. L’opera in ferro battuto, realizzata dall’artista Italo-argentino e alta circa due metri, riproduce fedelmente il volto e il busto di Diego Armando Maradona, ed è stata consegnata al club salese nel corso della serata organizzata per celebrare i 56 anni di attività.

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Nel porgere il saluto di benvenuto ai soci del sodalizio azzurro e agli ospiti del Club il presidente Bruno Vocca ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di aver ricevuto in donazione dall’artista Alejandro Marmo questa splendida opera raffigurante “El Pibe de Oro” la cui bellezza artistica sarà fruibile allorquando la collocheremo in maniera permanente nella nostra sede. Altrettanto orgoglioso sono per il cammino in campionato della nostra squadra del cuore, di cui Maradona è stato il capitano e il trascinatore negli anni ‘80”.

Il presidente ha poi presentato gli ospiti della serata, a cominciare dall’editore argentino Victor Santa Maria (appositamente giunto da Buenos Aires insieme alla consorte), il quale ha ringraziato per l’ospitalità e dopo avere ricordato il suo rapporto con Alejandro Marmo ha promesso che ritornerà a Sala Consilina in compagnia dell’artista argentino in occasione dell’apposizione ufficiale della scultura presso la sede del Club salese. Altri illustri ospiti il presidente dell’A.I.N.C.  (Associazione Italiana Napoli Club) Saverio Passaretti e l’ex calciatore del Napoli Gianni Improta. Emozionante è stato il saluto di Corrado Ferlaino intervenuto in diretta telefonica che ha strappato gli applausi dei tanti tifosi presenti.

Tutto si sono dichiarati entusiasti dell’opera realizzata da Alejandro Marmo. Non poteva mancare un pensiero sul momento attuale del Napoli primo in classifica, sul quale si è soffermato Gianni Improta: “Posso affermare senza dubbio che alla fine del campionato potremo festeggiare la vittoria del nostro terzo scudetto. Sono particolarmente emozionato di festeggiare l’anniversario dei 56 anni di vita del Club azzurro di Sala Consilina, più antico d’Italia fondato nel 1967, anno in cui ho esordito in campo con la maglia azzurra”.

Il giornalista Pasquale Lapadula ha evidenziato un aspetto molto importante: “Nella ultracinquantennale storia del Club Napoli Sala Consilina si sono susseguiti diversi momenti indimenticabili. Ad esempio nel 1986 Diego Armando Maradona trascorse a Sala un’intera giornata con i soci azzurri salesi grazie alla “complicità” dell’allora vice presidente del Napoli, Ellenio Gallo, originario di Padula. Ed ancora, il Club è fiero di annoverare quale socio onorario Beppe Bruscolotti, natìo di Sassano”.

E a proposito di valdianesi che hanno dato tanto al Calcio Napoli, è d’uopo ricordare, oltre ad Ellenio Gallo (alla guida del Calcio Napoli dal 1993 al 1995) Antonio Corcione, nativo di Padula, presidente nella stagione 1968/’69 ed il suo vice Antonio Tardugno (alla convention era presente la figlia Francesca, socia del Club).

Nell’aprile dello scordo anno l’opera di Alejandro Marmo era stata esposta per circa un mese prima presso l’Auditorium comunale di Via Cappuccini e poi nella filiale della BCC Monte Pruno che aveva sponsorizzato l’iniziativa. Nel corso dell’incontro di sabato sono stati ricordati alcuni emigrati dal Vallo di Diano che si sono distinti in Argentina ed è stato tracciato un profilo artistico di Alejandro Marmo ed il suo rapporto con l’Italia e con Papa Francesco.

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Alejandro Marmo è uno scultore nato a Buenos Aires (Argentina) il 19 febbraio 1971 da padre italiano (originario di San Rufo) e madre greca. Fin da bambino crea delle opere, utilizzando i materiali della ferramenta del papà e a venticinque anni organizza la sua prima mostra. Da quel momento, inizia una proficua collaborazione con Gallerie e Università di tutto il mondo, soprattutto in Italia, Austria e Giappone, sviluppando gradualmente l’idea di “Arte sociale”, per promuovere l’incontro tra diverse culture e il coinvolgimento di persone disagiate. Dal 2001, nel pieno della dura crisi argentina, inizia a collaborare strettamente con l’allora Cardinale Jorge Mario Bergoglio, operando tra gli operai delle grandi fabbriche chiuse e le famiglie indigenti.

Cinque anni fa Papa Francesco ha fatto installare nei Giardini Vaticani due opere, un Cristo operaio e una Vergine di Lujan, che lo scultore ha realizzato con materiali di scarto insieme a ragazzi disabili e poveri. Non va dimenticato che Papa Francesco, anche nella sua attività pastorale in Argentina ha sempre messo i poveri al primo posto. Nacque così il rapporto di stima, collaborazione e l’amicizia con lo scultore Alejandro Marmo, “per un’arte degli scarti che testimoni la bellezza della Creazione nella nostra società consumistica”. Il Pontefice, in occasione della posa delle due opere di Alejandro Marmo nei Giardini Vaticani, ebbe a dichiarare: “Queste immagini sono il segno della creatività capace di trarre anche dallo scarto di merce abbandonata un degno uso. Sono un simbolo del genio che Dio volle fosse nella mente di un artista. Questo è un messaggio al mondo che fino a quando il Figlio dell’uomo verrà nulla è perduto, nulla viene scartato, tutto ha un significato all’interno della magnifica opera di Dio”. 

L’arte di Alejandro Marmo è un’arte diversa rispetto a quella che ammiriamo di solito. Entrambe le opere sono state realizzate utilizzando materiali di scarto recuperato da cancelli, porte vecchie e lamiere buttate in Castel Gandolfo perché evidentemente inservibili. Questo, però, non deve farle considerare opere minori perché sono opere d’arte a tutti gli effetti che seppur nate da materiali di recupero hanno tuttavia saputo mostrare con grande rilievo la personalità dell’artista ed esprimere significati oltremodo differenti, artistici ma anche ambientali ed ecologici. Sono due figure alte circa quattro metri che per Papa Francesco sono il “segno della creatività capace di trarre anche dallo scarto di merce abbandonata un degno uso, simbolo del genio che Dio volle fosse nella mente di un’artista. Due soggetti che stanno particolarmente a cuore al Pontefice: la Vergine di Lujan è la patrona dell’Argentina, mentre il Cristo è simbolo del progetto Simbologia de la Iglesia que mira al Sur (Simbologia della Chiesa che guarda al Sud), iniziato dieci anni fa a Buenos Aires e che prevede la partecipazione di giovani con problemi di integrazione nella società. E proprio seguendo le indicazioni di Bergoglio, Alejandro Marmo ha dato vita al progetto “Arte nella fabbrica” coinvolgendo operai senza più lavoro, giovani con problemi di tossicodipendenza e studenti delle periferie per realizzare murales, sculture e installazioni frutto della trasformazione di quello che viene considerato brutto e disprezzabile in qualcosa di bello e positivo non tanto dal punto di vista estetico quanto per il suo significato.

I materiali utilizzati da Marmo sono stati recuperati, alimentati e trasformati in due opere di notevole bellezza. Oltre alle sculture ispirate ai valori della fede in Marmo troviamo anche opere frutto del suo pensiero politico e delle sue condizione sociale: penso all’enorme murales realizzato in acciaio riciclato di 31 metri per 24 con il volto di Evita Duarte, consorte di Juan Domingo Peron, icona autentica della vita politica e sociale argentina.

Entrambe le opere sono state commentate dal Papa Francesco nel libro “La mia idea di arte”, scritto dalla giornalista Tiziana Lupi e pubblicato da Mondadori. Nella copertina del liubro c’è il disegno di un’altra opera realizzata sempre in ferro battuto Alejandro Marmo, l’Abrazo, che qualche anno fa lo scultore donò al comune di San Rufo, paese dal quale il padre era partito per l’Argentina negli anni ’60 del secolo scorso, e all’ospedale di Polla. Un altro esemplare dimensione dell’opera, molto più alta, è stata collocata all’ingresso dell’aeroporto di Fiumicino, all’entrata per accedere ai voli internazionali.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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